Le crisi che il mondo sta vivendo, la pandemia, i problemi energetici, l’inflazione e i venti di una nuova recessione si sono innestati su divari socio-economici strutturali di lungo corso e hanno ulteriormente esacerbato le disuguaglianze. Oxfam Italia ha pubblicato come ogni anno il report intitolato La disuguaglianza non conosce crisi. Oxfam è una confederazione internazionale di 21 organizzazioni che lavorano insieme in oltre 80 Paesi nel mondo nel quadro di un movimento globale per il cambiamento “per costruire un futuro libero dall’ingiustizia della povertà”.
Dal report emerge che, per la prima volta in 25 anni, la ricchezza estrema e la povertà estrema sono aumentate drasticamente e contemporaneamente. Anche in Italia cresce la concentrazione di ricchezza e si confermano gli elevati divari dei redditi che la collocano tra gli ultimi Paesi nell’Unione europea.
Le disuguaglianze reddituali nel nostro Paese riguardano le famiglie con figli a carico, i giovani, i meno istruiti e gli stranieri. Nel 2020, rispetto al 2019, le maggiori perdite reddituali hanno interessato famiglie numerose con almeno cinque persone e famiglie con almeno un componente straniero.
L’indicatore composito di rischio di povertà o esclusione sociale (la percentuale di individui residenti che si trova in almeno una delle condizioni di reddito netto equivalente inferiore al 60 per cento del valore mediano, di deprivazione materiale e di bassa intensità di lavoro) era pari a 25,4 per cento nel 2021, interessando poco meno di 15 milioni di famiglie, e stabile rispetto al biennio precedente (2019-2020). L’incidenza del rischio di povertà o esclusione sociale era più elevata per famiglie numerose (con tre o più figli), per quelle monogenitore o tra le persone sole che hanno meno di 65 anni. L’incidenza era inoltre sensibilmente maggiore per individui che vivono in famiglie con almeno un cittadino straniero rispetto a chi vive in nuclei di soli italiani.
La povertà assoluta colpisce di più le famiglie con stranieri (con un’incidenza di quasi cinque volte superiore alle famiglie di soli italiani) sebbene per tali gruppi sia rimasta pressoché stabile negli ultimi sei anni (2016- 2021).