Ci sono anche tre aziende della provincia di Alessandria tra le 167 premiate dall’Unhcr, Agenzia Onu per i Rifugiati, con il logo Welcome per aver inserito professionalmente quasi 9.300 rifugiati nel 2022. Si tratta di Cte – Costruzioni tecnolettriche, Pompe Garbarino (entrambe con sede ad Acqui Terme) e Sifel di Spigno Monferrato.
“Abbiamo inserito due profughi presentati dalla cooperativa sociale Crescere Insieme. Dopo il tirocinio, uno è stato poi assunto a tempo indeterminato e uno ha trovato un’altra attività lavorativa – dice Paola Cassina, amministratore delegato di Cte – Il primo è un uomo di 45 anni proveniente dalla Libia, aveva altre esperienze di lavoro ma nella nostra azienda è un operaio sondatore. Il secondo è nigeriano, ha 32 anni e ha conseguito il patentino di saldatore che è sempre molto richiesto nel mercato del lavoro”. L’azienda acquese opera principalmente nell’ambito della realizzazione e del mantenimento in servizio di impianti per il trasporto e la distribuzione di energia elettrica e impianti di risalita e ski lifts. “Siamo alla ricerca di altro personale e siamo in difficoltà a trovarlo” conclude l’amministratore delegato.
Ha sede a Spigno Monferrato Sifel, entrata a far parte del gruppo Strukton Rail. Il gruppo in Italia unifica esperienze aziendali con specializzazioni diverse nel campo della progettazione e realizzazione di linee ferroviarie, tramviarie e metropolitane. Anche in questa azienda la segnalazione è arrivata da Costruire Insieme. “È un rifugiato colombiano di 35 anni che ha trovato collocazione abitativa a Spigno. Dopo la proposta da parte della cooperativa che lo seguiva, dato che avevamo esigenze di nuovo personale, lo abbiamo valutato e abbiamo pensato che l’inserimento potesse avvenire senza problemi. Essendo di madrelingua spagnola, era anche più facile superare le barriere linguistiche – spiega Pier Luigi Bodiglio, responsabile dell’Ufficio Personale di Sifel – questo giovane, che ha con sé anche la moglie e i figli, ha iniziato con un tirocinio nel gennaio 2022, trasformato poi in contratto che è diventato successivamente a tempo indeterminato. Lavora in magazzino come addetto alla logisitica. L’inserimento è stato positivo perché è una persona che ha capacità e la sua professionalità incrocia le esigenze dell’azienda”
Si chiude quindi così, con un bilancio sempre più positivo e incoraggiante, la quinta edizione di Welcome. Working for Refugee Integration, il programma di Unhcr attraverso il quale, dal 2017 a oggi, sono stati attivati 22 mila percorsi professionali per rifugiati in oltre 520 aziende attive in Italia. Nato 7 anni fa come un premio da assegnare alle imprese che assumono rifugiati, Welcome rappresenta oggi un modello che mette insieme imprese, associazioni della società civile, associazioni di categoria ed enti pubblici. Il modello si basa sull’incontro tra le esigenze di recruiting delle imprese e le capacità di individuazione dei profili, di orientamento e di accompagnamento al lavoro delle organizzazioni della società civile.
Dallo scorso anno a oggi, sale infatti da 107 a 167 il totale delle imprese premiate e si allarga la loro presenza sul territorio italiano (17 regioni nel 2022, erano 13 nel 2021), mentre aumenta il numero delle grandi aziende coinvolte (da 35 a 58). Passando agli occupati, oltre a una crescita in valore assoluto (da 6.900 a 9.300), va rilevato un incremento significativo della percentuale di donne inserite, che salgono dal 10 al 18 per cento. Per quanto riguarda la tipologia di inquadramento professionale, il 93 per cento delle persone assunte ha ottenuto un contratto a tempo determinato, mentre crescono dal 3 al 5 per cento i contratti a tempo indeterminato. Dal punto di vista anagrafico, il 76 per cento delle persone ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. Nigeria e Pakistan si confermano i Paesi di provenienza prevalenti, mentre sono circa 400 i rifugiati ucraini inseriti.
Tra i settori delle aziende premiate, al primo posto troviamo “alloggio e ristorazione” con il 23 per cento, davanti alle attività manifatturiere al 22 per cento, mentre sale al 7 per cento quello delle costruzioni. Tra i fattori che hanno determinato l’assunzione dei rifugiati, al primo posto per il 25 per cento delle aziende c’è la scelta di un maggiore impegno verso la comunità e verso i soggetti svantaggiati. Il 10 per cento delle aziende ha invece scelto di occupare i rifugiati per le loro competenze tecniche e trasversali mentre il 4 per cento segnala l’indisponibilità di giovani italiani per le mansioni ricercate.
“Ci sono alcuni fatti concreti alla base del successo di Welcome – afferma Chiara Cardoletti, rappresentante dell’Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino – Innanzitutto, le imprese italiane hanno costante bisogno di forza lavoro e tantissimi fra i rifugiati che arrivano nel nostro Paese hanno le competenze che il mercato richiede. Al contempo, in piena sintonia con lo spirito del Global Compact, il mondo delle aziende è sempre più pronto a svolgere un ruolo attivo nel promuovere i percorsi di integrazione ed è ormai pienamente consapevole che i rifugiati portano con sé talenti e abilità che generano sviluppo economico a beneficio di tutta la comunità. La nostra economia e più in generale la società nel suo complesso hanno bisogno del loro contributo, anche nella prospettiva di una maggiore sostenibilità delle politiche sociali, dei sistemi sanitari e delle pensioni”.
Tra i rifugiati presenti in Italia aumenta la percentuale di quanti hanno elevati livelli di istruzione e importanti esperienze professionali pregresse che ben rispondono alle esigenze delle aziende che affrontano oggi due grandi sfide: la big resignation e il mismatching del mercato del lavoro. Tutte le aziende premiate hanno dichiarato di voler inserire in futuro beneficiari di protezione internazionale.