Al 1° gennaio 2023 erano 3.727.706 i cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno in Italia. Rispetto al 2022 sono aumentati del 4,7 per cento. In dieci anni la quota di permessi di soggiorno di lungo periodo, ovvero quelli rilasciati ai cittadini non comunitari che risiedono in maniera stabile e continuativa in Italia da almeno 5 anni, è aumentata costantemente fino a rappresentare il 66 per cento sul totale dei permessi validi nel 2022 (era il 54 per cento nel 2013). Tra il 2022 e il 2023 però si rileva una contrazione della quota di permessi di lungo periodo che scende al 60 per cento. La diminuzione è dovuta sia alla crescita dei nuovi permessi con scadenza, in particolare quelli di protezione temporanea concessi a cittadini ucraini nel 2022,  sia alle acquisizioni di cittadinanza italiana, che lo scorso anno sono state circa 174mila (numero tra i più alti degli ultimi 10 anni). Questi e altri dati sono stati elaborati dalla Fondazione Ismu – Iniziative e Studi sulla Multietnicità, ente di ricerca scientifica indipendente, sulla base di dati Istat.
 
Con quasi 400mila persone, il Marocco è il primo paese per numero di soggiornanti, seguito da Albania e Ucraina. Queste tre comunità rappresentano insieme un terzo delle presenze non comunitarie. L’incremento del numero dei soggiornanti registrato nel 2022 è dovuto soprattutto alle nuove presenze dall’Ucraina (+66,5 per cento). È cresciuta anche la presenza dei cittadini del Pakistan e del Bangladesh
 
Complessivamente i cittadini non comunitari presenti al 1° gennaio 2023 sono giovani, e i minori di 18 anni rappresentano il 20,6 per cento del totale. Tra i presenti si riscontra un equilibrio di genere, il 49,9 per cento è donna, ma tale proporzione è significativamente diversa a seconda della cittadinanza dei presenti: le più basse percentuali di donne si riscontrano nelle comunità pakistana (27 per cento), senegalese e bangladese (28 per cento).
 
Le quote più alte di soggiornanti di lungo periodo si registrano tra moldovi, filippini, marocchini, cingalesi e cinesi. La collettività ucraina ha la percentuale più bassa di lungo soggiornanti poiché il flusso del 2022 è stato soprattutto di persone con permessi di protezione temporanea, la cui validità è prevista fino al 31 dicembre di quest’anno. La quota di soggiornanti di lungo periodo è tra il 65 e il 70 per cento per filippini, marocchini, cingalesi, cinesi; la proporzione più alta si registra per i cittadini della Moldova, pari all’85 per cento. 
 
Nel 2022 sono stati rilasciati quasi 450mila permessi di soggiorno: si tratta di una cifra molto alta che non si registrava da oltre 10 anni (furono quasi 600mila nel 2010). Sono soprattutto gli oltre 147mila permessi per protezione temporanea concessi ai cittadini ucraini in fuga dalla guerra ad aver determinato questo importante flusso nel 2022. Crescono anche i permessi per lavoro e quelli per studio (questi ultimi registrano un picco di oltre 25mila unità).
 
I permessi di soggiorno per richiesta di asilo e protezione rappresentano oltre il 45 per cento dei nuovi ingressi del 2022. A ottenere tali permessi sono stati soprattutto i cittadini ucraini (oltre 154mila con permessi per protezione temporanea, richiesta asilo e motivi umanitari). Permessi connessi all’asilo nel 2022 sono stati poi concessi soprattutto a cittadini del Bangladesh e del Pakistan. Al di là dell’emergenza ucraina quindi, continua ad aumentare l’arrivo di cittadini dall’area del sub-continente indiano con permessi di asilo e protezione, mentre sono più contenuti rispetto al passato gli arrivi dall’Africa.
 
Nel 2022 tornano a crescere i permessi per lavoro: nel 2022 sono stati quasi 68mila, aumentati del 32,2 per cento rispetto al 2021 e da dieci anni non si registrava un numero così alto di nuovi ingressi per lavoro. Va rilevato tuttavia che nel corso del 2022 ben 49mila permessi di lavoro, il 72,6 per cento dei casim ha riguardato permessi rilasciati a seguito delle domande di regolarizzazione del 2020 i cui esiti sono stati definiti in tempi lunghi.

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