Agàpe, il documentario diretto da Velania A. Mesay e Tomi Mellina Bares, già vincitore del premio di distribuzione Cg Entertainment Popoli doc al Festival dei Popoli di Firenze, nasce dall’esigenza di discostarsi dal racconto della migrazione già fornito dalle testimonianze raccolte sul campo da parte di giornalisti, reporter e operatori umanitari, in cui il focus è quasi sempre stato la rappresentazione del dolore, della disperazione, delle perdite, delle privazioni, delle violenze subite e delle violazioni dei diritti fondamentali.
Pur riconoscendo grande valore ed importanza alla mole di testimonianze di questo particolare passaggio storico, Agàpe intende spostare il punto di vista, lasciando sullo sfondo la storia e le storie, per concentrarsi su aspetti inediti, tralasciati, trascurati, negati.
“Negli ultimi due anni abbiamo visitato i luoghi cardine della migrazione verso l’Europa, filmando ambienti e raccogliendo decine di interviste con il supporto di traduttori, mediatori e fixer locali, instaurando rapporti di reciproca fiducia, accoglienza e solidarietà. Con l’intenzione di offrire un’altra chiave di lettura, abbiamo voluto utilizzare uno sguardo diverso, che si discostasse dalla storia collettiva per posarsi sulle storie personali, familiari ed intime dei protagonisti, per poter parlare con loro non più e non tanto delle terribili esperienze del loro progetto migratorio ma, lasciandole volutamente sullo sfondo, abbiamo permesso loro, anche in questa terribile condizione, di esplorare i propri sentimenti – hanno dichiarato i registi Velania A. Mesay e Tomi Mellina Bares – Così abbiamo parlato di amicizia, di amore, di legami. Abbiamo fatto questa scelta perché convinti della forza e della potenza dei sentimenti, che resistono a tutto: alle privazioni, ai lutti, al dolore, alle sofferenze, alle malattie fisiche e psichiche, alle ingiustizie. Nelle tante storie ascoltate abbiamo trovato conferma delle nostre convinzioni”.
Agàpe si prefigge infatti come obiettivo e finalità quello di sensibilizzare istituzioni e società civile sui temi delle migrazioni e dei migranti, con una chiave di lettura diversa, più intima e più personale, nel tentativo di offrire l’opportunità di esplorare ambiti inediti e di mostrare rinnovate forme di accoglienza e solidarietà. Inoltre vuole stimolare una riflessione, privata e collettiva, sui sentimenti, sull’amore, partendo proprio dagli ultimi.