Anche nel 2022 si osserva un nuovo superamento al ribasso del record di denatalità. Le nascite tra la popolazione residente sono 393.333 nel 2022, 6.916 in meno rispetto al 2021. Dal rapporto Istat, risulta che a partire dal 2008, anno in cui il numero dei nati vivi ha registrato il più alto valore dall’inizio degli anni Duemila, i nati residenti in Italia sono sistematicamente diminuiti. In termini assoluti, la riduzione medio-annua ammonta a circa 13 mila unità. Rispetto al 2008 oggi si rilevano oltre 183mila nascite in meno (-31,8 per cento).
Negli ultimi anni si è attenuato anche l’effetto positivo sulle nascite determinato dalla popolazione straniera, esercitato a partire dai primi anni Duemila. In quegli anni le donne straniere realizzavano i loro progetti riproduttivi contribuendo in modo importante all’aumento delle nascite e della fecondità di periodo. Tale apporto negli ultimi dieci anni tende a perdere di efficacia, mentre aumenta la presenza straniera (oggi pari all’8,6 per cento della popolazione residente totale, contro il 7,6 del 2012) e maturano i processi di integrazione e di adeguamento agli stili di vita del Paese di accoglienza.
Tra genitori entrambi italiani i nati fuori dal matrimonio raggiungono il 44,7 per cento. Tra le coppie miste, l’incidenza è più elevata se è il padre a essere straniero (38,3 per cento) rispetto alle coppie con madre straniera (31,8 per cento). Per i nati da genitori entrambi stranieri la quota raggiunge il 26,9 per cento, 18 punti percentuali in meno rispetto alle coppie di genitori entrambi italiani.
I nati da genitori in cui almeno uno dei partner è straniero continuano a diminuire nel 2022, attestandosi a 82.216 unità e costituendo il 20,9 per cento del totale dei nati. Dal 2012, ultimo anno in cui si è osservato un aumento sull’anno precedente, queste nascite sono diminuite di 25.789 unità.
I nati da genitori entrambi stranieri sono 53.079 (26.815 in meno sul 2012) e costituiscono il 13,5 per cento del totale dei nati. I nati in coppia mista, passati da 28.111 nel 2012 a 29.137 nel 2022, presentano nel tempo un andamento tutt’altro che regolare. Il crescente grado di “maturità” dell’immigrazione nel Paese, testimoniato anche dal notevole aumento delle acquisizioni di cittadinanza italiana, rende però sempre più complesso misurare i comportamenti familiari dei cittadini di origine straniera. Si riscontra, infatti, un numero rilevante di acquisizioni di cittadinanza proprio da parte di quelle collettività che contribuiscono in modo più cospicuo alla natalità della popolazione residente. Dai dati più recenti sulle acquisizioni emerge che, nel 2021, circa il 40 per cento delle acquisizioni di cittadinanza da parte di donne straniere riguarda le collettività albanese, marocchina e rumena.
L’incidenza delle nascite da genitori entrambi stranieri sul totale dei nati è notoriamente molto più elevata nelle regioni del Nord (19,3 per cento) dove la presenza straniera è più radicata e, in misura minore, in quelle del Centro (15,1 per cento); nel Mezzogiorno l’incidenza è molto inferiore rispetto al resto d’Italia (5,6 per cento al Sud e 5 per cento nelle Isole). Nel 2022 la regione con la più alta incidenza di nati stranieri rispetto al totale è l’Emilia-Romagna (21,8 per cento). Tra le altre regioni del Nord, quasi un nato su cinque è straniero in Lombardia e Liguria, rispettivamente il 19,9 e il 19,7 per cento; seguono il Veneto (18,9 per cento), il Piemonte (17,6 per cento) e il Friuli-Venezia Giulia (17,5 per cento). Al Centro spicca la Toscana (17,3 per cento), mentre nel Mezzogiorno la percentuale è decisamente più contenuta, con un minimo in Sardegna del 4,1 per cento e un massimo in Abruzzo del 9,1 per cento.
Allargando l’analisi territoriale al complesso dei nati con almeno un genitore straniero si riscontrano analogie con quella sulle nascite da genitori entrambi stranieri ma con intensità più elevate: nel 2022 ha almeno un genitore straniero il 29,6 per cento dei nati al Nord e il 23 per cento al Centro; al Sud e nelle Isole le percentuali scendono invece al 9 e all’8,4 per cento.
Considerando la cittadinanza delle madri, al primo posto si confermano i nati da donne rumene (11.804 nati nel 2022), seguono quelli da donne marocchine (8.744) e albanesi (7.768); queste cittadinanze coprono il 38,6 per cento delle nascite da madri straniere residenti. La propensione a formare una famiglia con figli tra concittadini (omogamia) è alta nelle comunità rumena, marocchina, albanese, bengalese e nigeriana.
I nomi preferiti dai neogenitori
I bambini stranieri nati da genitori residenti nel nostro Paese si chiamano prevalentemente Adam, Amir e Rayan, ma anche Leonardo, Matteo e Luca. Tra le bambine straniere il primato spetta a Sofia, seguito da Sara, Amira, Emma, Emily e Aurora.
Le preferenze dei genitori stranieri si differenziano a seconda della cittadinanza. Considerando le quattro cittadinanze per maggior numero di nati da genitori entrambi stranieri, la tendenza a scegliere per i propri figli un nome diffuso nel paese ospitante è più spiccata nella comunità rumena. Infatti, i nomi più frequenti tra i nati rumeni sono Leonardo, David, Luca, Matteo e Gabriel, mentre per le bambine troviamo Sofia (anche nella variante di Sofia Maria), Emma, Amelia e Maria. I bambini albanesi si chiamano prevalentemente Aron e Liam, ma anche Noel, Enea e Alessio mentre le bambine Emily, Aurora, Luna, Chloe, Emma e Amelia.
Un comportamento opposto si riscontra tra i genitori del Marocco e del Bangladesh, che prediligono per i figli nomi legati alle tradizioni del paese d’origine. I bambini maschi marocchini si chiamano soprattutto Amir, Adam, Rayan, Youssef e Jad; le bambine marocchine Amira, Sara, Nour, Jannat e Malak. I genitori del Bangladesh scelgono per i figli maschi soprattutto Ayan, Anas, Arham, Safwan, Zayan e Ayman; per le bambine: Ayesha, Fatiha, Mariam, Fatima, Sara e Arisha.
Qui potete scaricare il report completo Natalità e fecondità della popolazione residente – anno 2022 e le tabelle dei dati