Nel biennio 2022-23 sono state particolarmente intense le immigrazioni dei cittadini stranieri (complessivamente 697mila). Sono i dati che emergono dal report Migrazioni interne e internazionali della popolazione residente pubblicato dall’Istat.
Archiviata definitivamente la fase pandemica del 2020-21, nel biennio 2022-23 si assiste a una ripresa della mobilità interna della popolazione e delle immigrazioni dall’estero. Quattro trasferimenti di residenza su cinque interessano cittadini italiani ma, in termini relativi, i tassi di mobilità interna evidenziano per gli stranieri una propensione a spostarsi superiore al doppio di quella dei cittadini italiani.
Le iscrizioni dall’estero negli ultimi due anni aumentano sensibilmente (411mila nel 2022 e 416mila nel 2023, circa il 30 per cento in più rispetto al 2021 quando ammontarono a 318mila). Tale crescita si deve esclusivamente all’aumento dell’immigrazione straniera (+43 per cento), mentre i rimpatri dei cittadini italiani risultano in calo (-13 per cento). Le cancellazioni per l’estero risultano complessivamente in diminuzione.
Rispetto al 2019, anno in cui con 180mila emigrazioni si è registrato il valore massimo dell’ultimo decennio, perdono intensità, attestandosi a 150mila nel 2022 e 142mila nel 2023. Il decremento del 2023 è dovuto alla diminuzione delle emigrazioni degli stranieri (-33 per cento rispetto al 2022), mentre gli espatri dei cittadini italiani appaiono in lieve ripresa (108mila, +8,3 per cento).
Più che triplicati i flussi in arrivo dall’Ucraina
Tra il 2022 e il 2023 si registra un aumento medio delle iscrizioni dall’estero di circa il 30 per cento sul 2021. Tra le 827mila immigrazioni complessivamente registrate in tale periodo è prevalente il contributo apportato dai cittadini stranieri (+43 per cento sul 2021), mentre per quanto attiene i rimpatri degli italiani si riscontra una sensibile flessione (-13 per cento). Con riferimento alla componente straniera, il flusso di immigrati è in aumento rispetto ai livelli registrati prima della pandemia. Dopo il record storico del 2017 (301mila), dovuto anche ai consistenti flussi di stranieri in cerca di accoglienza per asilo e protezione umanitaria, dal 2018 si è registrata una media di circa 270mila ingressi l’anno, in parte frenata dalle misure di contrasto alla diffusione del virus pandemico nel 2020 (192mila ingressi) che hanno ridotto in maniera significativa i flussi dall’estero.
Dopo la lieve ripresa del 2021 (244mila), i massicci ingressi dei cittadini stranieri durante il biennio 2022-23 (336mila nel 2022 e 360mila nel 2023, +38,1 per cento e +47,8 per cento sul 2021) segnano nuovi record. La variazione positiva rispetto al 2021 si registra per tutte le aree di origine dei flussi di immigrazione straniera: per il complesso delle provenienze europee l’aumento è pari al 39,7 per cento, per quelle africane è del 39,3 per cento e per le asiatiche del 32,4 per cento. Molto significativo è l’aumento di immigrazione dal continente americano (80 per cento), plausibilmente a causa del raddoppio degli ingressi da Argentina e Brasile dovuto ai flussi di immigrati che entrano in Italia per richiedere la cittadinanza italiana iure sanguinis (discendenti di generazioni di emigrati italiani).
Nel dettaglio dei paesi europei, emerge l’eccezionale incremento dei flussi dall’Ucraina a causa del conflitto in corso dal 2022, che rende quest’ultima il principale paese est-europeo di provenienza del biennio 2022-2023 (rispettivamente, 30mila e 33mila, cifre quasi quattro volte maggiori rispetto al 2021). In seconda posizione si colloca l’Albania che supera, per la prima volta dal 2003, la Romania con oltre 29mila iscrizioni sia nel 2022 sia nel 2023 (+31,7 per cento rispetto al 2021). Tornano a essere consistenti i flussi di provenienza africana, in particolare quelli dal Marocco e dall’Egitto. Raddoppiano anche le immigrazioni dalla Tunisia. Nel biennio 2022-23, tra i flussi provenienti dall’area asiatica, risultano molto intensi quelli dal Bangladesh, dal Pakistan e dall’India.
Con riferimento al territorio di destinazione, nel biennio 2022-23 i flussi degli immigrati stranieri si dirigono prevalentemente al Nord (complessivamente 384mila individui, con un’incidenza del 55,1 per cento sul totale), che è anche la ripartizione in cui risiedono maggiormente i cittadini stranieri in Italia; seguono il Mezzogiorno (165mila, 23,7 per cento) e il Centro (148mila, 21,2 per cento). Scendendo a un maggior dettaglio territoriale, un cittadino straniero su cinque si dirige in Lombardia (146mila, nel biennio); Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio accolgono in totale quattro stranieri su 10.
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