©Unhcr/Michele Cirillo

Provengono dalla Turchia e dal Pakistan, e si tratta in gran parte di famiglie afghane, gli 89 rifugiati, dei quali 36 minori, accolti nei giorni scorsi attraverso il programma di reinsediamento coordinato dal Ministero dell’Interno con la collaborazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il supporto dell’Unhcr, Agenzia Onu per i Rifugiati, dell’Oim, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, e del Sistema di Accoglienza e Integrazione. Si tratta dei primi arrivi del 2025, che segnano l’avvio di una fase di attuazione più regolare e costante di questo strumento di protezione internazionale per persone rifugiate particolarmente vulnerabili.

A partire dalla sua creazione nel 2015, attraverso il programma italiano di reinsediamento, sono giunti in Italia in maniera regolare e sicura, 2.838 rifugiati da Libano, Giordania Turchia, Libia, Pakistan, Iran, Sudan e Siria. Il reinsediamento è un’ancora di salvezza che offre speranza e protezione alle persone esposte a rischi estremi, rappresenta una soluzione duratura e allo stesso tempo gioca un ruolo cruciale nell’alleviare la pressione sui paesi di primo asilo e nel rafforzamento del quadro generale di protezione.

“Il reinsediamento non è solo un obiettivo umanitario a favore di chi non può restare nel Paese di primo asilo, rappresenta un passo importante per garantire la condivisione delle responsabilità con i paesi, spesso a basso e medio reddito, e spesso limitrofi alle aree di conflitto, che ospitano il maggior numero dei rifugiati nel mondo” ha dichiarato Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. “Vogliamo sottolineare la ripresa del programma e il rinnovato impegno dell’Italia nel garantire soluzioni concrete e durature per i rifugiati”.

“Il reinsediamento continua a rappresentare un prezioso strumento per la valorizzazione delle modalità di ingresso legale nel nostro Paese per cittadini di paesi terzi, con speciale attenzione per persone altamente vulnerabili che fuggono da conflitti e persecuzioni quali appunto i rifugiati” ha sottolineato il prefetto Rosanna Rabuano, capo Dipartimento Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno.
“La Farnesina è impegnata nei processi di reinsediamento delle persone perseguitate. Le nostre Ambasciate all’estero sono per loro il primo punto di contatto con il nostro Paese: il nostro personale è impegnato a garantire che la partenza dei rifugiati avvenga in un contesto di massima sicurezza e legalità”, ha aggiunto Luigi Vignali, direttore generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Esteri.

“È importante valorizzare, con l’impegno di tutti, l’ingresso legale e sicuro nel nostro Paese. Un canale di arrivo, senza rischi per la vita delle persone, che sta a cuore dei Comuni, i quali attraverso la Rete Sai offrono alle persone che arrivano l’opportunità di integrarsi nella comunità.  Anche in questa occasione il Sai si è mostrato capace di rispondere alle esigenze di accoglienza del nostro Paese” ha detto il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, delegato Anci all’immigrazione.

Per Laurence Hart, direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’Oim “il reinsediamento rappresenta un canale legale, che più di ogni altro ha bisogno del contributo attivo di tutti quanti coinvolti, dai paesi di primo asilo a quelli di destinazione e riconosce ai rifugiati un ruolo fondamentale nella partecipazione a scelte consapevoli per un futuro lontano da guerre e persecuzioni; da sempre l’Oim è impegnata su questo fronte, soprattutto nelle fasi di preparazione e di accompagnamento in un percorso irto di ostacoli, che solo il lavoro coordinato e congiunto possono superare”.

Grazie alla collaborazione tra istituzioni e partner, le soluzioni a lungo temine come il reinsediamento riducono la dipendenza dall’assistenza a lungo termine, promuovono la sicurezza, restituiscono dignità e aiutano a prevenire i viaggi disperati e pericolosi che tanti sono costretti a intraprendere. Ministero dell’Interno, Ministero degli Esteri, Sistema di Accoglienza e Integrazione, Unhcr e Oim continueranno a collaborare per rafforzare l’accesso a canali sicuri e regolamentati, contribuendo a salvare vite, favorire l’integrazione e offrire ai rifugiati nuove prospettive di futuro.