Un progetto che si propone di prevenire e contrastare le forme di distorsione del mercato del lavoro (lavoro irregolare, lavoro sommerso, caporalato, sfruttamento lavorativo) in tutti i settori, attraverso interventi di protezione sociale e nell’ambito dei servizi per il lavoro: Common Ground promuove il lavoro dignitoso e sicuro e la legalità. Si tratta di un progetto interregionale che coinvolge Piemonte (capofila del progetto), Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria e Veneto.
Fabio Scaltritti della Comunità di San Benedetto al Porto è il referente del progetto per il quadrante Alessandria-Asti: “Common Ground nasce da Terra, un progetto nazionale che riguardava in particolare l’area di Saluzzo e che ha fatto emergere il fabbisogno e la necessità di una governance più dignitosa dei lavoratori agricoli della zona nel periodo della raccolta della frutta da luglio a settembre. Gli amministratori hanno avuto contributi straordinari dal Pnrr per la realizzazione di sistemazioni di ospitalità temporanee dei braccianti”.
Nell’Alessandrino i problemi di distorsioni del mercato del lavoro emergono soprattutto nel settore terziario (ad esempio manutenzione e giardinaggio) e della somministrazione di alimenti e bevande. C’è molta attenzione anche al settore della logistica, nel quale una catena di subappalti favorisce il caporalato.
“Le persone che si rivolgono a noi in genere sono accompagnate da amici e conoscenti. Incontriamo spesso reticenza da parte dei lavoratori sfruttati perché temono che giri la voce che hanno fatto denuncia tra altri datori di lavoro – spiega Fabio Scaltritti – Anche se ricordiamo che denunciando lo sfruttamento si possono ottenere tutele importanti, molti rinunciano o preferiscono aspettare di trovare un altro lavoro”.
È stata creata una equipe multidisciplinare con gli enti del terzo settore. Nel quadrante che comprende la provincia di Alessandria lavorano insieme il Centro per l’Impiego, la Comunità di San Benedetto al Porto, Cgil, Cnos Fap, Enaip e Sistedil. L’Isral fornisce i mediatori interculturali.
“Per essere efficaci, serve offrire ospitalità e la possibilità di rientro nel lavoro regolare e protetto – dice Chiara Poggio, operatrice sociale e legale che segue le attività dell’infopoint a Casa di Quartiere – Gli enti di formazione aiutano il rientro nel fornire skill. Servono corsi brevi di poche ore o settimane. Può anche essere fornito sostegno economico per consentire alla persone di avere l’autonomia per l’abitazione”.
I casi seguiti riguardano soprattutto il lavoro nero o i casi di “grigio”, ad esempio un contratto part time che nella realtà è a tempo pieno. “Facciamo fatica a intercettare le persone che si trovano in condizioni di grave violazione della normativa sul lavoro e di caporalato. Ci dedicheremo anche all’attività di sensibilizzazione, recandosi sui luoghi di lavoro per far conoscere il progetto” spiega Chiara Poggio. Secondo gli ultimi dati disponibili finora lo sportello si è dedicato a 62 beneficiati, non c’è stata nessuna denuncia ma accordi di conciliazione avvenuti grazie alla Cgil. Si tratta in prevalenza di uomini nella fascia di età tra i 25 e i 45 anni provenienti da Marocco, Senegal, Mali, Egitto, Tunisia, Pakistan e Bangladesh.
Le persone ospiti dei centri di accoglienza in possesso di permesso di soggiorno per richiesta asilo sono considerate a rischio di sfruttamento lavorativo. “Per questo abbiamo incontrato il personale che opera nei centri per spiegare il progetto e la possibilità di segnalare i casi di violazione di normativa sul lavoro o sfruttamento. Stiamo intercettando anche persone con vulnerabilità quali la mancanza di documenti. Ultimamente ci sono persone arrivate col decreto flussi che hanno pagato ma che si ritrovano con un contratto fasullo. È difficile rintracciare chi ha preso il denaro versato” dicono Poggio e Scaltritti.
Nell’ambito del progetto sono previste anche attività di sensibilizzazione verso la comunità mediante incontri pubblici.
Infopoint di Alessandria
Casa di Quartiere via Verona 116
lunedì mercoledì 9,30-12 e 15,30-17
tel. 0131 533848
Come segnalare vittime e potenziali vittime di sfruttamento lavorativo
In presenza di indicatori di sfruttamento / violazione della normativa sul lavoro
Per urgenze: chiamare Numero Verde 800 290 290 gratuito e anonimo attivo h24 (da Lyca 342 7754946)
Segnalazione ordinaria tramite email: segnalazioni@trattapiemonte.it
Per informazioni: alessandria@trattapiemonte.it
Visita il sito: www.progettocommonground.it