L’analisi pubblicata dall’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (Euaa) rivela importanti cambiamenti nel panorama dell’asilo all’interno dell’Ue+. Nel 2023 i paesi che ne fanno parte hanno ricevuto oltre 1.140.000 domande di asilo, con un aumento del 18 per cento rispetto al 2022. La Germania, con 334.000 domande, è il paese che ne riceve di gran lunga il maggior numero, in termini assoluti, anche se Cipro (12 mila) era quella più sotto pressione, rispetto alla sua popolazione.

Tendenze in cambiamento per alcuni paesi di origine
Nel 2023, i siriani hanno presentato un numero significativamente maggiore di domande (181 mila)poco meno della metà del numero di domande presentate nel 2015, registrando infatti un aumento del 38 per cento rispetto al 2022. Gli afgani (114 mila), pur rimanendo il secondo gruppo più numeroso di richiedenti, hanno presentato un numero notevolmente inferiore di domande rispetto al 2022 (in calo dell’11 per cento), diventando una delle poche nazionalità chiave a diminuire lo scorso anno.

Secondo una tendenza iniziata nel quarto trimestre, i cittadini turchi (101 mila) hanno presentato oltre quattro quinti (82 per cento) di domande in più rispetto all’anno prima. Circa un quinto di tutte le domande sono state presentate da cittadini con accesso senza visto allo spazio Schengen, tra cui venezuelani (68 mila) e colombiani (63). Sempre più palestinesi presentano domande di asilo nell’Ue+. Nel 2023 il numero di domande ha raggiunto quasi 11.600, due terzi in più rispetto al 2022.

Una conseguenza naturale dell’aumento delle domande è il crescente numero di casi pendenti di decisione in primo grado (883 mila), che sono aumentati del 39 per cento nel 2023. Ciò non dipinge tuttavia un quadro completo, poiché anche i paesi Ue+ stanno lavorando per fornire protezione temporanea a oltre 4,4 milioni di ucraini in fuga dall’invasione russa. Alla fine del 2023 l’Euaa forniva assistenza operativa in 13 Stati membri .

Livelli elevati di richieste e tensioni sulla capacità di accoglienza in alcuni Stati membri
Nel 2023, la Germania (334 mila) è rimasta la principale destinazione dei richiedenti asilo nell’Ue+, ricevendo quasi un terzo di tutte le domande. In effetti, la Germania ha ricevuto più domande di Francia (167 mila) e Spagna (162 mila) messe insieme. Anche l’Italia (136 mila) occupa un posto di rilievo nel panorama dell’asilo. Complessivamente, lo scorso anno questi quattro paesi hanno ricevuto oltre i due terzi di tutte le domande .

Alcune cittadinanze presentano la maggior parte delle loro domande in un unico paese Ue+. Nel 2023, tra questi figuravano venezuelani e colombiani, che hanno presentato oltre l’80 per cento delle loro domande in Spagna. Gli egiziani presentano quasi il 70 per cento delle loro domande in Italia, così come afgani, siriani e turchi le presentano in Germania. Significativamente, dei 31 mila marocchini che hanno presentato domanda nei paesi Ue+, la maggior parte lo ha fatto in Austria. Inoltre, in Francia hanno fatto domanda soprattutto i guineani (21 mila) e gli ivoriani (20 mila) .

Secondo Agenzia per l’asilo, valutare quali paesi Ue+ ricevono il maggior numero di domande di asilo è importante ma non è la migliore misura della pressione sulle amministrazioni nazionali perché i sistemi di asilo e di accoglienza variano ampiamente in termini di capacità. Cipro ha ricevuto 1 domanda ogni 78 abitanti, la Germania, invece, ha ricevuto 1 domanda ogni 252 abitanti. Pur ricevendo numeri molto diversi, il Belgio e l’Estonia erano sottoposti a una pressione pro capite simile. Nel loro insieme, i paesi Ue+ hanno ricevuto circa una domanda di asilo ogni 400 abitanti nel 2023.

Tasso di riconoscimento più alto degli ultimi anni
Nel 2023 il tasso di riconoscimento Ue+ è salito al 43 per cento, il livello più alto degli ultimi 7 anni mentre il tasso è rimasto stabile per la maggior parte delle nazionalità. Per alcuni ha oscillato sia in termini di numero di decisioni positive (in primo grado) sia in termini di tipo di decisione di protezione.

Pur rimanendo elevato, nel caso dei siriani (tasso di riconoscimento superiore all’80 per cento) solo un quarto delle decisioni (26 per cento) ha concesso lo status di rifugiato. Per gli afgani invece (tasso di riconoscimento del 61 per cento) circa la metà delle decisioni hanno concesso lo status di rifugiato. Inoltre, dal 2019, il tasso di riconoscimento dei cittadini turchi è diminuito notevolmente, arrivando al 25 per cento.

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