L’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, Unhcr, l’Agenzia Onu per i Rifugiati, e l’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, hanno lanciato un corso online rivolto a mediatrici e mediatori linguistico-culturali impegnati in prima linea per fornire supporto alle persone sopravvissute a violenza di genere. Il loro ruolo è cruciale nel facilitare la comprensione e la comunicazione tra persone con background culturali diversi, in particolare nei casi di maggiore vulnerabilità, come per le persone sopravvissute alla violenza di genere.
Il programma di formazione e-learning Sostenere le persone sopravvissute alla violenza di genere: il ruolo delle mediatrici e dei mediatori linguistico-culturali trae spunto dal curriculum di formazione omonimo, sviluppato dall’Unicef insieme alla Women Refugee Commission. L’e-learning si sviluppa in due principali unità, ciascuna pensata per equipaggiare mediatrici e mediatori con competenze pratiche e conoscenze approfondite. Il primo modulo del corso è infatti focalizzato sull’importanza della mediazione e sul ruolo di mediatrici e mediatori che operano in campo umanitario in collaborazione con le diverse figure professionali, mentre nel secondo modulo l’attenzione si sposta sulle modalità di lavoro specifiche per supportare le persone sopravvissute alla violenza di genere.
Questo programma di formazione risponde alla crescente necessità di mediatori e mediatrici qualificati in un contesto sempre più multiculturale e diversificato. Lo strumento sottolinea l’importanza della preparazione di mediatrici e mediatori linguistico-culturali, la rilevanza dell’osservazione dell’ascolto, per migliorare così la qualità del supporto fornito e, non ultimo, la connessione con i servizi sul territorio per garantire concreta assistenza alle persone sopravvissute a violenza.
“La figura del mediatore culturale si sta imponendo sempre di più con un ruolo chiave nelle attività di assistenza nei confronti dei migranti vulnerabili. In particolare, quello di lavorare con le persone sopravvissute a violenza di genere è un impegno particolarmente delicato e una formazione e preparazione adeguata è quanto mai necessario e siamo lieti di poter proporre questo corso on line” ha dichiarato Laurence Hart, direttore dell’Ufficio di Coordinamento Oim per il Mediterraneo.
“Un numero crescente di persone che arrivano in Italia via mare sono sopravvissute a violenza di genere, o hanno subito abusi nel loro paese d’origine o lungo la rotta migratoria. Le mediatrici e i mediatori linguistico-culturali sono una risorsa inestimabile nella nostra missione di supporto a queste persone – ha detto Chiara Cardoletti, rappresentante di Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino – Rappresentano spesso la prima, mano tesa rassicurante, fornendo non solo un ponte linguistico, ma anche un sostegno emotivo essenziale che contribuisce a creare un ambiente di fiducia e comprensione. La loro capacità di comunicare con empatia e competenza è fondamentale per garantire che le persone ricevano l’aiuto e la protezione di cui hanno bisogno”.
“Tra i casi più delicati che ci troviamo spesso ad affrontare, quelli di ragazze ancora minorenni e giovani donne sopravvissute a violenza di genere. Tutte le persone migranti, in particolare bambine, bambini, adolescenti e giovani hanno diritto a informative a loro misura, rispettose delle diversità linguistiche e culturali, e a ricevere tutto il supporto necessario” ha ricordato Nicola Dell’Arciprete, coordinatore in Italia dell’Ufficio Unicef per l’Europa e l’Asia centrale.