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Per milioni di rifugiati e sfollati nel mondo sta per iniziare il periodo più difficile dell’anno. La stagione invernale comporta infatti rischi concreti per la sopravvivenza di moltissime famiglie vulnerabili, già provate da cambiamenti climatici sempre più estremi, dall’impatto a lungo termine della pandemia e dalla mancanza di soluzioni pacifiche a conflitti ed emergenze.
Secondo le ultime stime contenute nel recente rapporto Mid-Year Trends di Unhcr, l’Agenzia Onu per i Rifugiati, il numero di persone in fuga da guerre, persecuzioni, violenze e violazioni di diritti umani nel mondo, ha con tutta probabilità superato i 114 milioni. Per almeno 4,7 milioni di loro, quello alle porte si preannuncia come uno dei peggiori inverni di sempre, soprattutto per chi vive in Paesi come l’Ucraina, la Siria e l’Afghanistan. Parliamo di centinaia di migliaia di famiglie in fuga che faticano a proteggersi dal gelo, a trovare un riparo e abiti adatti all’inverno, ma anche ad acquistare cibo e medicine anche a causa dell’impennata dei prezzi globali dell’energia e delle materie prime.
Raccogliere fondi per fornire subito ai rifugiati e agli sfollati assistenza salvavita nella stagione più fredda e difficile dell’anno è l’obiettivo della campagna Fai sentire il tuo calore che Unhcr ha lanciato in questo giorni. “Purtroppo stiamo vivendo una fase nella quale i conflitti continuano a proliferare e si intensificano quelli esistenti, mentre mancano soluzioni pacifiche. Il risultato è che troppe vite vengono spezzate e troppe persone vengono sradicate dalla propria casa – spiega Laura Iucci, direttrice della raccolta fondi Unhcr Italia – L’inverno moltiplica le sofferenze dei rifugiati e degli sfollati, fino a minacciare la sopravvivenza dei più vulnerabili. Il nostro piano mira a raggiungere quasi 5 milioni di persone con aiuti salvavita, che vanno dalla riparazione delle abitazioni danneggiate dai bombardamenti alla fornitura di coperte e abiti invernali. Come accaduto lo scorso inverno, anche quest’anno esiste il rischio concreto che non siano disponibili i fondi sufficienti per aiutare tutte le persone che ne hanno bisogno, per questo facciamo un appello alla generosità di tutti: basta un piccolo aiuto per fare la differenza, anche una coperta può salvare una vita”.
Ucraina, affrontare il gelo in case danneggiate, senza calore e senza elettricità
Con oltre 6,2 milioni di rifugiati e più di 5 milioni di sfollati interni, il Paese si appresta a vivere il suo secondo inverno in guerra. In Ucraina le temperature invernali possono scendere parecchi gradi sotto le zero. Moltissime case sono state danneggiate o distrutte dai bombardamenti. Non tutti i danni causati alle infrastrutture energetiche e di riscaldamento lo scorso inverno sono stati riparati e c’è un alto rischio che vengano attaccate di nuovo. Unhcr è al lavoro per dare sostegno a 900 mila persone che hanno bisogno di assistenza urgente per l’inverno. Gli interventi sul campo mirano ad assicurare assistenza abitativa alla popolazione sfollata, compreso il sostegno ai costi di affitto, l’isolamento termico degli alloggi danneggiati e la fornitura di stufe e kit termici; aiuti in denaro per il fabbisogno energetico invernale, tra cui combustibile o generatori elettrici, per le persone più vulnerabili; consegna di kit invernali con coperte termiche, termosifoni, trapunte e lanterne solari, che saranno distribuiti alle persone che vivono lungo la linea del fronte o che hanno esigenze e vulnerabilità specifiche.
Afghanistan, dove le temperature possono scendere fino a quasi -25
In Afghanistan vivono 3,2 milioni di sfollati interni; oltre 3,4 milioni di rifugiati afghani si trovano attualmente in Iran e 2,1 milioni in Pakistan. Unhcr ha identificato in totale 1 milione e 890 mila persone per le quali l’inverno rappresenta un immediato e grave pericolo per la sopravvivenza. Ad aggravare il quadro, il 7 e il 15 ottobre scorsi l’Afghanistan è stato sconvolto da forti terremoti nella provincia di Herat che hanno causato migliaia tra vittime e feriti, 12 villaggi sono stati completamente distrutti e più di 440 colpiti e 2.500 case crollate. In un vasto territorio nel quale le temperature invernali possono scendere fino a -25 gradi, l’inverno rappresenta una grave minaccia per le famiglie sfollate, soprattutto per quelle che vivono sotto le tende, in rifugi danneggiati o in alloggi senza protezioni e quindi più esposti al freddo gelido.
Siria, il gelo in arrivo sul tredicesimo inverno di crisi
Sono 6,7 milioni gli sfollati in Siria, 5,2 milioni di rifugiati siriani si trovano in Libano, Turchia, Giordania, Iraq ed Egitto, Paese che ospita anche 310 mila rifugiati sudanesi arrivati di recente. Il freddo intenso in gran parte del Medio Oriente, combinato con frequenti tempeste invernali, crea condizioni molto pericolose per la sopravvivenza. Inoltre, in Siria il terremoto dello scorso febbraio ha causato la distruzione di rifugi e dei mezzi di sussistenza della popolazione sfollata a causa del conflitto, aggravando ulteriormente le loro difficoltà.
La campagna “Fai sentire il tuo calore” a sostegno del piano in 8 Paesi
Con la campagna, Unhcr intende sensibilizzare l’opinione pubblica sulla grave minaccia dell’inverno alla sopravvivenza di centinaia di migliaia di famiglie e raccogliere fondi a sostegno del piano per l’inverno 2023-2024. In particolare, Unhcr intende fornire assistenza urgente a 4.745.860 persone in 8 Paesi: Afghanistan, Egitto, Giordania, Iran, Libano, Pakistan, Siria e Ucraina.
La prima emergenza è quella abitativa: poter assicurare un alloggio dignitoso, sicuro e caldo è vitale, soprattutto per bambini e anziani. Lo staff dell’Unhcr è già operativo e una serie di interventi preventivi sono in atto tra cui riparazione e isolamento termico delle abitazioni danneggiate da bombardamenti; l’ampliamento e il miglioramento di strutture di accoglienza, in modo che siano attrezzate per affrontare la stagione invernale; rafforzamento delle infrastrutture nei campi rifugiati, compresi i sistemi di drenaggio per evitare inondazioni. Il Piano invernale prevede poi la distribuzione di beni di prima necessità come coperte termiche, sacchi a pelo e utensili da cucina, nonché forme di assistenza economica diretta per le necessità di base, come il combustibile per il riscaldamento, cibo o medicine. Per assicurare questa assistenza salvavita sono necessari 267 milioni di dollari.