in foto l’immagine di copertina del rapporto L’Africa mediata
“In Africa è in corso un cambiamento profondo, inarrestabile e rivoluzionario. I protagonisti sono i giovani e le giovani africani, queste ultime in particolare impegnate per un futuro sostenibile. Ma i media italiani purtroppo continuano a raccontare principalmente l’Africa come un luogo privo di speranza e pieno di problemi”. È quanto emerge dalla quanta edizione de L’Africa mediata, il rapporto di Amref Health Africa-Italia in vista dell’Africa Day del 25 maggio.
Curato dall’Osservatorio di Pavia, ha l’obiettivo di analizzare come e quanto i media italiani raccontino l’Africa. Un tratto di continuità accompagna tutte le edizioni del rapporto è la marginalità della comunicazione sull’Africa e sulle persone africane e afrodiscendenti nei media mainstream.
Il dossier 2024 è strutturato in 2 parti: la prima dedicata all’informazione complessiva su Africa, persone africane e afrodiscendenti nei media tradizionali; la seconda alla rappresentazione mediatica e alla presenza nei social network dell’attivismo giovanile africano, in particolare della sua componente femminile. Del totale degli intervistati nei telegiornali di prima serata (50.573), vi è appena 1 attivista africano ogni 919 persone, ovvero lo 0,1 per cento di presenza complessiva
Quotidiani
Il 2023 registra il maggior numero di notizie sull’Africa degli ultimi 5 anni con la presenza nei 6 principali quotidiani di 16 notizie in media al mese (+3 rispetto al 2022) ma 2 notizie su 3 sono ambientate in Italia o in Occidente e riguardano cronaca e migrazioni (80,2 per cento, dato in aumento). L’impegno del governo rispetto alle questioni africane ha aumentato la copertura: dal memorandum Ue-Tunisia al Patto Italia-Albania, fino agli accordi con la Libia. Le migrazioni sono però il tema principale anche delle notizie ambientante in Africa (42 per cento dei titoli): i temi maggiormente raccontati sono le condizioni dei migranti nei campi profughi, i naufragi, le visite del presidente del Consiglio Giorgia Meloni in paesi africani.
Notiziari del prime time e programmi di infotainment
Il 2023 ha visto un rinnovato interesse per l’Africa. Nei Tg sono state rilevate 3.457 notizie sull’Africa (numero più alto dopo il 2019), anche in questo caso una prevalenza della copertura su migrazioni e fatti di cronaca nel contesto occidentale, oltre che sull’intensa attività istituzionale di Meloni e iniziative come il Piano Mattei. L’attenzione verso notizie direttamente legate a persone, temi e fatti del continente africano rimane decisamente bassa con una media dell’1,9 per cento rispetto alle notizie sull’Africa e una prevalenza di informazioni su guerra, terrorismo e cronaca con ampia copertura del terremoto in Marocco e dell’alluvione in Libia.
Questa tendenza viene confermata anche nei programmi di infotainment analizzati su sette reti televisive: su 61.320 ore trasmesse in un anno sono stati rilevati, in aumento rispetto allo scorso anno, 1.061 riferimenti all’Africa, in media 1 riferimento ogni 58 ore di programmazione. L’86 per cento dei riferimenti anche in questo caso ha un contesto europeo con rinnovato peso nell’agenda politica e mediatica della migrazione, oggetto di numerosi dibattiti politici in tv.
L’attivismo giovanile in Africa nei tg e nei programmi di infotainment
La visibilità degli attivisti africani, e ancor più delle attiviste, si è rivelata debole nei palinsesti italiani. Principale responsabile è la dominanza di un interesse per l’Africa spinto da motivazioni e preoccupazioni interne, che si è tradotto in discussioni televisive tra ospiti italiani sulla questione migratoria. Nei tg compare un’attivista africana ogni 4.200 intervistati e su 1.515 puntate di programmi con rifermenti all’Africa, solo in 48 di questi (3,2 per cento) si registra la presenza di 99 attivisti africani. La presenza femminile nei programmi si colloca intorno al 35per cento , con una visibilità migliore rispetto ai telegiornali.
L’attivismo femminile africano nei social
Il report ha preso in esame 36 attiviste africane, 12 per tre ambiti di interesse: ambiente, salute, arte e cultura. Soltanto 7 di queste raggiungono su Facebook una visibilità che supera i 50 post. I loro nomi circolano però soprattutto all’interno dei gruppi tematici che condividono le stesse battaglie. Ad esempio, la galassia ambientalista per Vanessa Nakate, le istituzioni e i soggetti della sfera artistica per Lesley Lokko, Laetitia Ky e Zanele Muholi, i gruppi di lettura e scrittura per Chimamanda Ngozi Adechie o nel caso delle musiciste Fatoumata Diawara e Angélique Kidjo, i post di promozione dei concerti.
La strategia globale di Amref si fonda proprio sulle parole chiave salute, donne e giovani ed è promotrice di numerose iniziative a sostegno dei giovani per amplificare le loro voci, sostenere il loro impegno ed essere in grado di rispondere alle sfide sanitarie e sociali più urgenti. Ad esempio, nel 2017 Amref ha lanciato Youth in Action, programma pluriennale che in pochi anni è diventato uno dei movimenti giovanili più influenti dell’Africa e promuove iniziative di advocacy spingendo verso scelte guidate dalla responsabilità sociale e dalla sostenibilità.
Qui potete scaricare il rapporto L’Africa mediata