Andrea Iacomini (© Unicef/UNI443162/Antonioli)

Mohamed ha 15 anni, ha perso entrambi i genitori, arriva dal Gambia, ha attraversato il Senegal e il Mali a piedi per arrivare poi in Tunisia dove si è imbarcato. È uno dei ragazzi che Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef, ha incontrato a Lampedusa nel corso della missione compiuta per incontrare i minori stranieri non accompagnati presenti nell’hotspot e ascoltarne le storie.

“Questo ragazzo di 15 anni ha dei sogni, un diritto di tutti. Vorrebbe più sicurezza perché viene da un luogo dove non ci si può difendere e desidera andare a scuola. E questo è fondamentale perché lo rende consapevole dei suoi diritti – ha detto Andrea Iacomini nell’intervista rilasciata ad Agoral – lui e altri ragazzi andranno in centri di prima accoglienza poi inizierà un percorso di affidamento familiare, un corso di studi e in futuro troveranno un lavoro”.

“Il tema dell’emigrazione riguarda il pianeta, a causa di guerre, povertà e problemi ambientali. L’emergenza è anche tra Paesi africani: in Sudan un conflitto terribile ha portato un milione di persone in Mali. Pensiamo anche a Siria, Turchia, Afghanistan da cui arrivano persone tramite la rotta orientale europea” ha spiegato il portavoce Unicef.

Sul nuovo decreto legge in materia di immigrazione, Unicef ricorda sulla base delle norme internazionali e della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989 e ratificata dall’Italia nel 1991, un adolescente non possa vivere in promiscuità con adulti perché ciò li espone al rischio di violenza. Anche la misurazione dell’età deve essere fatta solo in caso di fondata necessità e senza metodi invasivi. “Nel 90 per cento dei casi, si tratta veramente di minorenni. Le leggi ci sono, la legge Zampa non viene applicata”.

Nella conferenza stampa effettuata al termine della missione a Lampedusa, Unicef ha ricordato che sono oltre 11.600 i minori stranieri non accompagnati che hanno attraversato il Mediterraneo centrale per raggiungere l’Italia senza i loro genitori o tutori legali tra gennaio e metà settembre 2023 con un aumento del 60 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando circa 7.200 minorenni non accompagnati o separati hanno compiuto la traversata. Lampedusa è spesso il primo porto di approdo per le persone in cerca di asilo, sicurezza e opportunità in Europa. Il numero di arrivi ha raggiunto il picco il mese di settembre, con 4.800 persone arrivate in un solo giorno.

“I minorenni che intraprendono questi viaggi da soli sono spesso imbarcati su gommoni sovraffollati o su barche da pesca in legno, inadatte alle cattive condizioni atmosferiche. Alcuni vengono alloggiati nella stiva della nave, altri su chiatte di ferro, particolarmente pericolose per la navigazione. La mancanza di capacità di ricerca e soccorso coordinate e adeguate a livello regionale e di cooperazione in mare al momento dello sbarco aggrava i pericoli che i bambini corrono durante la traversata” ha dichiarato Unicef.

I dati dimostrano che i minorenni non accompagnati sono a rischio di sfruttamento e abuso in ogni fase del viaggio: le ragazze e i bambini dell’Africa subsahariana hanno maggiori probabilità di subire abusi. Tra giugno e agosto di quest’anno, almeno 990 persone, tra cui bambini, sono morte o scomparse mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo centrale, il triplo rispetto allo stesso periodo dell’estate scorsa, quando persero la vita almeno 334 persone. Molti naufragi non lasciano superstiti e molti non vengono registrati, rendendo il numero reale delle vittime probabilmente molto più alto.

Nicola Dell’Arciprete, coordinatore della risposta Unicef in Italia, ha detto che i bambini e gli adolescenti che arrivano “sono segnati da fatica e sofferenza, spesso sono feriti, hanno patologie mediche e problemi psicologici. La Croce Rossa ha migliorato la gestione dell’hotspot, i trasferimenti sono più rapidi grazie al Governo. Ma nelle strutture emergenziali è difficile garantire i servizi minimi, i ragazzi dovrebbero rimanere per per pochi giorni ma spesso non è così. Noi aiutiamo le autorità italiane per cercare soluzioni per i minori di 14 anni in modo che possano avere accesso a percorsi affido o a strutture di seconda accoglienza in Italia”.

“Il Mar Mediterraneo è diventato un cimitero per i bambini e il loro futuro. Il tragico bilancio delle vittime tra i bambini in cerca di asilo e di sicurezza in Europa è il risultato di scelte politiche e di un sistema migratorio in crisi – ha dichiarato Regina De Dominicis, direttore regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale e coordinatore speciale per la risposta ai rifugiati e ai migranti in Europa – L’adozione di una risposta a livello europeo per sostenere i bambini e le famiglie in cerca di asilo e sicurezza e un aumento sostenuto degli aiuti internazionali per sostenere i Paesi che devono affrontare crisi multiple sono disperatamente necessari per evitare che altri bambini soffrano”.

In accordo con il diritto internazionale e con la Convenzione sui diritti dell’infanzia, Unicef chiede ai governi di fornire percorsi più sicuri e legali per la richiesta di asilo, di garantire che i bambini non siano trattenuti in strutture chiuse, di rafforzare i sistemi nazionali di protezione dei minorenni per proteggere meglio i bambini che migrano e di coordinare le operazioni di ricerca e soccorso e di garantire lo sbarco in luoghi sicuri. “Il dibattito in corso tra il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’Ue sul Patto europeo sulla migrazione e l’asilo rappresenta un’opportunità immediata per affermare e sostenere i principi chiave della protezione dei bambini e sviluppare politiche che affrontino le molteplici violazioni dei diritti dei bambini nei Paesi di partenza, di transito e di arrivo”.

La missione a Lampedusa è stata resa possibile anche grazie al supporto della Guardia Costiera Italiana, che ha ospitato a bordo la delegazione durante le operazioni di pattugliamento, e del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno. A Lampedusa, l’Unicef fornisce servizi di protezione essenziali, tra cui la salute mentale e il sostegno psicosociale, l’accesso alle informazioni e l’orientamento a servizi specializzati.

video © Unicef