Ucraina, migrazione e il terremoto in Turchia e Siria sono tra i temi della riunione del Consiglio europeo il 9 febbraio scorso a Bruxelles. Il Consiglio ribadisce la sua condanna della guerra della Russia nei confronti dell’Ucraina “che costituisce una palese violazione della Carta delle Nazioni Unite. La brutale guerra della Russia, in corso ormai da quasi un anno intero, ha inflitto all’Ucraina e alla sua popolazione immani sofferenze e devastazioni. La Russia deve porre fine immediatamente a questa guerra atroce. L’Unione europea rimarrà al fianco dell’Ucraina fornendole il suo risoluto sostegno per tutto il tempo necessario”.
L’Unione europea continuerà a fornire all’Ucraina e alla sua popolazione sostegno a livello politico, economico, militare, finanziario e umanitario per tutto il tempo necessario. Ad oggi, l’assistenza complessiva fornita all’Ucraina e alla sua popolazione dall’Unione europea e dai suoi Stati membri ammonta ad almeno 67 miliardi di euro. Approvata anche la settima tranche di sostegno militare a favore dell’Ucraina per un valore di 500 milioni di euro nell’ambito dello strumento europeo per la pace. L’Unione europea ha ribadito il proprio impegno a rafforzare il sostegno agli sfollati, tanto in Ucraina quanto nell’Unione europea, anche mediante un’assistenza finanziaria adeguata e flessibile agli Stati membri che sostengono l’onere maggiore in termini di costi medici, costi dell’istruzione e costo della vita dei rifugiati.
Il Consiglio europeo ha discusso della situazione migratoria: “una sfida europea che richiede una risposta europea” valutando l’attuazione delle sue precedenti conclusioni, finalizzate allo sviluppo di un approccio globale alla migrazione che combini il rafforzamento dell’azione esterna, un controllo più efficace delle frontiere esterne dell’Ue e la dimensione interna, nel rispetto del diritto internazionale, dei principi e dei valori dell’Ue della tutela dei diritti fondamentali.
L’Unione europea rafforzerà la sua azione tesa a prevenire le partenze irregolari e la perdita di vite umane, ridurre la pressione sulle frontiere dell’Ue e sulle capacità di accoglienza, lottare contro i trafficanti e aumentare i rimpatri. Per questo si intensificherà la cooperazione con i Paesi di origine e di transito attraverso partenariati reciprocamente vantaggiosi. Tutte le rotte migratorie dovrebbero essere coperte, anche con risorse adeguate. È opportuno che siano attuati i piani d’azione esistenti per le rotte dei Balcani occidentali e del Mediterraneo centrale. Gli altri temi trattati hanno riguardato il rafforzamento della cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione, il controllo delle frontiere esterne dell’Ue, la lotta alla strumentalizzazione, alla tratta di persone e al traffico di migranti.
A seguito del terremoto in Turchia e Siria il Consiglio europeo invita tutti a garantire l’accesso umanitario alle vittime del terremoto in Siria, indipendentemente dal luogo in cui si trovano. L’Unione europea e i suoi Stati membri hanno mobilitato risorse supplementari per sostenere gli sforzi umanitari.
Sul sito del Consiglio europeo la pagina della sessione del 9 febbraio