Papa Francesco ha ricevuto in udienza i Prefetti della Repubblica al Palazzo Apostolico Vaticano. “Per svolgere questo compito, voi fate da tramite fra Stato e territorio, mettendo costantemente in relazione l’insieme con le parti, il centro con le periferie, il bene comune con l’attenzione ai singoli. Il vostro incarico realizza a livello istituzionale quella ‘capacità quotidiana di allargare la cerchia’ per cui ciascun cittadino, specialmente chi si trova in situazioni di difficoltà, sperimenta, nella presenza dello Stato, la concreta vicinanza della comunità civile”: queste l’inizio del suo discorso, subito dopo i saluti
Il Papa si è soffermato, tra le altre cose, sulla gestione dei flussi migratori. “Anche questo compito non è facile, perché affida alla vostra cura persone ferite, persone vulnerabili, spesso smarrite e reduci da traumi terribili. Sono volti, e non numeri: persone che non si possono semplicemente classificare, ma che occorrerebbe abbracciare; fratelli e sorelle che hanno bisogno di essere sottratti dai tentacoli delle organizzazioni criminali, capaci di speculare senza alcuna pietà sulle loro disgrazie. Abbiamo saputo dei ‘lager’ in alcuni Paesi del Nord Africa, dove quelli che vogliono venire in Europa sono trattati da schiavi, torturati, anche uccisi. A voi è dato l’arduo compito di organizzare sul territorio una loro accoglienza ordinata, basata sull’integrazione e sul costruttivo inserimento nel tessuto locale. Non potete essere lasciati soli in questo compito di sostenerli nei loro bisogni essenziali e al tempo stesso di prestare ascolto alle apprensioni e alle tensioni che si possono generare nei residenti, come pure naturalmente di intervenire quando si creino situazioni di disordine e di violenza”.
Papa Francesco ha ricordato che “i migranti vanno ricevuti, accompagnati, promossi e integrati. Se non c’è questo, c’è pericolo; se non c’è questo cammino verso l’integrazione, c’è pericolo. E questo mi fa pensare anche a un altro problema. I migranti aiutano, quando si inseriscono bene. L’Italia è una terra dove mancano i figli, e vengono i migranti. A me preoccupa il problema della poca natalità qui in Italia. Non si fanno figli”.