Foto: Gema Cortes / Oim 2023

Solo la metà dei paesi del mondo valutati in un nuovo rapporto dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni garantiscono l’accesso ai servizi sanitari finanziati dal governo a tutti i migranti. L’inclusione dei migranti e l’accesso ai servizi di base non sono uniformi e rimangono una sfida. L’Oim incoraggia gli Stati a intensificare gli sforzi per migliorare l’accesso alla sanità e ad altri servizi attraverso un approccio incentrato sulle persone che coinvolga l’intero governo. 

“Oggi più persone che mai possono accedere ai servizi sanitari essenziali, ma molti migranti ne sono ancora privi. L’accesso ai servizi sanitari è un diritto umano fondamentale per tutte le persone, indipendentemente dal loro status, colore, sesso, lingua, religione e origini nazionali o sociali – ha affermato il vicedirettore generale per le operazioni dell’Oim, Ugochi Daniels – L’iniziativa relativa agli indicatori sulla governance della migrazione punta i riflettori sulla via da seguire”.

Il rapporto, realizzato dall’iniziativa Migration Governance Indicators dell’Oim, offre risultati e raccomandazioni chiave nella definizione delle politiche migratorie, compreso l’accesso dei migranti ai servizi, sulla base dei dati di 100 valutazioni nazionali e 69 a livello locale condotte tra il 2016 e il 2023.  

L’accesso ai servizi, come la sanità e l’istruzione, è un indicatore chiave delle politiche che promuovono i diritti dei migranti e le pari opportunità. Tuttavia, l’accesso legale a questi servizi nei paesi di tutto il mondo varia notevolmente. Ad esempio, il 18 per cento dei paesi valutati in Europa sancisce legalmente il diritto di accesso ai servizi sanitari, rispetto al 70 per cento dei paesi valutati nelle Americhe.  

Esistono anche differenze nella copertura sanitaria a livello nazionale e tra categorie di migranti come rifugiati, lavoratori migranti, richiedenti asilo e studenti internazionali. 

I dati dimostrano che l’accesso all’assistenza sanitaria è ostacolato anche dalla riluttanza dei migranti a cercare assistenza medica a causa del loro status di migrante, di vincoli finanziari o della paura del rimpatrio. Il rapporto raccomanda ai governi di fornire informazioni tempestive ai migranti sui loro diritti e di offrire alternative per facilitare l’accesso ai migranti con status irregolare.  

Oltre agli approfondimenti sull’accesso dei migranti ai servizi sanitari, il rapporto copre altri aspetti chiave della governance della migrazione, comprese le misure per rintracciare i migranti scomparsi, le strategie di riduzione del rischio di catastrofi, i programmi di immigrazione per lavoro, la raccolta di dati, le strategie migratorie nazionali e l’impegno con le comunità della diaspora.

Lanciato nel 2016, il programma Migration Governance Indicators mira a promuovere politiche migratorie basate sull’evidenza e incentrate sulle persone in tutto il mondo. Con valutazioni condotte in 110 paesi e 95 stati, città e comuni, i Migration Governance Indicators si sono affermati come la più grande fonte di dati sulla governance della migrazione a livello globale. 
 
Qui potete scaricare il rapporto Migration Governance Insights