©Louisa Gouliamaki/Afp
Il Parlamento europeo ha dato il via libera finale alle norme rivedute in materia di prevenzione e lotta contro la tratta di esseri umani e protezione delle vittime. I deputati hanno approvato con 563 a favore, 7 contro e 17 astensioni una direttiva che amplia il campo di applicazione delle attuali misure per meglio combattere e prevenire la tratta di esseri umani e sostenere meglio le sue vittime.
Per sostenere le azioni dell’Unione europea contro la tratta di esseri umani anche al di là del lavoro e dello sfruttamento sessuale, la nuova legge criminalizza a livello europeo anche il matrimonio forzato, l’adozione illegale e lo sfruttamento della maternità surrogata.
La legge provvederà inoltre a rafforzare il coordinamento tra le autorità antitratta e quelle in materia di asilo, in modo che le vittime che necessitano anche di protezione internazionale ricevano un sostegno e una protezione adeguati e che il loro diritto di asilo sia rispettato. L’uso dei servizi forniti da una vittima della tratta, qualora l’utente sappia che la vittima è sfruttata, sarà criminalizzato al fine di ridurre la domanda di sfruttamento.
Saranno anche introdotte sanzioni per le imprese condannate per tratta, ad esempio escludendole dalle procedure di appalto e dall’ottenimento di aiuti pubblici o sovvenzioni. Si garantirà che i pubblici ministeri possano scegliere di non perseguire le vittime per atti criminali che sono stati costretti a commettere e che le vittime ricevano sostegno indipendentemente dal fatto che collaborino o meno con le indagini.ù
La legge fornirà sostegno alle vittime, compreso l’accesso a rifugi e alloggi sicuri, con particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili, garantirà i diritti delle persone con disabilità e un adeguato sostegno, compresa la nomina di tutori o rappresentanti, ai minori non accompagnati e consentirà ai giudici di considerare la diffusione non consensuale di immagini o video sessuali come una circostanza aggravante nell’emettere sentenze.
La correlatrice Eugenia Rodríguez Palop ha dichiarato: “Dodici anni dopo l’adozione della direttiva, si è resa necessaria una revisione, poiché la tratta sta diventando sempre più sofisticata e le risorse a nostra disposizione sono rudimentali. Dobbiamo essere in grado di trovare le vittime in anticipo, proteggerle e sostenerle: dunque, abbiamo coraggiosamente migliorato la proposta. La tratta è tortura; l’autore del reato deve pagare per ciò che ha fatto e la vittima deve ricevere un risarcimento per ciò che ha sofferto”.
Il correlatore Malin Björk ha dichiarato: “Abbiamo compiuto progressi nel corso dei negoziati; le nuove forme di sfruttamento saranno criminalizzate e i diritti delle vittime, compresi i migranti, saranno migliorati. Stiamo anche intervenendo con disposizioni sullo sfruttamento sessuale. Abbiamo avviato un cambiamento, e ora gli Stati membri devono sfruttare al meglio questa direttiva e garantire che donne e ragazze non siano soggette a traffici in Europa.”
Prossime tappe
Il Consiglio deve ora approvare formalmente l’accordo. La direttiva entrerà in vigore venti giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue e gli Stati membri avranno due anni per attuare le sue disposizioni.