Iris Scaramozzino, Anna Tassisto, Maria Elena Rigobello, Elisa Domanico

“Il lavoro di Agoral non terminerà ma verrà potenziato grazie ai servizi del territorio. È in partenza il progetto Salus, nel quale saranno coinvolte le 12 Asl piemontesi, sempre finanziato dal Fondo Fami. È fondamentale restituire il percorso fatto finora”: Iris Scaramazzino, funzionaria assistente sociale della Prefettura di Alessandria e responsabile del progetto Agoral, ha aperto nella sala conferenze dell’Associazione Cultura e Sviluppo, il tavolo di lavoro volto a stimolare e sostenere la costituzione di una rete territoriale per la tutela del diritto alla salute dei cittadini stranieri, con particolare riferimento a richiedenti asilo, titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati.

Al progetto AgorAl 3 hanno contribuito gli enti gestori dei servizi di accoglienza Cas e Sai, i servizi socioassistenziali e i servizi sanitari della provincia di Alessandria. L’incontro è stato anche l’occasione per ripercorrere le attività svolte nell’ambito del progetto e riflettere su quanto emerso dal lavoro con i migranti, le equipe di accoglienza Cas e i servizi sanitari sul territorio.

Per quanto riguarda il progetto Salus (Piano di Salute e Accoglienza tramite il Lavoro Unito dei Servizi), nell’estate verrà proposta la sottoscrizione di un accordo operativo che possa sistematizzare e formalizzare la collaborazione tra la Prefettura di Alessandria, Asl Al e gli enti gestori dei Centri di Accoglienza Straordinaria. L’accordo mira a potenziare le modalità di rilevazione e segnalazione precoce di richiedenti asilo in condizione di vulnerabilità psicologica, garantendo una presa in carico integrata e la continuità nell’assistenza.

“Le vulnerabilità psicologiche e il disagio sono più difficile da identificare anche in termini di manifestazione. Quando parliamo di accoglienza integrata, dobbiamo considerate componenti importanti e complessi, dall’accoglienza materiale all’orientamento ai servizi sul territorio alla mediazione interculturale” ha spiegato Elisa Domanico, psicologa e psicoterapeuta del progetto AgorAl.

Sono stati circa 900 i richiedenti asilo inseriti nel sistema di accoglienza Cas territoriale osservati per la rilevazione precoce di vulnerabilità, tre i cicli di counseling con le equipe degli enti gestori Cas per un totale di 39 interviste, 63 gli assessment per approfondire i casi a rischio, 40 le prese in carico, 26 psicologiche e 14 miste, ovvero con interventi psico-socio-educativi, 30 le consulenze etnopsichiatriche erogate in raccordo con Medici per i Diritti Umani. Da ricordare anche l’approfondimento formativo del 4 aprile con Medici per i Diritti Umani intitolato Un luogo sicuro: percorsi terapeutici per migranti e rifugiati sopravvissuti alla violenza estrema.

Maria Elena Rigobello e Anna Tassisto, psicologa ed educatrice dell’equipe operativa, hanno illustrato la metodologia e l’approccio adottato, presentando alcuni casi emblematici e hanno sottolineato la collaborazione con le equipe dei Cas. Micol Schifino, assistente sociale di Ics ets, ha presentato l’articolo L’Assistente sociale nei Centri di accoglienza per migranti scritto insieme ad Alice Celerino e Giovanni Garena per la rivista Welforum.it, che approfondisce la specificità del ruolo e delle funzioni implementabili dagli assistenti sociali che operano nei servizi di accoglienza Cas e Sai, introducendo la necessità di adottare un approccio etnoclinico.

Ha chiuso i lavori Alessandra Lugli, referente per l’Asl Al del progetto Salus (Piano di Salute e Accoglienza tramite il Lavoro Unito dei Servizi). “L’aspetto principale è la costruzione di una equipe multiprofessionale che prevede lo psicologo, il medico con specializzazione in etnopsichiatria, l’assistente sociale, l’educatore, l’antropologo culturale. Sono in corso le procedure selettive. Ci saranno poi l’attività di formazione e il lavoro insieme agli enti per analizzare le difficoltà amministrative e burocratiche che insorgono nei percorsi di integrazione”. La dottoressa ha espresso una valutazione estremamente positiva del lavoro svolto nell’ambito del progetto AgorAl 3, sottolineando l’impegno dell’Asl Al a garantirne la continuità operativa.