Al censimento Istat del 2021 sono state conteggiate 2.527.982 famiglie con almeno un componente straniero. Sono in prevalenza composte da una sola persona (38 per cento), oltre un quarto delle famiglie considerate sono costituite da quattro o più componenti (27,3 per cento) e di queste il 60 per cento vive nel Nord Italia. Il 18,3 per cento sono famiglie composte da due persone e il 16,3 per cento da tre persone.
Nel decennio 2011-2021 il numero totale delle famiglie con almeno un componente straniero è aumentato di circa 700mila unità (+38,3 per cento). L’incremento totale è attribuibile per quasi il 60 per cento alla crescita delle famiglie unipersonali (+73,6 per cento) e per circa un quinto all’aumento delle famiglie con quattro o più componenti (+25,7 per cento). L’incremento assoluto delle famiglie con almeno un componente straniero determina un aumento anche della loro incidenza sul totale delle famiglie censite in Italia che passa dal 7,4 nel 2011 a quasi il 10 per cento nel 2021.
Il Nord (63,2 per centp), in particolare il Nord-ovest, è l’area più attrattiva per le famiglie con almeno un componente straniero, soprattutto per quelle con quattro e più componenti, seguite dalle famiglie con tre (60 per cento) e con due componenti (57 per cento). Le famiglie unipersonali per oltre la metà risiedono al Nord, per il 27,5 per cento al Centro e per circa un quinto nel Mezzogiorno.
Per un verso, l’incremento delle famiglie con quattro o più componenti può essere attribuito ad un processo di stabilizzazione e di compimento del progetto migratorio che coinvolge buona parte della presenza straniera in Italia. Gli stranieri nel corso del tempo tendono a costituire nuclei famigliari più o meno compositi, con figli e membri ricongiunti, manifestando l’intenzione a mettere radici nel Paese. Di contro, il significativo aumento delle famiglie unipersonali lascia intendere che parte del fenomeno migratorio è ancora in una fase di assestamento laddove non di emergenza e di precarietà.
Processo migratorio più maturo ma ancora in assestamento
Rispetto al censimento del 2011, alcune collettività presenti in Italia, soprattutto quelle a forte prevalenza maschile, provenienti da aree del mondo caratterizzate da instabilità politica, guerre, crisi climatiche ed economiche, come ad esempio Egitto, Pakistan e Bangladesh per citare soltanto alcune delle maggiori collettività presenti in Italia, sono cresciute in misura rilevante, andando ad aumentare il numero delle famiglie monocomponenti.
Se si considera la cittadinanza dei componenti, l’insieme delle famiglie con almeno un componente straniero si disarticola in famiglie con tutti i componenti stranieri e famiglie miste formate da italiani e stranieri. Quelle interamente straniere ammontano a un milione e 800mila unità e rappresentano quasi il 72 per cento delle famiglie con almeno un componente straniero e oltre la metà del totale per tutte le ampiezze delle famiglie.
Gli italiani formano coppia mista per circa il 31 per cento con donne romene (16 per cento), ucraine (8,3 per cento) e marocchine (6,5 per cento). Seguono nella graduatoria dei primi 10 Paesi di cittadinanza delle partner Polonia, Perù, Russia, Germania, Moldova e Spagna (complessivamente il 57 per cento). Di contro, sono albanesi (13,3 per cento), marocchini (11,7 per cento), romeni (7,6 per cento) e tunisini (4,4 per cento) a costituire oltre un terzo dei partner stranieri delle donne italiane, seguiti da tedeschi, britannici, brasiliani, francesi, peruviani ed egiziani (in totale il 55 per cento).
Le persone di riferimento delle famiglie con almeno un componente straniero di cittadinanza italiana dalla nascita rappresentano il 14,7 per cento del totale, oltre un quarto sia delle famiglie con due che con tre componenti e un quinto delle famiglie più estese.
I nuovi italiani pesano per il 6 per cento sul totale delle persone di riferimento e sono in gran parte immigrati. Essi costituiscono il 15 per cento del totale delle famiglie con quattro e più componenti. Dunque, una persona di riferimento su cinque è di cittadinanza italiana (dalla nascita o acquisita).
Le persone di riferimento di nazionalità straniera rappresentano quasi l’80 per cento del totale delle famiglie con almeno un componente straniero e soltanto una quota minima è nata in Italia, quindi presumibilmente caratterizzata da una giovane età e ancora nel ruolo di figlio/figlia.
Se a livello nazionale la presenza straniera è a leggera prevalenza femminile (51,2 per cento), la distribuzione di genere delle persone di riferimento è a maggioranza maschile (63 per cento).
Le famiglie composte da soli stranieri sono circa un milione e 800mila. Tra queste, quelle in cui tutti i componenti hanno la stessa cittadinanza sono circa il 98 per cento. L’analisi della tipologia familiare di questo collettivo permette di individuare alcuni modelli del rapporto tra progetto migratorio e composizione della famiglia. Dalla distribuzione della tipologia familiare per Paese di cittadinanza si osserva per le prime 10 collettività (circa il 64 per cento del totale) una significativa variabilità.
Il predominio numerico della collettività romena, che rappresenta circa un quarto delle persone straniere residenti, si riflette anche sulla distribuzione delle famiglie straniere (il 24 per cento delle famiglie con almeno un componente straniero). Quasi la metà delle famiglie di cittadini romeni è rappresentata da monocomponenti, di cui un terzo è di genere femminile, e una quota pressoché analoga è costituita da famiglie con un solo nucleo: il 35 per cento è composto da coppie (di cui circa un quarto con figli) e il 16 per cento nuclei monogenitore, a prevalenza femminile.
Qui potete scaricare i dati dettagliati dell’Istat