In una riunione del Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio europeo, gli Stati membri dell’Unione europea hanno concordato il loro mandato per l’aggiornamento della direttiva sui soggiornanti di lungo periodo che stabilisce le condizioni alle quali i cittadini di Paesi terzi possono acquisire lo status.
Secondo i dati Eurostat, nel 2020 il numero complessivo di cittadini di Paesi terzi che soggiornano legalmente nell’Ue è stato pari a 23 milioni, pari al 5,1 per cento della popolazione dell’Ue. Di questi, oltre dieci milioni di cittadini di Paesi terzi erano titolari di un permesso di soggiorno di lungo periodo o permanente.
Per ottenere lo status di soggiornante di lungo periodo dell’Ue, i cittadini di Paesi terzi devono soggiornare legalmente e ininterrottamente in uno Stato membro per almeno cinque anni. Lo status dell’Ue coesiste con i regimi nazionali.
Acquisizione dello status di soggiornante di lungo periodo
I cittadini di Paesi terzi possono cumulare periodi di soggiorno fino a due anni in altri Stati membri al fine di soddisfare i requisiti del periodo di soggiorno di cinque anni. Tuttavia, nel caso in cui un richiedente abbia soggiornato in un altro Stato membro, il Consiglio ha deciso di accettare solo determinati tipi di permessi di soggiorno legali, come quelli concessi ai titolari di Carte blu Ue o permessi di soggiorno rilasciati ai fini dello svolgimento di un lavoro altamente qualificato.
Si applicheranno alcune condizioni affinché i richiedenti possano acquisire lo status di soggiornante di lungo periodo. Ad esempio, i richiedenti di Paesi terzi devono dimostrare di disporre di risorse stabili e regolari sufficienti al sostentamento loro e dei loro familiari nonché di un’assicurazione malattia. Gli Stati membri possono inoltre esigere che i cittadini di Paesi terzi soddisfino condizioni di integrazione.
Lo status di soggiornante di lungo periodo è permanente. Tuttavia, può essere revocato in alcuni casi, ad esempio se per un certo periodo di tempo una persona non abbia avuto la sua residenza principale nell’Ue.
Diritti connessi alla mobilità all’interno dell’Ue
A differenza dei regimi di soggiorno nazionali, lo status di soggiornante di lungo periodo dell’Ue offre ai titolari dello status la possibilità di trasferirsi e soggiornare in altri paesi dell’Unione, ad esempio per motivi di lavoro o di studio. Il diritto alla mobilità all’interno dell’Ue non è acquisito in modo automatico ma è soggetto a una serie di condizioni: gli Stati membri possono valutare la situazione dei loro mercati del lavoro nazionali nel caso in cui soggiornanti di lungo periodo dell’Ue si trasferiscano nel loro paese da un altro Stato membro dell’Ue per motivi di lavoro.
Parità di trattamento con i cittadini dell’Ue
I soggiornanti di lungo periodo dell’Ue godono dello stesso trattamento riservato ai cittadini nazionali per quanto riguarda, ad esempio, l’accesso al lavoro dipendente e autonomo, l’istruzione e la formazione professionale e le agevolazioni fiscali. Sono previste una serie di condizioni, come l’obbligo che i titolari di un permesso di soggiorno vivano nel territorio dello Stato membro interessato.
La proposta modifica una direttiva Ue del 2003 relativa allo status dei cittadini di Paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo. Tra le carenze a cui l’aggiornamento cerca di porre rimedio il fatto che lo status di soggiornante di lungo periodo dell’Ue è sottoutilizzato, le condizioni alle quali i richiedenti possono acquisire tale status sono troppo complesse ed esistono numerosi ostacoli all’esercizio dei diritti connessi alla mobilità all’interno dell’Ue.
Sulla base del mandato negoziale concordato, il Consiglio dell’Unione europea può avviare colloqui interistituzionali con il Parlamento europeo per giungere a un testo giuridico definitivo.