In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che si celebra il 20 giugno, la Fondazione Ismu fa presente che nel 2023, secondo i dati Eurostat, sono stati oltre 1 milione i richiedenti asilo che hanno presentato per la prima volta domanda di protezione internazionale nei Paesi dell’Ue, con un aumento del 20,1 per cento rispetto al 2022. Inoltre, sono state 75.290 le domande in tutti gli Stati dell’Unione Europea da parte di richiedenti asilo che già le avevano presentate in precedenza. Questo dato è diminuito del 6,7 per cento rispetto al 2022 (80.705). In Italia si è registrato un aumento del 69,1 per cento, ovvero 53.365 in più.
In tutto il mondo, secondo quanto riportato nel Rapporto Global Trends 2024 dell’Agenzia dell’Onu per i rifugiati Unhcr, il numero complessivo tocca i 120 milioni a maggio 2024 ed è in crescita per il 12esimo anno consecutivo a causa di vecchi e nuovi conflitti.
I principali Paesi Ue di destinazione sono Germania (31,4 per cento), Spagna (15,3 per cento), Francia (13,8 per cento) e Italia (12,4 per cento, quasi 131mila richiedenti per la prima volta). Quanto alle nazionalità, il maggior numero di domande di asilo è stato presentato da siriani, afghani, turchi, venezuelani e colombiani: insieme rappresentano quasi la metà (48 per cento) di tutti i richiedenti asilo per la prima volta nei Paesi dell’Ue nel 2023. Dal 2013 la Siria continua a essere il principale Paese di cittadinanza dei richiedenti asilo nell’Ue, mentre l’Afghanistan è stato il secondo principale Paese di cittadinanza per il sesto anno consecutivo (100.935 nel 2023, pari al 9,6 per cento del totale dell’Ue).
Bangladesh, Egitto, Pakistan, Tunisia: i richiedenti asilo in Italia
Diversamente che nel resto dell’Ue, nel 2023 in Italia i richiedenti asilo siriani, afghani e venezuelani non costituiscono i principali in graduatoria, rappresentando meno del 2 per cento dei richiedenti. Nel nostro Paese prevalgono le richieste provenienti da cittadini del Bangladesh, Egitto, Pakistan (le richieste di cittadini di questi tre Paesi insieme costituiscono il 43 per cento del totale), Tunisia, Perù e Costa d’Avorio.
Da quasi due anni, Egitto e Tunisia figurano tra i principali Paesi di provenienza dei migranti irregolari arrivati sul territorio europeo attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, anche perché la situazione socioeconomica interna risente negativamente di una crisi economica acuita da diversi eventi geopolitici, quali l’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina sulla catena del valore del grano, l’aumento dei prezzi dei beni di consumo dovuto all’inflazione nel biennio 2022-2023 e, più recentemente, il conflitto tra Israele e Hamas e le sue conseguenze sulla stabilità regionale.
La protezione in Italia e nella Ue
I richiedenti asilo ai quali è stato concesso lo status di protezione nell’Ue sono, sempre secondo i dati Eurostat, quasi 410mila. Tra questi, il 43 per cento ha ricevuto lo status di rifugiato, il 35 per cento ha la protezione sussidiaria e il 22 per cento lo status umanitario. Nel 2023, la maggior parte dei beneficiari dello status di protezione nell’Ue sono siriani (32 per cento del totale), seguiti da afghani (18 per cento) e venezuelani (10 per cento).
In Italia le domande esaminate sono state 41.415 e lo status di protezione è stato concesso al 50 per cento dei richiedenti. Lo status di rifugiato ha rappresentato il 24 per cento delle protezioni concesse, dunque con una incidenza minore rispetto a quanto avvenuto nel complesso dei Paesi Ue. Nel nostro Paese prevale la protezione umanitaria/speciale, presente solo in alcune legislazioni nazionali, che rappresenta il 47 per cento degli esiti positivi.
Le differenze nelle decisioni sono evidenti in relazione alle nazionalità dei richiedenti: lo status di rifugiato è concesso soprattutto a siriani, afghani e russi; la protezione sussidiaria a cittadini di Ucraina, Burkina Faso, Venezuela, Somalia e Mali e quella umanitaria a cittadini di Bangladesh, Egitto, Georgia, Perù. Le domande respinte riguardano soprattutto cittadini dell’Egitto, del Bangladesh, del Pakistan, della Tunisia e del Gambia. A queste persone non è stata riconosciuta nessuna protezione.
La motivazione che sta alla base delle differenze di trattamento a seconda delle nazionalità è che, con decreto del 17 marzo 2023, Gambia e Tunisia sono stati indicati, con orientamento controverso, come “Paesi sicuri”, e dunque la persona può ottenere asilo solo dando la non facile prova di aver subito specifiche persecuzioni, con le relative conseguenze sulle chance per i cittadini di quei Paesi di avere accolta la propria domanda. Con decreto del 7 maggio 2024 anche Bangladesh ed Egitto sono stati indicati come “Paesi sicuri”. Quest’ultimo provvedimento è successivo al 2023, ma è pensabile che le Commissioni per l’asilo abbiano in qualche modo anticipato il relativo orientamento.
Le richieste di protezione nel 2024
Nel febbraio 2024, 75.445 richiedenti asilo per la prima volta (cittadini non Ue) hanno presentato domanda di protezione internazionale nei Paesi dell’Ue, con un aumento inferiore al 2 per cento rispetto al febbraio 2023 (74.295). Sono stati registrati anche 7mila richiedenti successivi, con un aumento del 7 per cento rispetto al febbraio 2023 (6.540).
Siriani, afghani e venezuelani restano i gruppi più numerosi di richiedenti asilo. In particolare, nel febbraio 2024 i siriani sono rimasti il gruppo più numeroso (10.465 richiedenti per la prima volta). Seguono gli afghani (6.950) e i venezuelani (5.800).
Germania, Spagna, Italia e Francia accolgono il 75 per cento di tutti i richiedenti asilo per la prima volta. In particolare, la Germania ne accoglie 19.490, la Spagna 13.600, l’Italia 13.345 e la Francia 10.205.