È una scuola che insegna l’appartenenza, l’integrazione, l’accoglienza e l’amicizia. La scuola popolare di italiano della Casa di Quartiere di Alessandria è nata nel 2012 con i primi corsi organizzati per le donne con bambini. In questo anno scolastico ha istituito classi differenti, suddivise per livello e necessità linguistiche e le lezioni si sono svolte con una media di due incontri settimanali di due ore ciascuno. La scuola non richiede documenti di accesso, è gratuita e non rilascia certificazioni, per le quali serve il Cpia (Centro provinciale per l’istruzione degli adulti).

Ne parliamo con Alice Sida, coordinatrice della scuola e insegnante in uno dei corsi, incontrandola con i suoi studenti nell’ultimo giorno di lezione. Il livello culturale in questa classe è molto elevato, sono quasi tutti laureati nel Paese di origine.

“Mi colpiscono la pazienza e l’amore degli insegnanti verso di noi. È bello che ci sia qualcuno che ci dedica del tempo. Mi sono trovata molto bene, accolta, posso dire che è la mia famiglia italiana. Ho anche imparato culture diverse – dice Joana, cubana, laureata in storia dell’arte – Non è la prima volta che sono in Italia, mi piacciono moltissimo l’arte e la cultura italiana. Sono sposata con un cittadino italiano. Voglio imparare la lingua e la cultura, per me è una nuova vita”.

“Alessandria è una città piccola ed è più difficile integrasi nella comunità, ci sono pochi momenti di aggregazione. Se non si parla italiano è un problema” osserva Fatima, argentina con origine italiane da parte del padre, una laurea in Comunicazione – sono qui per imparare la lingua e ritrovare l’origine della mia famiglia”.

Anche Maira viene dall’Argentina, il bisnonno era italiano: “Sono venuta per conoscere l’Italia, ero già stata qui ma questa volta voglio imparare la lingua e ottenere la cittadinanza come discendente di un italiano. Sono qui da otto mesi. Lavoro in remoto. Ho studiato human resource”.

Caterina è polacca e ha una laurea in Giornalismo e comunicazione: “Ho iniziato a visitare l’Italia dieci anni, fa per lavoro poi per vacanza e sport. Sono stata in Liguria per tre mesi l’anno scorso in smart working. Ora mi sono trasferita, ho aperto una partiva Iva in Italia e lavoro in Alessandria. Mi piace la misura umana della città”.

E poi c’è Leda, geologa, che conferma l’importanza di conoscere la lingua per integrarsi.

Bright ha perso tutto in Nigeria, non ha più una famiglia. È arrivato in Libia, dove è stato anche imprigionato. Ha attraversato il Mediterraneo in barca. Ha una laurea in Economia e management ed è molto difficile far riconoscere il titolo di studio.

“È un problema comune, anche con una laurea queste persone devono riprendere dalla scuola media” fa notare Alice Sida.

“Conoscere l’italiano è uno strumento fondamentale per esercitare e far valere i propri diritti” conclude Fabio Scaltritti, responsabile della Casa di Quartiere della Comunità di San Benedetto al Porto.

Alcune informazioni sulla scuola popolare: le iscrizioni sono rimaste aperte tutto l’anno scolastico, per permettere l’accesso a chiunque ne avesse bisogno anche in differenti periodi dell’anno. Grazie alla partecipazione di numerose volontarie, la scuola ha istituito sei diversi corsi suddivisi per livello e necessità linguistiche, partendo da classi di alfabetizzazione fino a livelli più alti (livelli A2) e ha fornito, verso la fine dell’anno, supporto linguistico per chi dovesse sostenere gli esami di terza media. La scuola ha avuto circa 150 iscritti in questo anno. C’è chi frequenta con costanza le lezioni durante tutto l’anno nelle varie classi, ma la maggioranza di studenti va solo per un periodo (un solo semestre o solo qualche settimana) per avere un supporto linguistico per la ricerca di lavoro, per il permesso di soggiorno, come preparazione o supporto per eventuali certificazioni ecc.

Sul totale degli iscritti, più del 60 per cento è composto da donne a cui è stata data la possibilità di frequentare le lezioni insieme ai propri figli (di età prescolare compresa tra i 2 mesi e i 4 anni), per garantire il diritto all’apprendimento e per incoraggiare e facilitare la frequenza ai corsi di italiano.

Circa la metà degli studenti è di lingua araba (provenienti da Marocco, Tunisia, Egitto, Algeria), il 20 per cento di lingua spagnola (Argentina, Cuba, Colombia, Venezuela), la parte restante è composta da persone provenienti da Albania, Nigeria, Senegal, Mali, Costa D’Avorio, Ghana. Particolare attenzione è rivolta alle famiglie ucraine che hanno effettuato l’accesso conseguentemente al conflitto, per le quali è stata attivata una sinergia tra i vari enti sul territorio per consentire un’efficiente rete di supporto.

Inoltre, la scuola di italiano ha fornito supporto linguistico ai soggetti inseriti in diversi progetti dell’Associazione San Benedetto al Porto, contribuendo al fondamentale sviluppo delle competenze linguistiche necessarie per l’inserimento nella società stessa sia in altri progetti accoglienza. La scuola riprenderà verso la metà di settembre (per le informazioni si può chiedere alla Casa di Quartiere in via Verona 116).

Esiste anche il doposcuola popolare che fornisce assistenza per i compiti e supporto per la lingua italiano. Il servizio inizia i primi giorni di settembre e si conclude gli ultimi di luglio per il supporto dei compiti estivi e si svolge nelle fasce orarie pomeridiane: dal lunedì al venerdì per due ore ogni pomeriggio.

Entrambi i servizi sono stati monitorati dal gruppo di coordinamento (Paola Vigna, Grazietta Pittalis e Alice Sida) che si è occupato di gestire le iscrizioni, gli orari e la suddivisione degli spazi, organizzare la turnazione dei volontari, fornire informazioni al pubblico, gestire le comunicazioni sulle pagine social di Casa di Quartiere e organizzare riunioni periodiche con i volontari e i responsabili per monitorare l’andamento delle attività, accogliere proposte, criticità e iniziative.

Le lezioni di scuola di italiano e di doposcuola si sono svolte all’interno degli spazi di Casa di Quartiere di cui la messa a disposizione, la manutenzione e la pulizia è della Cooperativa Sociale Il Pane & Le Rose.