Nel 2022 sono stati rilasciati 449.118 permessi di soggiorno, una cifra che non si registrava da oltre 10 anni. La crisi ucraina, con la concessione di quasi 148 mila nuovi permessi per protezione temporanea, ha notevolmente contribuito all’incremento. Si è trattato di una situazione straordinaria che ha segnato gli scenari migratori in tutta Europa, con l’arrivo di flussi costituiti in prevalenza da donne e bambini. Crescono anche i permessi per lavoro e quelli per studio. Questi ultimi registrano un picco di oltre 25mila unità, dato che non si registrava da 5 anni. Al 1° gennaio 2023 i cittadini non comunitari con regolare permesso sono oltre 3 milioni e 700mila. La collettività ucraina, superando quella cinese, si colloca al terzo posto per numero di presenze dopo quella marocchina e quella albanese. Sono i dati che emergono dal Report Cittadini non comunitari dell’Istat per gli anni 2022-2023.
Nel 2022 nuovi permessi in forte crescita: protezione temporanea, ma non solo
A ottenere permessi per richiesta asilo nel corso del 2022 sono soprattutto i cittadini del Bangladesh e del Pakistan. Per queste due comunità straniere sono stati emessi rispettivamente 9.616 e 8.396 documenti di soggiorno per asilo e altre forme di protezione. Seguono a distanza, dopo gli ucraini, gli egiziani con quasi 5 mila permessi per motivi connessi all’asilo. In generale queste quattro cittadinanze coprono circa il 53 per cento dei permessi rilasciati per motivi di asilo o protezione internazionale.
Continua a registrarsi l’arrivo di persone dall’area del sub-continente indiano, mentre sono più contenuti rispetto al passato gli arrivi dall’Africa centrale. La collettività nigeriana è la quinta per numero di richiedenti asilo e persone sotto protezione con 3.576 rilasci. Seguono cittadini di altre aree di conflitto come la Georgia e l’Afghanistan. Compaiono, ma più in basso nella graduatoria, alcuni paesi dell’America Latina (El Salvador, Perù e Colombia, tra i principali).
Sempre più spesso nei flussi di persone si trovano ragazzi minorenni. A volte arrivano insieme ai genitori, a volte soli. I minori non accompagnati sono soggetti particolarmente vulnerabili che richiedono adeguata attenzione e forme di accoglienza specializzata. Si può però stimare che siano 9 mila i minori giunti da soli nel Paese durante il 2022. Molti sono di origine egiziana, seguono gli ucraini, gli albanesi e i cittadini del Bangladesh. Mentre per i minori ucraini non accompagnati l’età media è molto bassa, inferiore ai 13 anni, per i giovani albanesi ed egiziani che arrivano da soli è di poco inferiore ai 17 anni mentre per i ragazzi in arrivo dal Bangladesh è di 17,8 anni.
In crescita gli arrivi per lavoro e famiglia
Tra il 2021 e il 2022 i nuovi permessi per lavoro sono aumentati del 32,2 per cento. I motivi di lavoro rappresentano il 15 per cento dei nuovi permessi rilasciati nel 2022. Dal 2013 non si registrava un numero tanto alto di nuovi ingressi per attività lavorativa. Nell’ultimo biennio sono stati emessi molti più permessi di lavoro che nel periodo compreso tra il 2015 e il 2020. Registrano un lieve incremento anche i permessi per famiglia (+ 2,7 per cento) che fanno così registrare la cifra record di nuovi rilasci dal 2011 a oggi: oltre 126mila.
Studenti stranieri in aumento ma livelli ancora distanti dai parametri europei
Sono aumentati consistentemente (+42,6 per cento) anche i nuovi permessi rilasciati per studio che hanno superato quota 25mila, un livello che non si toccava dal 2013. Rispetto alla movimentazione totale di nuovi permessi i documenti concessi a studenti rappresentano il 5,6 per cento. Nel 54,7 per cento dei casi il permesso di soggiorno per studio è ottenuto dalle ragazze. I principali Paesi di cittadinanza dei giovani che hanno deciso di studiare in Italia nel 2022 sono la Cina (4.075); l’Iran (3.125), la Turchia (1.863), l’India (1.791), gli Stati Uniti (1.252) e la Federazione Russa (1.157). Salvo che per l’India, tra i Paesi sopra menzionati le donne superano gli uomini. Gli studenti non comunitari che arrivano in Italia hanno un’età media di 25,6 anni e nel 2022 si sono stabiliti soprattutto in Lombardia, che da sola ha accolto quasi il 26 per cento degli studenti non comunitari, davanti a Lazio e Piemonte.
I principali Paesi di cittadinanza non ricalcano quelli dei flussi migratori in generale. Come esempio si può citare la collettività iraniana, per la quale i permessi per studio rappresentano più dell’84 per cento di tutti i nuovi documenti rilasciati nel 2022. Anche per il Kazakhistan, il rilascio di 595 nuovi permessi per studio costituisce l’81,5 per cento del totale, cosa che peraltro rende questa piccola collettività la nona assoluta per arrivi per questa particolare motivazione.
Sempre più cittadini non comunitari in Italia
Al 1° gennaio 2023 sono 3.727.706 i cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno in Italia. Rispetto al 2022 sono aumentati del 4,7 per cento. L’incremento è quasi del tutto imputabile alle nuove presenze dall’Ucraina (+66,5 per cento), mentre alcune collettività fanno registrare delle lievi diminuzioni. I minori rappresentano una quota ampia della popolazione non comunitaria con regolare permesso di soggiorno: sono il 20,6 per cento del totale. L’incidenza di bambini e ragazzi sull’insieme delle presenze è particolarmente rilevante per le cittadinanze africane (circa il 29,2 per cento del totale). Per l’Africa del Nord la quota di bambini e ragazzi supera il 31 per cento, con un valore massimo tra gli egiziani per i quali i minori sono oltre il 43 per cento dei regolarmente presenti.
In provincia di Alessandria al 1° gennaio 2023 sono regolarmente presenti 27.635 cittadini non comunitari, di cui 18.890 soggiornanti di lungo periodo, 1.959 per lavoro, 3.812 per motivi di famiglia, 64 per studio, 2638 per asilo e motivi e umanitari e 272 per altri motivi. 13965 sono di sesso maschile, 13670 di sesso femminile.
Negli ultimi anni una presenza meno stabile sul territorio
Oltre il 40 per cento dei nuovi arrivati tra il 2011 e il 2014 a cinque anni dall’ingresso in Italia aveva ancora un permesso di soggiorno in corso di validità; per gli entrati nel 2013 la quota di stabilizzati in Italia dopo cinque anni sfiora il 47 per cento. A partire dal 2015 la percentuale di persone che si stabilizzano in Italia scende. Dopo cinque anni ha un permesso valido il 32 per cento degli entrati nel 2015, il 34,3 per cento delle persone arrivate nel 2016 e il 32,2 per cento di quelle giunte nel 2017. Sulla diminuzione delle stabilizzazioni influisce l’aumento, a partire dal 2015, degli ingressi per richiesta di protezione. In parte ciò si deve al fatto che molte domande di asilo vengono rigettate cosicché gli interessati cessano di avere diritto a un permesso di soggiorno valido. Negli anni però la quota di coloro che si stabilizzano tra i richiedenti asilo è notevolmente diminuita e, più in generale, tutte le motivazioni del permesso registrano una minore propensione verso la stabilizzazione degli interessati. Anche i permessi per lavoro, negli anni recenti, hanno evidenziato una minore tendenza alla stabilizzazione perché, in assenza di decreti flussi, hanno riguardato soprattutto ingressi di lavoratori stagionali.
Il 2022 contraddistinto dall’emergenza ucraina
Il 2022 è stato un anno contraddistinto dalle migrazioni provenienti dall’Ucraina. Per accogliere i profughi, l’Italia e gli altri Paesi europei hanno fatto ricorso, dopo molti anni, alle norme di emergenza emanate a seguito delle guerre nella ex Iugoslavia nel 2001 (Direttiva 2001/55/CE del Consiglio, del 20 luglio 2001). In Italia nel 2022 sono stati rilasciati 148.644 permessi di soggiorno per protezione temporanea ii e all’inizio del 2023 risultano circa 145mila individui con un permesso di soggiorno valido per questa motivazione. Da prime stime emerge che durante il 2023 i flussi in arrivo dall’Ucraina siano stati contenuti, ma le persone che hanno trovato rifugio in Italia sono comunque aumentate dall’inizio dell’anno, arrivando a sfiorare ad agosto la quota di 160mila persone con permesso valido. Si fa riferimento alla validità del permesso e non tanto alla reale presenza sul territorio italiano perché i permessi per protezione temporanea, concessi durante il 2022 con durata fino al 31 dicembre dello stesso anno, sono stati prorogati automaticamente, senza nessun adempimento formale fino alla fine del 2023. Si deve inoltre sottolineare che solo il 10 per cento delle persone sotto protezione temporanea risulta iscritto in anagrafe.
Le donne rappresentano il 71,7 per cento delle persone che hanno ottenuto un permesso per protezione nel 2022. I flussi di persone in cerca di protezione si sono diretti perlopiù verso le regioni in cui era già consolidata la presenza di connazionali. Nel caso dei profughi ucraini si è messa in moto una rete di accoglienza informale che ha privilegiato la sistemazione presso amici e parenti. Lombardia, Emilia-Romagna, Campania, Lazio e Veneto ospitano da sole quasi il 59 per cento dei soggiornanti con un regolare permesso per protezione temporanea.