© Unhcr/Lilly Carlisle

Aumenteranno in modo significativo le esigenze globali di reinsediamento dei rifugiati nel prossimo anno: lo ha preannunciato Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. Secondo la previsione di stima per il fabbisogno di reinsediamento pubblicata il 27 giugno, più di 2,4 milioni di rifugiati avranno bisogno di essere reinsediati, con un aumento del 20 per cento rispetto al 2023. 
Con l’aggravarsi della crisi dei rifugiati e l’insorgenza di nuove situazioni di sfollamento, è necessaria un’azione urgente per affrontare le sfide sempre più grandi che riguardano milioni di rifugiati e sfollati in tutto il mondo. 

“Assistiamo a un aumento preoccupante del numero di rifugiati che nel 2024 avranno bisogno di essere reinsediati. Il reinsediamento rimane un’ancora di salvezza per le persone con bisogni specifici e che sono più esposte ai rischi – ha dichiarato Filippo Grandi, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati – Chiedo a tutti gli stati che hanno i mezzi, di aumentare gli sforzi e garantire un impegno per un reinsediamento sostenibile e pluriennale, che dia sicurezza e protezione alle persone che ne hanno bisogno, e di condividere con la comunità internazionale la responsabilità nei confronti dei rifugiati”.

La regione asiatica è al vertice della lista della stima del fabbisogno nel 2024, con quasi 730 mila rifugiati che avranno bisogno di reinsediamento, pari a circa il 30 per cento del fabbisogno globale.  Con una crisi che entra nel suo tredicesimo anno e resta la più vasta del mondo, i rifugiati siriani sono, per l’ottavo anno consecutivo, i più bisognosi di sostegno al reinsediamento, con circa 754 mila persone in tutto il mondo. I rifugiati afgani sono il secondo gruppo per fabbisogno di reinsediamento, seguiti dai rifugiati da Sud Sudan, Myanmar e Repubblica Democratica del Congo.  Nel 2022, su circa 116 mila domande di ammissione, solo 58.457 rifugiati sono stati in grado di partire verso la meta di reinsediamento.

“L’Unchr continua a sostenere l’importanza di aumentare il numero dei posti per i casi in gravi condizioni di salute e di emergenza e di assicurare un tempestivo disbrigo delle domande e delle partenze. Il reinsediamento è un’ancora di salvezza che offre speranza e protezione alle persone esposte a rischi estremi: rappresenta una soluzione duratura e allo stesso tempo gioca un ruolo cruciale nell’alleviare la pressione sui Paesi ospiti e nel rafforzamento del quadro generale di protezione” conclude la nota diffusa dell’Agenzia dell’Onu. 

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