© Karim El Maktafi Zona
Sarà aperta fino al 31 ottobre a Milano, al Memoriale della Shoah, la mostra La memoria degli oggetti. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo, nata da un’idea di Valerio Cataldi, giornalista Rai che da anni si occupa di immigrazione, e di Giulia Tornari, presidente di Zona. Realizzata grazie ai fondi 8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, è un progetto di Carta di Roma e Zona, curato da Paola Barretta, Imma Carpiniello, Valerio Cataldi, Adal Neguse e Giulia Tornari, con le fotografie di Karim El Maktafi.
A dieci anni dal naufragio del 3 ottobre 2013, quando al largo di Lampedusa persero la vita 368 persone, donne, uomini e bambini che dall’Eritrea cercavano di raggiungere l’Europa, l’esposizione ricorda la prima grande tragedia del Mediterraneo. Il tragico avvenimento cambiò la percezione dei naufragi e scatenò una reazione emotiva a livello politico, mediatico e sociale.
La mostra comprende gli oggetti e le foto appartenuti ai migranti e il lavoro fotografico inedito di Karim El Maktafi che li ha documentati attraverso degli still-life, ma anche immortalato il mare e i paesaggi di Lampedusa, luogo simbolo di approdo ma anche di tragedie e naufragio, e realizzato i ritratti di alcuni dei soccorritori come Giusi Nicolini, già sindaco di Lampedusa, e di alcuni sopravvissuti e parenti delle vittime. Arricchiscono l’esposizione gli audio dei primi che prestarono soccorso, il video del barcone inabissato e i servizi televisivi di Valerio Cataldi, il giornalista Rai che a dicembre 2013 rivelò al Tg2 il trattamento disumano riservato agli ospiti del centro di prima accoglienza dell’isola teatro della strage, che poi venne chiuso.
Altro protagonista al Memoriale della Shoah è Adal Neguse, rifugiato eritreo, con i suoi disegni e la sua storia: fratello di Abraham, vittima del naufragio, racconta con i tratti della matita le atrocità delle torture subite dai giovani del suo Paese che tentano di scappare dal regime. Non esiste alcun tipo di documentazione delle torture, per questo Adal le ha disegnate e i suoi disegni sono stati acquisiti come prova dalle Nazioni Unite nella risoluzione che condanna il regime eritreo per crimini contro l’umanità. Oggi è un cittadino svedese, approdato a Malta su un barcone, rimpatriato e rinchiuso in un carcere sull’isola di Dalak, nel Mar Rosso e poi torturato.
La memoria degli oggetti nasce proprio dalle cose appartenute alle persone migranti morte il 3 ottobre, repertati allora dalla polizia come corpi di reato, prove da portare in tribunale che hanno consentito di identificare le persone decedute anche grazie alle rilevazioni del Dna, di dare loro un nome e restituire dignità anche ai loro familiari. L’intento della mostra è anche quello di sollevare questioni cruciali che riguardano i diritti umani e il valore della vita in un mondo globalizzato e di fare un primo passo verso la costruzione di una memoria condivisa. Per questo la scelta del Memoriale della Shoah è particolarmente significativa.
Accompagna la mostra La memoria gli oggetti una pubblicazione dal titolo omonimo, realizzata da Départ Pour l’Image, con le fotografie di Karim El Maktafi, le illustrazioni di Adal Neguse e i testi di Paola Barretta, Imma Carpiniello, Valerio Cataldi, Cristina Cattaneo, Anna Conti, Giulia Tornari, Roberto Natale, Adal Neguse, Giusi Nicolini, Milena Santerini, Vera Vigevani Jarach e padre Mussie Zerai..
La memoria degli oggetti. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo
Un progetto a cura di Zona e Carta di Roma
Fotografie di Karim El Maktafi
Memoriale della Shoah di Milano
Piazza Edmond J. Safra 1, Milano
26 settembre – 31 ottobre 2023
L’accesso alla mostra è incluso nel biglietto d’ingresso al Memoriale: 10 euro intero, 5 euro studenti e over 65, gratuito per portatori di handicap e giornalisti, 22 euro biglietto cumulativo famiglia.
Il Memoriale è aperto dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 16 (chiuso il venerdì), apertura straordinaria l’ultimo venerdì del mese con ingresso gratuito dalle 10 alle 18. Il Memoriale sorge nella zona sottostante il piano dei binari della Stazione Centrale di Milano, dove furono caricati su carri bestiame i prigionieri in partenza dalle carceri di San Vittore.