“Dopo trentadue anni, con il Dossier Statistico Immigrazione vorremmo contribuire con la forza dei numeri a innalzare la società alla statura umana che le compete, seguendo la legge scritta nelle nostre coscienze, che ci costituisce come esseri umani, e che è stata troppo spesso calpestata, rendendo la vita dei migranti un inferno”: sono le parole di Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche Idos, che ha presentato il nuovo Rapporto, giunto alla 32esima edizione e realizzato, in collaborazione il Centro Studi e rivista Confronti, grazie al sostegno dell’Istituto di Studi Politici S. Pio V e dell’Otto per Mille della Tavola Valdese.
Attraverso le analisi proposte da una pluralità di esperti, organizzazioni e prospettive disciplinari, il Rapporto si compone di una sezione dedicata alla dimensione internazionale ed europea della mobilità umana, prosegue con l’esame delle caratteristiche strutturali dei flussi e dell’immigrazione in Italia, ne osserva i processi di inserimento, integrazione e partecipazione, fino a misurarne la presenza nel mercato del lavoro e il contributo all’economia nazionale. Chiudono il volume i capitoli sulle singole regioni e un’ampia appendice statistica dettagliata per singole province.
“Ai giovani è stato consegnato un mondo gestito da una generazione poco lungimirante, ma la speranza è che riescano a renderlo un posto migliore. Il primo passo è confrontarsi con la realtà attraverso i dati concreti e l’incontro con gli altri, superando definitivamente la narrazione della migrazione che è stata fatta fino ad oggi” ha aggiunto la moderatora della Tavola Valdese Alessandra Trotta.
Cosa è andato storto nell’accoglienza degli ucraini? Le oltre 150.000 persone in fuga dalla guerra hanno goduto di una normativa finora mai attuata per i rifugiati in Italia, ma sono state accolte soprattutto dai connazionali residenti nel Paese, mentre dopo 6 mesi meno di 14.000 hanno un posto nel Sistema di accoglienza e integrazione. Secondo quanto riporta Idos, “delude l’ospitalità ‘diffusa’ nelle famiglie: 287 contro quasi 6.000 posti disponibili. La causa? Un’impostazione burocratica ed emergenziale che ha vanificato le buone intenzioni. E che va superata, per tutti i profughi”.
Immigrati in Italia: produttori di ricchezza, eppure sempre più poveri. “Lavorano in condizioni peggiori, sono più sovraistruiti e sottoccupati, ma contribuiscono in misura rilevante all’economia del Paese, con un saldo positivo di 1,3 miliardi di euro per le casse dello Stato. E restano largamente esclusi da molte prestazioni sociali, pur avendo un tasso di povertà 4 volte superiore a quello degli italiani. Se venissero impiegati meglio assicurerebbero vantaggi ancora più alti all’economia nazionale”: sono le considerazioni espresse sul tema nel Dossier.
L’immigrazione in Italia è sempre più “climatica”: nel 2021 i primi Paesi di origine delle persone arrivate nella nostra penisola erano tra quelli più colpiti da siccità e alluvioni. E il numero di migranti ambientali nel mondo è in continua crescita: secondo la Banca Mondiale diventeranno 220 milioni nel 2050. Un fenomeno aggravato dalla guerra in Ucraina.
Qui potete trovare una scheda di sintesi del Dossier.