In occasione della Giornata Internazionale dei Migranti di giovedì18 dicembre, la Fondazione Ismu evidenzia che sono oltre 5 milioni i cittadini stranieri residenti in Italia, pari al 9 per cento della popolazione: un universo estremamente diversificato per provenienze, percorsi migratori e caratteristiche socio-demografiche. Il panorama delle presenze straniere regolari nel nostro Paese evidenzia un contesto di stabilità e radicamento.
Il gruppo più numeroso è costituito dai cittadini rumeni, dunque cittadini dell’Unione europea, con oltre 1 milione e 73mila residenti. Considerando i migranti provenienti da Paesi extra Ue (il 73 per cento dei presenti) tra gli oltre 3 milioni e 800mila cittadini non comunitari presenti in Italia con regolare permesso di soggiorno al 1° gennaio 2025, più di 2 milioni (il 53 per cento) sono titolari di permesso europeo per lungo soggiorno (cioè quello che non ha scadenza), dal quale deriva la condizione di maggiore stabilità.
Da oltre quattordici anni la componente regolare stabile è maggioritaria: dal 2012 i cittadini non comunitari con permesso a tempo indeterminato sono aumentati costantemente e il picco è stato raggiunto nel 2021, quando i lungosoggiornanti costituivano i due terzi dei presenti. Dal 2022 l’incidenza sul totale dei presenti è diminuita, soprattutto a causa delle numerose acquisizioni di cittadinanza italiana, poco meno di 200mila all’anno, e dell’aumento dei permessi rilasciati per motivi di protezione internazionale, in particolare nel 2022 a cittadini ucraini in fuga dalla guerra.
Territori, età e genere
La distribuzione territoriale di tutti soggiornanti regolari mostra una forte concentrazione nel Nord Ovest, che ospita il 35,7 per cento dei cittadini non comunitari presenti a livello nazionale. La componente minorile rappresenta il 17,3 per cento dei cittadini non comunitari, mentre cresce anche la popolazione più anziana: gli over 60 sono il 12,2 per cento. In particolare, sul piano dell’età, le comunità più giovani sono quella nigeriana (26 per cento di minorenni), egiziana (25 per cento), albanese e marocchina (21 per cento), mentre la più anziana è quella ucraina, con un quarto di presenti over 60; significativa anche la presenza di ultra-sessantenni tra i filippini (20 per cento). Le donne sono il 48 per cento, anche se si riscontrano differenze sensibili tra le singole collettività: nelle comunità pakistana, bangladese, senegalese ed egiziana le donne sono meno del 30 per cento (poco più del 20 per cento tra i pakistani), mentre superano la metà tra ucraini (75 per cento), filippini e peruviani (58 per cento).
Provenienze
Le comunità più numerose sono quelle composte da persone provenienti da Ucraina (392mila presenti), Marocco (377mila) e Albania (361mila). La collettività cinese è quarta con poco meno di 290mila presenti. Complessivamente quasi un terzo dei migranti che soggiornano regolarmente in Italia ha origine asiatica.
Progetti migratori differenti
Tra i filippini, comunità di antica presenza, prevale nettamente la presenza stabile: il 72 per cento ha un permesso di lungo soggiorno, così come i cinesi (65 per cento) e i marocchini (62 per cento). Gli ucraini risiedono in Italia in larga misura con permessi per motivi di protezione (43 per cento). Anche per i cittadini di Bangladesh e Pakistan i permessi per richiesta di asilo o protezione sono rilevanti, rappresentando circa un quinto dei casi per entrambe le collettività. La presenza per motivi di famiglia caratterizza soprattutto le comunità albanese (28 per cento), egiziana e marocchina (per entrambe tale tipologia di permessi costituisce un quarto del totale), e quella indiana (un quinto dei presenti). Cinesi e indiani sono in Italia soprattutto con permessi di lavoro e, più frequentemente rispetto alle altre principali comunità, per motivi di studio.
Acquisizioni di cittadinanza
Un ulteriore indicatore del radicamento è rappresentato dalle acquisizioni di cittadinanza italiana, che negli ultimi dieci anni hanno riguardato oltre 1,6 milioni di migranti non comunitari. In particolare, nel 2024 oltre 217mila persone con background migratorio hanno ottenuto lo status di cittadini italiani, tra cui circa 200mila originari di Paesi non Ue. Gli incrementi maggiori riguardano acquisizioni per residenza continuativa, trasmissione del diritto ai figli minorenni di genitori divenuti italiani, neo-maggiorenni nati e cresciuti in Italia, riconoscimenti per ius sanguinis. I nuovi cittadini provengono soprattutto da Albania e Marocco.






