Nel 2022 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie (8,3 per cento del totale da 7,7 per cento nel 2021) e oltre 5,6 milioni di individui (9,7 per cento in crescita dal 9,1 per cento dell’anno precedente), un peggioramento imputabile in larga misura alla forte accelerazione dell’inflazione. Secondo i dati delle statistiche Istat riferite al 2022, l’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 28,9 per cento e si ferma invece al 6,4 per cento per le famiglie composte solamente da italiani. L’incidenza di povertà relativa si attesta al 10,9 per cento (stabile rispetto all’11 per cento del 2021) e le famiglie sotto la soglia sono 2,8 milioni.

Gli stranieri in povertà assoluta sono oltre un milione e 700mila, con un’incidenza pari al 34 per cento, oltre quattro volte e mezzo superiore a quella degli italiani (7,4 per cento). Tuttavia, per questi ultimi si registra un incremento della povertà assoluta a livello nazionale (7,4 per cento dal 6,9 del 2021), ma anche nel Nord e nel Mezzogiorno (rispettivamente 5,4 e 11,4 per cento, da 4,9 e 10,6 per cento dell’anno precedente). Le famiglie in povertà assoluta sono nel 70 per cento dei casi famiglie di soli italiani (quasi 1 milione e 526mila, incidenza pari al 6,4 per cento) e per il restante 30 per cento famiglie con stranieri (661mila, incidenza pari al 28,9 per cento), pur rappresentando queste ultime solamente l’8,7 per cento del totale delle famiglie.

Per le famiglie con almeno uno straniero l’incidenza di povertà assoluta è pari al 28,9 per cento (28,1 nel 2021); è al 33,2 per cento per le famiglie composte esclusivamente da stranieri (stabile rispetto al 32,8 del 2021) e al 6,4 per cento per le famiglie di soli italiani (5,8, in crescita rispetto al 2021). La criticità per le famiglie di soli stranieri è più marcata nei comuni centro dell’area metropolitana: 34,4 per cento, contro il 5,1 per cento delle famiglie composte da soli italiani.

L’incidenza più elevata si registra nel Mezzogiorno, con quote di famiglie con stranieri in povertà quasi quattro volte superiori a quelle delle famiglie di soli italiani (rispettivamente 35,7 e 9,5 per cento). Al Centro le famiglie con stranieri mostrano l’incidenza di povertà più contenuta, pari al 26,5 per cento, simile al Nord (27,8 per cento).

Nelle famiglie con stranieri in cui la persona di riferimento è in cerca di occupazione, l’incidenza della povertà assoluta è pari al 40,5 per cento (per le famiglie composte solamente da italiani tale incidenza è pari al 18,8 per cento); se la persona di riferimento è occupata, la condizione di povertà riguarda invece poco più di una famiglia su quattro (28,3 per cento). Per le famiglie di soli italiani con persona di riferimento non occupata, si registra una crescita dell’incidenza di povertà assoluta (8,1 per cento dal 7,3 del 2021); stessa dinamica per le famiglie di soli italiani con persona di riferimento ritirata dal lavoro (5,8 per cento dal 4,5 del 2021). Le famiglie di soli stranieri con persona di riferimento non occupata raggiungono nel 2022 valori dell’incidenza pari al 35 per cento, stabile rispetto al 2021.

Le famiglie con almeno uno straniero in cui sono presenti minori mostrano un’incidenza di povertà pari al 30,7 per cento (322mila famiglie); il sottoinsieme delle famiglie di soli stranieri con minori presenta maggiori segnali di disagio (36,1 per cento), oltre quattro volte e mezzo superiore a quello delle famiglie di soli italiani con minori (7,8 per cento). Nel Mezzogiorno e nel Nord l’incidenza nelle famiglie con stranieri dove sono presenti minori supera il 30 per cento, rispettivamente 37,6 e 30,8 per cento, contro il 12,6 e il 4,5 per cento delle famiglie di soli italiani con minori.

Qui potete scaricare i dati dettagliati delle statistiche Istat