Il Centro Astalli ha presentato il Rapporto annuale 2024, una fotografia aggiornata sulle condizioni di richiedenti asilo e rifugiati che durante il 2023 si sono rivolti alla sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati e hanno usufruito dei servizi di prima e seconda accoglienza offerto a Roma, Bologna, Catania, Grumo Nevano, Palermo, Padova, Trento e Vicenza.

Oltre a contenere un resoconto di un anno di attività del Centro, il Rapporto vuole essere uno strumento per capire chi sono i migranti che giungono in Italia per chiedere asilo, quali le principali difficoltà che incontrano nel percorso per il riconoscimento della protezione e per l’accesso all’accoglienza o a percorsi di integrazione. Attraverso testimonianze e approfondimenti si cerca di far emergere i principali nodi sulle migrazioni forzate in Italia: vie d’accesso, vulnerabilità, inclusione sociale.

Aumentano marginalità e disuguaglianze: la precarietà delle persone rifugiate è la vera emergenza In tutti i servizi del Centro Astalli si sono fatti sentire gli effetti dell’inflazione e dei decreti d’urgenza emanati dal Governo in materia di immigrazione. Sono sempre di più i rifugiati e i richiedenti asilo che vivono in strada, hanno sistemazioni precarie sul territorio di Roma (e non solo) e necessitano di un accompagnamento strutturato. Gli accessi ai servizi di prima accoglienza (mense, docce, distribuzione vestiario, ambulatori) sono alti in tutti i territori. È aumentata la presenza di donne migranti. Aumentano marginalità, disuguaglianze ma anche le complessità delle situazioni di cui le persone migranti sono portatrici.

Vulnerati e dimenticati: sono 8.541 le persone che hanno perso la vita lungo le rotte migratorie di tutto il mondo nel corso del 2023, anno in cui sono stati registrati più morti in assoluto, 3.105 le persone morte e disperse nel mar Mediterraneo, più di 29mila in totale le vittime dal 2014 (dati Oim). “Le risposte politiche a queste tragedie hanno visto l’inasprimento del contrasto all’attività delle navi umanitarie, la realizzazione di accordi economici per dissuadere gli arrivi, aumentare i rimpatri e cooperare con regimi antidemocratici; l’emanazione di regole di accesso più rigide per i richiedenti asilo in Europa, compresi i minori, mettendo una seria ipoteca sul rispetto dei diritti di persone già duramente provate da situazioni caratterizzate da persecuzioni e violenze subite nei Paesi di origine e in quelli di transito” si legge nel Rapporto.

Centinaia di migliaia di persone rimangono imprigionate in terre di mezzo, e vedono aumentare il carico dei traumi a cui sono sottoposti. Esiste nel mondo dei rifugiati una vulnerabilità più nascosta, spesso legata ai traumi vissuti e non ancora elaborati. “Pensare di riservare un’accoglienza (sia in termini di alloggio che di documenti) ai soli soggetti vulnerabili, significa scegliere di contribuire ad accrescere il numero delle persone vulnerabili” scrivono dal Centro Astalli.

L’accoglienza mancata: un duro colpo ai percorsi di integrazione dei migranti forzati. “Se guardiamo al quadro d’insieme del 2023 dal globale al locale, la questione migratoria non viene certamente affrontata dal punto di vista delle persone che si mettono in viaggio. La trasformazione del sistema di accoglienza in Italia ha inferto un duro colpo a quell’accoglienza diffusa che ha caratterizzato negli ultimi anni l’impegno di molte realtà a servizio dei migranti forzati”.

Il tramonto del diritto di asilo: vite instabili si scontrano con i cambiamenti delle normative e delle prassi dei singoli uffici, che rendono ogni questione burocratica un potenziale labirinto senza uscita.

L’inclusione sociale dei rifugiati rappresenta un’opportunità di crescita per l’intera società: promuovere l’integrazione dei rifugiati significa assumerne la corresponsabilità, mettendosi al fianco dei migranti, accogliendo e valorizzando le loro necessità e aspirazioni. Garantire loro l’accesso e il diritto allo studio significa offrire un futuro diverso a molti giovani che spesso hanno conosciuto solo guerra, violenza e distruzione nella loro vita, per metterli nelle condizioni di investire con creatività sul proprio futuro.

Oltre l’accoglienza: il diritto all’abitare rimane ancora per molti migranti forzati una chimera. I percorsi abitativi di chi esce dal sistema di accoglienza risultano sempre più ardui. Il mancato accesso al mercato della casa, insieme all’evidente insufficienza di percorsi di accompagnamento in uscita dall’accoglienza, finisce dunque per costringere le persone a situazioni di disagio abitativo estremo, quali la convivenza forzata o la vita per strada.

“Investiamo nel patrimonio sociale delle nostre comunità, valorizzando le diversità che le possono rendere più ricche e forti” conclude il Rapporto.

Qui potete scaricare lil Rapporto 2024 e le infografiche