immagine dal sito del Consiglio d’Europa
“L’intensificarsi delle sfide per la tutela dei diritti umani non può essere una scusa per arrendersi. Piuttosto, il momento richiede un rinnovato impegno nei confronti dei principi e degli standard che sostengono la nostra organizzazione”: lo ha affermato la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatović, presentando il suo rapporto annuale per il 2023 all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.
Il rapporto di quest’anno dipinge un quadro preoccupante in tutta Europa. Nella parte relativa alla situazione legata alla migrazione nel continente, il Commissario ha sottolineato che “in poche aree l’erosione dello stato di diritto è più visibile che nell’approccio alla gestione della migrazione. I respingimenti, le risposte inadeguate alle tragedie in mare, le condizioni di accoglienza disumane e le politiche restrittive di ricongiungimento familiare purtroppo non sono una novità. Ma i controlli, i contrappesi e il rispetto delle regole fondamentali che un tempo fornivano una misura di protezione contro questi fenomeni (compreso il rispetto delle decisioni dei tribunali nazionali e internazionali) sono sempre meno visibili ed efficaci. E i conseguenti livelli di tolleranza verso le gravi violazioni dei diritti umani contro rifugiati, richiedenti asilo e migranti che stanno prendendo piede in tutta Europa sono profondamente allarmanti”.
Per Dunja Mijatović la crescente attenzione all’esternalizzazione dei processi di asilo, per cui alcuni Stati trasferiscono le proprie responsabilità in questo campo oltre confine, incoraggia altri a fare lo stesso, con il rischio di creare un effetto domino che potrebbe minare il sistema europeo e globale di protezione internazionale. “Questa corsa al ribasso, guidata dalla strumentalizzazione politica della migrazione per guadagno elettorale e dalla disumanizzazione di coloro che cercano rifugio, evidenzia una disconnessione con l’universalità dei diritti umani e con gli obblighi degli Stati di applicare la legge sui diritti umani. Questa erosione va ben oltre la sofferenza immediata di questi individui. Mina la fiducia negli accordi e nella cooperazione internazionali, indebolendo la nostra capacità collettiva di affrontare le sfide globali. È stato dimostrato più volte che l’adozione di posizioni populiste avvantaggia solo i populisti: le strategie di adattamento non riducono il sostegno ai populisti”.
Qui potete scaricare e leggere il suo discorso