Si terrà venerdì 6 dicembre dalle 10 alle 12 al Consiglio Nazionale delle Ricerche, in via dei Marrucini a Roma, la presentazione nazionale del Primo report sulle coppie e le famiglie miste in Italia, Io festeggio due volte. Le coppie e le famiglie miste in Italia tra legami, discriminazioni, risorse, a cura dell’Associazione Italiana Famiglie e Coppie Miste (Aifcom) e del Centro Studi Confronti (Csc).
“Una realtà così consolidata da almeno 25 anni andava raccontata – commenta Alessandro Cirioni, presidente Aifcom, Associazione Italiana Famiglie e Coppie Miste– L’obiettivo di questo innovativo report è di fornire finalmente, per la prima volta, una panoramica oggettiva e lontana dagli stereotipi, sullo stato di salute di una realtà sociale complessa e variegata che, di fatto, è un laboratorio interculturale ed interreligioso dell’Italia di oggi”.
Il tutto è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra il Centro Studi Confronti e l’Aifcom, all’esperienza di un Comitato Scientifico che raggruppa noti esperti, ma soprattutto al lavoro sul campo di ben 12 ricercatori e ricercatrici e dei referenti territoriali di Aifcom e del Centro Studi Confronti, che hanno messo competenze ed esperienze diverse tra loro in dialogo con le voci degli intervistati. La ricerca è durata tre anni e racconta l’esperienza di vita delle unioni miste, approfondendo quelle dimensioni che ne caratterizzano l’esistenza, la relazione di coppia, gli aspetti positivi e le eventuali difficoltà, il ruolo della cultura e della religione nella coppia e nella famiglia, la genitorialità e l’educazione dei figli, il rapporto con le famiglie d’origine, gli episodi di razzismo e discriminazione, il matrimonio e la scelta del rito con cui celebrarlo, le festività religiose celebrate in famiglia, l’educazione religiosa dei figli, il rapporto con la comunità sociale più ampia (scuola, luoghi di lavoro, istituzioni). Inoltre, sono state indagati gli effetti del razzismo e delle discriminazioni istituzionali e i vincoli legati al quadro amministrativo-burocratico-legale.
La ricerca è stata sviluppata a partire da un questionario che ha coinvolto 424 persone, di cui 157 coppie e 110 partner singoli. Inoltre, sono stati condotti 9 focus group in 7 città italiane, da Nord a Sud (Torino, Milano, Trento, Bologna, Roma, Palermo e Catania) grazie ai quali è stato possibile esplorare i vissuti e le esperienze delle coppie, dando così qualità alle informazioni precedentemente raccolte.
Razzismo e discriminazione sociale
Diversi gli episodi di razzismo e discriminazione che le coppie incontrate raccontano, dovuti all’origine culturale, religiosa o alla differenza del colore della pelle. Purtroppo, i fenomeni di discriminazione riguardano anche i figli di queste unioni. I luoghi dove l’esperienza di discriminazione ha luogo sono diversi: mezzi pubblici, uffici ed istituzioni, lavoro, scuola, per strada.
La relazione di coppia e la soddisfazione sociale
Quando è stato chiesto di indicare gli aspetti positivi, la maggior parte delle coppie incontrate hanno indicato quelle dimensioni che caratterizzano la relazione di qualsiasi altra coppia: amore, rispetto, supporto, sostegno, comprensione sono le parole più diffuse. Per quanto riguarda gli aspetti più critici, le difficoltà afferiscono più alla comunicazione, al dialogo, alle famiglie d’origine, alle differenze culturali e religiose. Ulteriori difficoltà riguardano le pratiche burocratiche relative al conseguimento del matrimonio, al riconoscimento dei titoli di studio, al permesso di soggiorno, alla ricerca di un alloggio. In merito alla soddisfazione sociale, emerge che in generale la soddisfazione sociale delle donne di nazionalità italiana (rispetto ad amici, rapporto famiglia d’origine, contesto lavorativo, amici del partner, scuola, datore di lavoro, vicinato, comunità religiosa di appartenenza, famiglia d’origine del partner) è significativamente più bassa rispetto a quella espressa dalle donne di origine straniera. Al contrario, gli uomini italiani in coppia mista manifestano una maggiore soddisfazione nelle dimensioni menzionate rispetto agli uomini stranieri. Lo studio mostra anche che la soddisfazione sociale, così come gli episodi di razzismo e di discriminazione possono incidere sulla coesione relazionale della coppia e della famiglia. Generalmente, ciascun partecipante dichiara di non godere di una buona relazione con la famiglia d’origine del proprio partner. Questo è dovuto a volte all’assenza della famiglia d’origine (che nel caso della famiglia del partner migrante risiede spesso fuori l’Italia), oppure a difficoltà inerenti le differenze culturali, religiose o per questioni legate ancora a forme di razzismo.
Il ruolo della religione
Il 45 per cento del campione dichiara di essere religioso. Di questo, il 34 per cento pratica la propria religione “spesso”, poco più del 30 “a volte”, il 28 “mai”. La metà si definisce cristiana, poco più del 40 per cento si dichiara musulmano, 3 per cento buddhista e un restante 4 per cento rientra in “altro”. Incrociando i dati tra chi si dichiara religioso e chi celebra insieme alcune ricorrenze legate alla religione dell’uno o dell’altra, le risposte evidenziano come più del 90 per cento delle persone le festeggia insieme. La percentuale è signicativa anche tra coloro che non si dichiarano religiose o religiosi, raggiungendo il 70 per cento. Dalla ricerca, dunque, emerge che le famiglie sono solite festeggiare e condividere insieme le ricorrenze religiose dell’uno e dell’altra in uno spirito di supporto, sostegno e trasmissione dell’identità nelle famiglie. La ricerca ha indagato il ruolo della religione o della fede, attraverso una domanda relativa alla possibilità che le fedi religiose siano di supporto/aiuto nella vita di coppia e familiare. A questa domanda ha risposto poco più della metà del campione e, tra i rispondenti, il 61 per cento ha dichiarato che le fedi religiose sono di supporto e aiuto.
L’evento è gratuito ma a numero chiuso, pertanto è necessario confermare la propria partecipazione cliccando qui.