“Noi cerchiamo un rapporto di collaborazione con i Paesi di origine e transito dei flussi migratori, ma sappiamo che la dimensione di questo fenomeno, dimensione epocale crescente in ogni parte del mondo, non è affrontabile a livello bilaterale. Ed è affrontabile soltanto con una congiunta, lucida, ben organizzata azione europea, che affronti in maniera sistemica questo grande problema epocale che si presenta attraverso il Mediterraneo. Ma non soltanto attraverso il Mediterraneo, anche attraverso la rotta balcanica. Si tratta di due aspetti che si intersecano. I buoni rapporti collaborativi attraverso buoni moduli di collaborazioni bilaterali sono un’azione consapevole, organica, che l’Unione europea può svolgere su tutti i tavoli, compreso quello delle migrazioni”: sono le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita di Stato nella Repubblica del Kenya. Martedì 14 marzo Mattarella è stato ricevuto alla State House dal presidente della Repubblica del Kenya, William Ruto. Al termine dei colloqui, i due Capi di Stato hanno tenuto una conferenza stampa in cui si è parlato anche di migranti.
Nell’intervento all’Università di Nairobi sul cambiamento climatico, sfida comune per Africa ed Europa, Mattarella ha parlato del fenomeno dei profughi climatici, “drammaticamente davanti a noi. L’impronta dell’uomo sui cicli biogeochimici, da quello del carbonio a quelli dell’azoto e del fosforo, a quello dell’acqua e dell’ossigeno, tutti elementi fondamentali della vita, è determinante. Soprattutto in Africa se ne vivono le drammatiche conseguenze sulla povertà, la malnutrizione, l’accesso alla salute e le prospettive di crescita”.
“L’applicazione di piani per la transizione energetica rappresenta di per sé una modalità che può permetterci di addivenire a un sistema economico globale più equo, più sostenibile, più giusto. È una grande opportunità per dare vita a forme di cooperazione internazionale equilibrate, che affrontino il tema dello sviluppo in modo sostenibile, con il necessario trasferimento tecnologico da parte dei Paesi più avanzati e mettendo a disposizione le risorse finanziarie necessarie a beneficio dei Paesi più vulnerabili. Condividiamo la tensione verso un nuovo umanesimo, che ponga al centro, a livello nazionale e internazionale, l’uomo e la sua aspirazione a vivere con dignità in società più eque, inclusive e sostenibili” ha concluso il Presidente.