“I Cas e i Sai non sono da considerare isole più o meno felici. È necessario fare lavoro di rete e di comunità per tutti le strutture e gli operatori”. Il professor Giovanni Garena ha ricordato questa esigenza nell’incontro conclusivo del percorso di formazione e accompagnamento per operatori e direttori dei Cas e Sai organizzato nell’ambito del Progetto Fami AgorAl 3 con la Prefettura di Alessandria come capofila e l’associazione Cultura e Sviluppo, Codici Coop Sociale, Aps Cambalache, la Cooperativa Sociale Coompany& come partner.
Gli incontri, tutti svolti dal professor Garena, docente a contratto dell’Università del Piemonte Orientale e dell’Università di Torino, si sono tenuti da settembre 2024, con una plenaria di avvio e 20 incontri di gruppo. Il gruppo di direttori si è incontrato cinque volte. Tre gruppi di operatori divisi per territori (Alessandria, San Salvatore e Tortona) hanno svolto cinque incontri ciascuno. In totale hanno partecipato 118 persone tra direttori e direttrici, operatori e operatrici dei servizi di accoglienza Cas e Sai. La sessione finale è stata introdotta da Mara Alacqua, presidente di Cambalache.
Gli Ets coinvolti sono 13: Alpi Del Mare, Consorzio Abc, Crescereinsieme, Eri, Ics Ets, Kepos Social, Le Soleil, Liberi Tutti, Nuova Vita, Oltremare, Orizzonti Scs, Quadrifoglio Quattro e Villa Ticinum.
L’obiettivo generale era quello di aumentare la qualità e l’efficienza del sistema di accoglienza, anche attraverso l’aggiornamento delle competenze degli operatori dei gestori dell’accoglienza che si interfacciano con l’utenza straniera.
Per quanto riguarda gli operatori, il percorso si è articolato su quattro tematiche: l’organizzazione del lavoro nei Cas e nei Sai e l’orientamento alla qualità, i metodi e le tecniche di lavoro professionale , le diverse rappresentazioni di integrazione sociale, i Cas e i Sai come luoghi di conoscenza e di incrocio di culture diverse.
Nei cinque incontri, a frequenza mensile, della durata di 4 ore ciascuno, i temi sono stati affrontati nelle sedi di Alessandria, San Salvatore Monferrato e Tortona, in relazione alle peculiarità dei partecipanti e agli interessi che a livello locale si sono venuti via via a sviluppare.
“Ogni incontro ha alternato la didattica frontale con parti significative, e sempre molto partecipate, di didattica interattiva con diversi lavori di gruppo e varie esercitazioni pratiche anche con roleplay. Tra un incontro e l’altro si è sviluppato l’impegno, individuale e delle diverse équipe, a lavori di riflessione, rielaborazione e ricerca” ha spiegato Giovanni Garena.
Tra gli esiti più rilevanti, il professore ricorda l’acquisizione di strumenti di orientamento per la gestione qualitativa del fattore tempo, le possibili metodologie di sperimentazione di tecniche di educazione degli adulti secondo un approccio di andragogia, l’individuazione della componente motivazionale degli operatori verso un lavoro che intreccia emozioni, sentimenti, confini tra vita lavorativa e vita privata, condizioni per lo star bene per far star bene gli ospiti, prevenzione di determinanti che provocano distress e rischi di burnout.
Si sono svolte anche esercitazioni empiriche per costruire una proposta ragionevole di nuovi e più efficaci servizi di accoglienza-accompagnamento all’autonomia di persone migranti richiedenti asilo e protezione e per l’applicazione del corpus teorico-metodologico interdisciplinare proprio del profilo degli assistenti sociali da declinarsi nella pratica operativa dei Cas e Sai.
Il percorso per i direttori e i coordinatori di Cas e Sai e i responsabili degli enti gestori è stato indirizzato alla ricognizione e al rinforzo delle competenze tecnico-organizzative richieste per queste funzioni. Gli incontri, a frequenza mensile, di 4 ore ciascuno, sono stati caratterizzati dall’alternarsi di didattica frontale con parti significative, e sempre molto partecipate, di didattica interattiva anche con lavori in sottogruppi.
Il professor Garena ha affrontato, tra i vari temi, metodi e tecniche per la comprensione dei fenomeni sociali connessi ai protagonisti dei processi migratori, lo sviluppo di capacità di connettersi e di “fare veramente rete”, come verificare la conoscenza e la messa in campo di skill per il coordinamento e l’implementazione di metodi e tecniche di analisi organizzativa delle diversificate modalità per offrire ai beneficiari accoglienza-accompagnamento, la gestione del potere, dell’autorità, della leadership.
I partecipanti hanno preso atto di quanto emerso da due indagini che hanno coinvolto i direttori presenti sui prevalenti indicatori, segni e sintomi dello stress lavorativo, in particolare il distress. Sono state anche acquisite mappe di orientamento verso una dimensione di educazione etnometodologica da approcciare in quanto educazione per gli adulti (andragogia) ed è stata espressa e condivisa la necessità di avviare la co-costruzione di un manuale, o catalogo, di buone pratiche già sperimentate nelle diverse aree di azione professionale promossa dai Cas e dai Sai partendo da quelle già sperimentate.