“Un progetto come Agoral 3, che prevede la formazione per gli operatori del settore Cas e Sai, rappresenta un caso raro nel panorama nazionale. La Prefettura di Alessandria, dimostrando una vision strategica di questi servizi, persegue la volontà di consolidare le competenze degli operatori degli enti gestori del sistema accoglienza che si occupano di persone migranti, profughi e richiedenti asilo. In questa vision si intende affinare e valorizzare la preziosa azione professionale svolta da questi operatori agenti in un posto che non prevede un lavoro qualsiasi, che si fa solo per portare a casa lo stipendio”: il professor Giovanni Garena, docente a contratto dell’Università del Piemonte Orientale e dell’Università di Torino, ha aperto con queste parole il primo incontro di formazione per gli operatori Cas e Sai e direttori e responsabili delle strutture. La nuova proposta è volta a potenziare le competenze di analisi organizzativa interna e le specifiche tecniche di gestione dei percorsi di accoglienza dei migranti. Il percorso di formazione rientra nel progetto Agoral 3 nell’ambito del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2021-2027 (Fami).

Tra gli obiettivi, mobilizzare saperi e competenze che mettono in gioco le capacità individuali e dell’équipe di analizzare eventi critici, errori ed apprendimento dagli errori, la conciliazione tra ospiti che presentano differenti progetti di accoglienza-accompagnamento, l’implementazione del lavoro di rete e in rete.

La capacità di costruire mappe di orientamento in materia di accompagnamento sociale e lavoro di/in rete e di sperimentare opportunità di adozione di queste mappe nelle diverse realtà operative dei servizi di accoglienza afferenti alla Prefettura di Alessandria è tra le le conoscenze e le competenze attese.

Il percorso prosegue e consolida gli obiettivi già perseguiti nel 2023. Gli operatori hanno esplicitato in particolare la necessità di affrontare l’organizzazione del lavoro e l’approccio alla qualità, metodi e tecniche di lavoro professionale, l’approccio alle culture di appartenenza degli ospiti e i principali modelli di integrazione e le loro applicazioni nelle politiche sociali.

Per quanto riguarda il percorso dedicato alle funzioni direttive e di coordinamento Cas e Sai verrà proposta una ricognizione e rinforzo delle competenze tecnico-organizzative dei responsabili con particolare riguardo alla gestione del potere-autorità-leadership, alla presa di decisione in situazioni di cambiamento o comunque particolarmente acute, al governo del sistema premiante e punente nei confronti degli operatori, alla costruzione di efficaci gruppi di lavoro, ai metodi per verificare come si possono controllare e produrre relazioni generative e output-outcome di qualità.

Dopo il primo incontro in plenaria del 20 settembre, si terranno cinque incontri con ciascuno dei tre ambiti territoriali e cinque incontri per direttori/responsabili e ancora un incontro in plenaria a conclusione del percorso.

Il professor Garena ha evidenziato alcuni tratti preoccupanti del contesto sociale in cui Cas e Sai sono chiamati ad operare: nell’età del disordine si addensano onde melmose e passioni tristi (l’eclissi del desiderio, l’eclissi del pensiero libero, la tristezza, l’ira, la rabbia, il rancore, l’odio, l’indifferenza, la vendetta, l’invidia, fino all’aporofobia e al singolarismo). “Il convergere di questi fenomeni – dice Garena – mette sotto attacco non solo il sistema di accoglienza dei rifugiati, ma l’idea stessa di accoglienza”. E così “le passioni tristi affliggono anche molti operatori, professionisti che rischiano di divenire meri tecnici della sofferenza a confronto con la cupezza e l’angoscia del quotidiano, come se fossero l’ultima diga a fronte di queste passioni, che con la loro grande forza distruttiva trasformano i legami in catene, e di loro stessi”.

Il progetto formativo di Agoral3 è quindi un’opportunità per riflettere insieme sulla ragione per cui l’azione quotidiana offerta ai migranti – ha ricordato Garena richiamando il documento conclusivo dell’assemblea Cnca di Pisa del 14 e 15 dicembre 2023, “è un gesto politico-culturale ad elevata professionalità, espressione di una dimensione etico identitaria, esperienza umana appagante e un impegno di elevate e costantemente aggiornate competenze volto a migliorare la vita delle persone e delle comunità”.

Con quale spirito ci si deve approcciare a questo nuovo percorso formativo? Garena ritiene che sia “fondamentale mettere al centro le persone migranti. Persone che attendono di essere ‘guarite’ da condizioni di sudditanza, di ingiustizia, patologie plurime e differenziate, disuguaglianza, povertà, solitudine, violenza. Persone che attendono di essere liberate da ciò che le opprime e rende difficile o insopportabile la loro esistenza”. Servirà quindi uno spirito inteso come capacità di aspirare, che, come afferma Arjun Appadurai, “è la meta-capacità che consente alle altre di agire. È la competenza culturale di proiettarsi nel futuro e gettare ponti verso di esso”.