Può servire per comunicare informazioni a carattere clinico importanti, come l’insorgenza del diabete in una donna in gravidanza o in caso di patologie particolari in un bambino. Il mediatore interculturale è una presenza fondamentale all’interno degli ospedali e anche nei presidi della provincia di Alessandria è attiva una convenzione per questo servizio.

Nell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, in caso di emergenza, con necessità immediata di comunicare con una persona che non parla italiano, è attivo il servizio di interpretariato, 24 ore su 24, con Help Voice, accessibile da tutti i telefoni aziendali, reparti, ambulatori e pronto soccorso.

“Altre volte è invece preferibile avere un mediatore – spiega Silvia Lagorio del Servizio Sociale dell’Azienda ospedaliera – ad esempio in caso una donna con una barriera linguistica forte che abbia subito maltrattamenti, si attiva l’interprete nell’immediato poi si programma un intervento di mediazione”.

I mediatori sono chiamati tramite il Servizio Sociale grazie alla convenzione con l’Isral, l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea e sono utilizzati anche per lo sportello di supporto psicologico dedicato ai profughi provenienti dall’Ucraina.

In un anno sono previste in media 80-90 ore di mediazione in aggiunta al servizio di interpretariato. Il periodo di pandemia ha fortemente condizionato anche questo servizio, sceso a 17 ore nel 2020. Nel 2022 l’Azienda Ospedaliera ha usufruito anche di 50 ore del servizio con l’aps Cambalache.

Le lingue principali sono l’arabo, il cinese, il pakistano, il romeno e l’albanese e da qualche tempo anche la lingua dei segni. Anche i moduli per le pratiche ospedaliere sono tradotti.

“Serve una programmazione di due/tre giorni ma per una urgenza come un codice rosa, assegnato in presenza di una situazione di violenza su una donna, si attiva in poche ore. È importante considerare che le pratiche mediche fanno parte della cultura di provenienza e i famigliari, pur presenti, possono trasmettere le loro paure. Il mediatore serve per far comprendere meglio la realtà. Anche nel caso di una disabilità improvvisa, bisogna far capire che esiste l’appoggio dei servizi territoriali ma non creare falsi miti e aspettative. L’Azienda Ospedaliera investe sia per l’emergenza sia per i progetti-ponte sul territorio in caso di riabilitazione” conclude Silvia Lagorio.

Per quanto riguarda l’Asl Al, secondo quanto riferito da Francesca Chessa, responsabile della comunicazione, nei presidi ospedalieri della provincia (Acqui Terme, Casale Monferrato, Novi Ligure, Ovada e Tortona) non è al momento prevista la presenza di mediatori ma quando i medici ravvisano la necessità, si mettono in contatto con il numero 116117 per un servizio di traduzione.

Per il Dipartimento materno-infantile e i distretti del territorio provinciale è attiva una convenzione con l’Isral. Nei reparti di Ostetricia-Ginecologia e nei consultori è presente su chiamata un mediatore interculturale. Lo stesso servizio è disponibile per l’ambito dei servizi socio assistenziali e per la psicologia rivolta ai minori.