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A un anno dall’escalation della guerra in Ucraina, una generazione di bambini ha vissuto 12 mesi di violenza, paura, perdita e tragedia. Secondo quanto riferisce l’Unicef, non c’è un solo aspetto della vita dei bambini su cui il conflitto non abbia avuto un impatto, con bambini uccisi, feriti, costretti ad abbandonare le loro case, a perdere un’istruzione fondamentale e a vedersi negati i benefici di un ambiente sicuro e protetto. La guerra sta avendo un impatto devastante anche sulla salute mentale e sul benessere dei bambini. Si stima che 1,5 milioni di bambini siano a rischio di depressione, ansia, disordini da stress post traumatico e altri problemi di salute mentale, con implicazioni ed effetti potenzialmente a lungo termine.

Secondo una recente indagine dell’Unicef, l’80 per cento degli intervistati ha notato un deterioramento della propria situazione economica; la percentuale di bambini che vivono in povertà è quasi raddoppiata, passando dal 43 all’82 per cento. La situazione è particolarmente grave per i 5,9 milioni di persone attualmente sfollate in Ucraina.

L’accesso di bambini e famiglie ai servizi di base è stato devastato. Migliaia di bambini in fuga dal conflitto in tutto il Paese non hanno ricevuto vaccini vitali per essere protetti da polio, morbillo, difterite e altre malattie che minacciano la loro vita.

Ad aggravare ulteriormente il problema, il fatto che la guerra ha interrotto l’istruzione per oltre 5 milioni di bambini, negando loro il senso di stabilità, sicurezza, normalità e speranza che le aule danno. L’accesso limitato alle scuole è avvenuto dopo due anni di apprendimento perso a causa della pandemia da covid-19 e dopo oltre 8 anni di istruzione  interrotta per i bambini che vivono in Ucraina orientale.

L’Unicef continua a chiedere un accesso umanitario sicuro, rapido e senza ostacoli, la fine degli attacchi ai bambini e alle infrastrutture su cui fanno affidamento, tra cui scuole, ospedali e sistemi idrici e igienici; di evitare l’utilizzo delle scuole in questo conflitto e di fermare l’uso di armi esplosive nelle aree popolate, direttamente responsabili dell’uccisione e della mutilazione di centinaia di bambini e soprattutto continua a chiedere la fine delle ostilità.

A dicembre 2022, l’Unicef ha lanciato l’Appello annuale per l’Intervento Umanitario. L’Unicef necessita di 1,1 miliardi di dollari per rispondere ai bisogni immediati e di più lungo periodo di 9,4 milioni di persone, compresi 4 milioni di bambini, dentro e fuori l’Ucraina che subiscono profondamente le conseguenze della guerra. I fondi consentiranno di fornire, sostenere ed espandere i servizi di base per la salute, la nutrizione, la protezione dell’infanzia, la violenza di genere, l’acqua e i servizi igienici e la protezione sociale, insieme agli sforzi del governo di soccorso e di ripresa. Questo garantirà una preparazione tempestiva per ulteriori sfollamenti interni e movimenti di rifugiati.

Anche l’Ocha, Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari, e l’Unhcr, Agenzia Onu per i rifugiati, lanciano oggi un appello congiunto per 5,6 miliardi di dollari per alleviare le condizioni di milioni di persone colpite. Il Piano di Risposta umanitaria per l’Ucraina, che riunisce più di 650 partner, la maggior parte dei quali organizzazioni ucraine, richiede 3,9 miliardi di dollari per raggiungere 11,1 milioni di persone con cibo, assistenza sanitaria, denaro e altri aiuti salvavita.

Il Piano di Risposta per i Rifugiati richiede 1,7 miliardi di dollari, e copre 10 Paesi ospitanti i rifugiati dall’Ucraina, ovvero Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Moldavia, Polonia, Romania e Slovacchia, con circa 250 partner, più della metà dei quali sono partner nazionali. Questi fondi aiuteranno 4,2 milioni di rifugiati ucraini e le comunità locali nei Paesi che li hanno accolti.

“La risposta all’emergenza Ucraina nei Paesi ospitanti è stata notevole, con una forte leadership governativa, una manifestazione di solidarietà da parte delle comunità di accoglienza e lo straordinario lavoro svolto dalla società civile, in particolare dalle ong locali e dalle organizzazioni di rifugiati e a base comunitaria”, ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

“L’Europa si è dimostrata capace di un’azione collettiva e coraggiosa per aiutare i rifugiati – ha aggiunto Grandi – I rifugiati non solo sono stati accolti, ma gli accordi di protezione temporanea hanno fornito loro il diritto di lavorare, di accedere ai servizi e di essere inclusi nei sistemi nazionali. Non dobbiamo però dare per scontata questa risposta, oppure l’ospitalità delle comunità ospitanti. È necessario un continuo sostegno internazionale e solidale, fino a quando i rifugiati non potranno tornare alle loro case in sicurezza e dignità, e anche questa deve rimanere una priorità”.

Dall’inizio della guerra, le organizzazioni umanitarie hanno fatto ogni sforzo per rafforzare l’assistenza in tutte le regioni del Paese. Nel 2022, quasi 16 milioni di persone hanno ricevuto aiuti e servizi di protezione in tutta l’Ucraina, comprese le aree fuori dal controllo del governo. Gli operatori umanitari hanno anche raggiunto 6 milioni di persone con assistenza in denaro, dando una spinta alle economie locali.

Nel 2023, gli sforzi congiunti e il continuo sostegno a entrambi i piani di risposta consentiranno ai partner in Ucraina e nei Paesi ospitanti i rifugiati di raggiungere milioni di persone con servizi di protezione. Questi includono il sostegno alla salute mentale e il supporto psicosociale, la protezione dei minori e la prevenzione e la risposta alla violenza di genere, il supporto per l’alloggio, le forniture per le necessità di base e l’assistenza in denaro.

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