È stato presentato ieri, giovedì 13 aprile, il Rapporto annuale 2023 del Centro Astalli, una fotografia aggiornata sulle condizioni di richiedenti asilo e rifugiati che durante il 2022 si sono rivolti alla sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati, e hanno usufruito dei servizi di prima e seconda accoglienza offerti a Roma, Bologna, Catania, Grumo Nevano, Palermo, Padova, Trento e Vicenza.
Il Rapporto, oltre a contenere un resoconto di un anno di attività del Centro Astalli, vuole essere uno strumento per capire quali sono le principali nazionalità dei rifugiati che giungono in Italia per chiedere asilo e le difficoltà che incontrano nel percorso per il riconoscimento della protezione e per l’accesso all’accoglienza o a percorsi di integrazione. Attraverso testimonianze e approfondimenti si cerca di far emergere i principali nodi sulle migrazioni forzate in Italia: vie d’accesso, vulnerabilità, inclusione sociale.
Il Rapporto annuale 2023 descrive il Centro Astalli in Italia “come una realtà che, grazie agli oltre 700 volontari, risponde ai mutamenti sociali e legislativi di un Paese che stenta a dare la dovuta assistenza a chi, in fuga da guerre e persecuzioni, cerca protezione”.
Nel 2022 il numero di persone in fuga ha superato la soglia dei 100 milioni nel mondo (fonte: Unhcr). Solo una piccola percentuale di questi cerca di arrivare in Europa. Le due vie principali di accesso sono quella del Mediterraneo e della rotta balcanica, percorse da chi è costretto, in mancanza di canali d’ingresso legali e sicuri, ad affidarsi ai trafficanti e ad affrontare viaggi lunghi e pericolosi. Sono state circa 5 milioni le persone che hanno fatto ingresso nell’Unione europea dall’Ucraina dall’inizio del conflitto. Di queste 170 mila sono arrivati in Italia nel corso dell’anno. La maggior parte è stata ospitata da connazionali già residenti in Italia e solo circa il 20 per cento in strutture d’accoglienza del sistema pubblico.
Nell’esperienza del Centro Astalli, è sembrato come se ci fossero due percorsi paralleli: uno per gli ucraini e uno per tutti gli altri rifugiati. Afgani, siriani, somali e nigeriani sono tra le principali nazionalità di rifugiati accompagnati nelle varie sedi territoriali del Centro Astalli, anch’essi in fuga da guerra e persecuzioni.
Il Rapporto sttolinea che gli ostacoli più incomprensibili e inattesi che i rifugiati incontrano in Italia sono quelli burocratici. Nel 2022 sono diverse le criticità rilevate: in particolare i ritardi nel primo rilascio e nel rinnovo dei permessi di soggiorno, causati dal notevole carico di lavoro che grava su Commissioni territoriali, Prefetture e Questure. I tempi di attesa possono arrivare a quasi un anno dalla presentazione della richiesta di asilo alla consegna del documento.
Molte persone assistite dal servizio di orientamento legale inoltre riferiscono di non riuscire ad accedere in Questura per la formalizzazione della domanda di protezione internazionale. Ciò comporta la necessità di provare a entrare più volte, mettendosi in fila anche di notte. A conferma delle difficoltà e dei tempi di attesa per i rinnovi del permesso di soggiorno, circa un terzo degli utenti dei servizi di bassa soglia a Roma rientra nella tipologia descritta nel Rapporto con la voce “permesso di soggiorno in via di definizione”. Una percentuale significativa dovuta a vari fattori, tra cui le conseguenze dei cambiamenti di legge intervenuti nel 2018, con i cosiddetti decreti sicurezza, e il sopraggiungere della pandemia. Molti hanno perso il lavoro e hanno avuto difficoltà ad avere un indirizzo valido di residenza, requisito fondamentale per l’esigibilità di diritti sociali e per i percorsi di integrazione.
Nel 2022 sono arrivati via mare in Italia 105.129 migranti, di cui 13.386 minori non accompagnati. Il sistema di accoglienza nazionale ha registrato alla fine del 2022 un totale di presenze pari a 107.677 persone. La maggior parte di questi posti però continua a essere offerta da centri di accoglienza straordinaria che non sempre garantiscono servizi essenziali nei percorsi di accompagnamento. La Rete territoriale del Centro Astalli che gestisce, in modalità diffusa, sia centri di accoglienza straordinaria (a Trento, Vicenza, Padova) che centri del Sistema Accoglienza e Integrazione (a Bologna, Palermo, Roma, Trento), continua a vedere nella rete Sai, che alla fine del 2022 accoglieva 33.848 persone, il sistema da ampliare e su cui investire, affinché a tutti possa essere garantito un efficace supporto all’integrazione, secondo standard nazionali uniformi. L’accoglienza diffusa, che porta con sé una quotidiana interazione tra cittadini e rifugiati, indica la strada per costruire un’Italia diversa, più preparata a cogliere le opportunità dell’incontro.
Il Centro Astalli in cifre
Utenti 2022: 18.000, di cui 10.000 a Roma
Volontari: 707
Enti della Rete Territoriale del Centro Astalli: 8
Pasti distribuiti: 46.313
Persone ospitate in strutture d’accoglienza: 1.308, di cui 240 in progetti di semi-autonomia
Studenti incontrati nell’ambito dei progetti Finestre e Incontri: 27.855
Qui potete scaricare il Rapporto annuale 2023