Approvato definitivamente dal Parlamento il disegno di legge 995 sulla ratifica e l’esecuzione del Protocollo tra il Governo italiano e il Consiglio dei ministri dell’Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria.
L’Albania concede all’Italia due aree del suo territorio (presso il porto di Shengjin e nell’entroterra, presso la località di Gjadër) per realizzare strutture per le procedure di frontiera o di rimpatrio dei migranti. In quelle aree, che ricadranno sotto la giurisdizione italiana, potranno essere portate solo persone imbarcate su mezzi delle autorità italiane, anche a seguito di operazioni di soccorso, in zone situate all’esterno del mare territoriale della Repubblica o di altri Stati membri dell’Unione europea. Le aree sono equiparate alle zone di frontiera o di transito, nelle quali, in presenza di determinate condizioni, si può svolgere una procedura accelerata di esame delle domande di protezione internazionale, quindi le strutture lì realizzate svolgeranno le funzioni di un hotspot. Sono inoltre previste strutture equiparate ai centri di permanenza per il rimpatrio.
Il testo del Protocollo si compone di 7 articoli: gli articoli 1 e 2 riguardano l’autorizzazione alla ratifica e l’ordine di esecuzione del Protocollo. L’articolo 3 contiene norme di coordinamento per la corretta attuazione del Protocollo, incluso l’individuare le autorità competenti per l’esecuzione nelle strutture di Roma e stabilire unità di coordinamento in Albania. Gli articoli da 4 a 6 trattano dell’applicabilità della giurisdizione e della legge italiana, delle disposizioni organizzative per le strutture in territorio albanese e delle questioni finanziarie. L’articolo 7 riguarda l’entrata in vigore della legge di ratifica.
Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i senatori Michaela Biancofiore (Cd’I), che ha descritto il memorandum come parte di una strategia più ampia e rinnovata per gestire l’immigrazione, sottolineando il successo delle politiche del Governo e l’importanza di contrastare i trafficanti, Daniela Ternullo (Fi-Bp) che ha espresso soddisfazione per un accordo di collaborazione, conforme al diritto internazionale ed europeo, che sarà un esempio da seguire per altri legislatori, Marco Dreosto (Lsp), che ha citato il sostegno di leader europei e rimarcato la determinazione del Governo a mantenere un approccio rigoroso e legale all’immigrazione e a garantire il diritto a non emigrare, Albero Balboni (FdI), che ha enfatizzato la fine della politica delle porte aperte e dell’accoglienza indiscriminata e criticato il Pd per opporsi all’intesa e sabotare gli interessi italiani.
Hanno dichiarato voto contrario i senatori Marco Lombardo (Misto-Az), che ha stigmatizzato l’approccio logistico del Governo, che esternalizza i confini senza tutelare adeguatamente i diritti umani, con enorme spreco di denaro pubblico, Luigi Spagnolli (Aut), che ha auspicato una diversa gestione delle risorse, che potrebbero essere destinate al miglioramento dei centri di accoglienza in Italia e all’assunzione di nuove forze di polizia, Enrico Borghi (Iv), che, nel rilevare l’aumento degli sbarchi, ha sottolineato l’importanza di comprendere le mutevoli dinamiche delle rotte migratorie, come quelle provenienti dall’Africa subsahariana, le migrazioni via terra attraverso la rotta balcanica e via mare con velieri provenienti dalla Turchia. Tito Magni (Misto-Avs) ha definito il provvedimento una manovra propagandistica basata sulla paura dei migranti, suggerendo un approccio più equilibrato e l’adozione di politiche più umane e inclusive, Roberto Cataldi (M5s), che ha rimarcato la necessità di creare sviluppo in Italia, attraverso investimenti in infrastrutture, prima di occuparsi dello sviluppo africano, accusando il Governo di concentrarsi solo sugli effetti anziché sulle cause dei problemi migratori, Alessandro Alfieri (Pd) ha sollevato preoccupazioni riguardo alle procedure per identificare i migranti vulnerabili e alle garanzie dei loro diritti nei centri in Albania, dove la costruzione di un sistema simile è una missione difficile e potenzialmente incostituzionale.
Qui potete leggere tutti gli atti del ddl 995, qui il dossier del servizio Studi della Camera dei Deputati e del Senato