Tra l’8 e il 16 settembre tornano a scuola circa 7 milioni di studenti. Secondo una stima della Fondazione Ismu su dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito, sono oltre 930mila quelli con cittadinanza non italiana, nati all’estero e nati in Italia, corrispondenti all’11,6 per cento sul totale degli iscritti dalle scuole dell’infanzia alle secondarie di secondo grado.

Dal 2020 in avanti siamo entrati in una fase di oscillazione delle presenze di alunni con cittadinanza non italiana dopo decenni di crescita e stabilizzazione: si è registrato, infatti, il primo anno scolastico caratterizzato dalla perdita di oltre 11mila alunni di origine immigrata (2020/21) nella fase pandemica, così come la grande crescita del 2022/23 (+42.500 presenze), con l’inserimento scolastico dei profughi ucraini e il superamento della soglia del 10 per cento.

I dati del 2023/24 confermano che la maggioranza degli studenti con cittadinanza non italiana è concentrata nelle regioni settentrionali (in particolare nel Nord Ovest che ne accoglie quasi il 40 per cento). La Lombardia continua ad accogliere più di un quarto (il 26 per cento) degli alunni con background migratorio (236 mila), seguita da Emilia Romagna (113 mila), Veneto (poco meno di 100 mila), Lazio (86mila) e Piemonte (83 mila). Milano è la provincia italiana con il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana (83.230), seguita da Roma (68.079), Torino (41.461) e Brescia (33.558).

Sebbene le scelte scolastiche degli studenti con background migratorio si stiano sempre più avvicinando a quelle dei coetanei italiani, permangono distanze significative. Nelle ultime decadi, i dati mostrano che gli studenti di origine immigrata sono rimasti una componente stabile degli istituti tecnici (+4,4 punti percentuali dal 2002/03 al 2022/23), mentre contemporaneamente si è ridotta la quota negli istituti professionali (-15,9) ed è cresciuta quasi in eguale misura la presenza nei licei (+11,5 ). Nell’anno scolastico 2023/24, solo un terzo degli iscritti non italiani nel secondo ciclo di istruzione sono liceali, a fronte del 54 per cento di iscritti fra gli italiani. Anche l’accesso all’università mostra segnali incoraggianti: nel 2024/25 gli studenti con cittadinanza non italiana (sia diplomati in Italia che all’estero) immatricolati sono stati quasi 26mila, raddoppiati rispetto a dieci anni fa. I laureati stranieri nel 2024 sono stati oltre 22mila (nel 2014 erano 11mila).

Dai dati emergono anche le disuguaglianze negli esiti scolastici e negli apprendimenti a sfavore degli alunni con cittadinanza non italiana. Secondo il Rapporto Invalsi 2025, per quanto riguarda le prove in III secondaria di secondo grado, l’andamento in Italiano e Matematica dal 2018 al 2025 suggerisce un progressivo indebolimento degli apprendimenti, a causa di complessità strutturali e situazioni contingenti, in particolare in seguito alla difficoltà di riassorbire gli effetti negativi della pandemia e di ciò che ha comportato per le scuole, sugli apprendimenti.