“La rete del Sai dopo 22 anni di attività ha caratteristiche precise e si pone come un modello di accoglienza flessibile esemplare a livello internazionale. Proprio alla luce del suo percorso evolutivo, sono necessari degli adeguamenti che consentano di superare alcuni affaticamenti burocratico-organizzativi. Anci ha avanzato proposte puntuali che mirano innanzitutto a dare continuità temporale ai progetti superando il limite della triennalità, ci auguriamo di poter trovare una intesa con il ministero affinché diventino operative per il 2025”. Il segretario generale dell’ Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) Veronica Nicotra, è intervenuta alla presentazione del 22° Rapporto Sai (Sistema accoglienza e integrazione) alla presenza del prefetto Laura Lega, capo Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno. Secondo Nicotra, “è necessario assicurare la maggiore stabilità possibile sia al sistema di accoglienza nel suo complesso che agli operatori che vi operano nei singoli progetti, con fondi certi e stabili. Solo così il modello del Sai, che ha la sua forza proprio nella capacità di adattarsi al meglio alle diverse tipologie di persone da accogliere, potrà diventare davvero strutturale come la norma prevede. Nello stesso tempo è importante che le esperienze di questi anni possano tradursi in regole ordinamentali generali che consentano di coniugare in modo virtuoso la collaborazione istituzionale tra Stato ed enti locali, insieme al terzo settore”.
Il prefetto Laura Lega ha ribadito il valore del modello italiano di accoglienza “apprezzato a livello europeo perché realizza una collaborazione corale tra le istituzioni che sfocia in progetti di accoglienza concreta, di cui il Sai è fattore essenziale. I dati presentati oggi testimoniano percorsi di integrazione riusciti grazie a progetti ‘sartoriali’ resi possibili proprio dal ruolo degli enti locali che, insieme al terzo settore, orientano gli interventi in relazione alle caratteristiche dei territori su cui insistono”.
I numeri dell’accoglienza secondo il rapporto Sai 2023
Sono state 54.512 le persone accolte nei progetti Sai, con un aumento del 2,4 per cento rispetto all’anno precedente. Il 76,9 per cento (41.923) dei beneficiari sono stati accolti nei progetti per accoglienza ordinaria; il 21,2 per cento (11.550) nei progetti per minori stranieri non accompagnati; il 2 per cento (1.039) nei progetti per persone con esigenze di carattere sanitario e disagio mentale. Il 90 per cento delle persone accolte nel Sai nel 2023 ha meno di 40 anni: le fasce d’età più rappresentate sono quelle che vanno dai 18 ai 25 anni (30,3 per cento) e dai 26 ai 40 anni (31 per cento). 16.209 i minorenni accolti, pari al 29,7 per cento dei beneficiari.
I beneficiari accolti nel 2023 provengono da oltre 100 Paesi, in prevalenza africani e asiatici. In crescita il numero di persone provenienti da Ucraina, Egitto, Afghanistan e Tunisia. Rimane elevato il numero di persone provenienti da Nigeria, Bangladesh, Pakistan, Costa d’Avorio, Gambia e Somalia.
Si registra un aumento di ospiti di genere femminile (25 per cento del totale) e delle persone affette da disabilità (+58 per cento) e disagio mentale (+28 per cento). La rete Sai è anche il sistema di riferimento per la presa in carico e inclusione dei minori stranieri non accompagnati. Quasi 12.000 i msna accolti nei 5977 posti a loro dedicati, con un incremento, nel biennio, del 43 per cento.
Si evidenzia una significativa riduzione dei beneficiari titolari di protezione internazionale (dal 37 per cento del 2021 al 26 del 2023), a fronte di un aumento dei titolari di protezione speciale, pari al 15 per cento nel 2023, quasi raddoppiati in due anni.
Quasi un Comune su 4 (1953 Comuni) è interessato dalla rete Sai, tra cui tutte le città metropolitane. Oltre il 50 per cento sono piccoli Comuni, sotto i 5.000 abitanti. Sono 529 gli enti attuatori che, in partenariato con i Comuni, attuano materialmente i progetti personalizzati di accoglienza e inclusione sociale, grazie al lavoro di più di 22 mila operatori coinvolti, di cui il 62 per cento è donna.
Qui trovate i dati del Rapporto Sai