“Nell’ipertrofia emotiva in cui la società italiana si è inabissata, le argomentazioni ragionevoli possono essere capovolte da continue scosse emozionali. Tutto è emergenza: quindi, nessuna lo è veramente. Così trovano terreno fertile paure amplificate, fughe millenaristiche, spasmi apocalittici, l’improbabile e il verosimile”. È quanto emerge dal 57° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, pubblicato dal Censis e presentato pubblicamente il 1° dicembre scorso. Nella sede del Cnel, con l’introduzione del presidente Renato Brunetta, per il Censis sono intervenuti il direttore generale Massimiliano Valerii e il segretario generale Giorgio De Rita.

“Alcuni processi economici e sociali largamente prevedibili nei loro effetti sembrano rimossi o sottovalutati dall’agenda collettiva del Paese, ma il loro impatto sarà dirompente. La società italiana sembra precipitata in un sonno profondo” ha detto il direttore generale.

Per il 73 per cento degli italiani gli sconvolgimenti globali sottoporranno l’Italia alla pressione di flussi migratori sempre più intensi e non saremo in grado di gestire l’arrivo di milioni di persone in fuga dalle guerre o per effetto del cambiamento climatico.

Peraltro il nostro continua a essere un Paese di emigrazione (sono più di 5,9 milioni gli italiani attualmente residenti all’estero, pari al 10,1 per cento dei residenti in Italia), più che di immigrazione (sono 5 milioni gli stranieri residenti nel nostro Paese, pari all’8,6 per cento dei residenti in Italia). Gli italiani che si sono stabiliti all’estero sono aumentati del 36,7 per cento negli ultimi dieci anni (ovvero quasi 1,6 milioni in più).

Le famiglie in Italia sono complessivamente 25,3 milioni. Quelle composte da una coppia, con o senza figli, sono il 52,4 per cento del totale (erano il 60 per cento nel 2009). Il 32,2 per cento delle famiglie (8,1 milioni) è formato da una coppia con figli (nel 2009 la percentuale era del 39). I cittadini stranieri oggi sono presenti in 2,6 milioni di nuclei familiari (il 9,8 per cento del totale) e 1,8 milioni di famiglie (il 7 per cento del totale) sono composte esclusivamente da stranieri.

Sembra giunta a maturazione una nuova stagione di rivendicazioni di diritti civili, come dimostrano le opinioni espresse dagli italiani in merito ad alcune questioni che faticano a trovare un riconoscimento ufficiale per via legislativa. Il 72,5 per cento è favorevole all’introduzione dello ius soli, ovvero la concessione della cittadinanza ai minori nati in Italia da genitori stranieri regolarmente presenti, e il 76,8 per cento è favorevole allo ius culturae, ovvero la cittadinanza per gli stranieri nati in Italia o arrivati in Italia prima dei 12 anni che abbiano frequentato un percorso formativo nel nostro Paese, “Due numeri molto significativi” ha sottolineato Valerii durante la presentazione.

Sul sito Censis trovate tutti i dettagli del 57° Rapporto sulla situazione sociale del Paese

Qui potete rivedere la presentazione del Rapporto