Un progetto nato dall’esigenza della Caritas diocesana di Alessandria di dotarsi di un osservatorio in grado di monitorare le attività svolte, con l’obiettivo di promuovere un miglioramento continuo dei servizi offerti: nei giorni scorsi è stato presentato il report 2024 dedicato a povertà e nuove sfide. In collaborazione con l’associazione Cultura e Sviluppo, è stato avviato un piano che integra le competenze di ricerca per supportare questo processo.
Il report è stato redatto da Arianna Antinori, assegnista di ricerca all’Università del Piemonte Orientale, che nel corso delle sue attività accademiche ha approfondito tematiche legate alle disuguaglianze sociali. La supervisione scientifica è stata curata da Alba Angelucci, ricercatrice nella stessa Università ed esperta in welfare territoriale. Fondamentale è stata anche la collaborazione con il direttore di Caritas di Alessandria Giampaolo Mortara e con la referente dell’associazione Cultura e Sviluppo Elisa Campanella, che hanno partecipato alle diverse fasi del lavoro.
Nel report è interessante osservare che la popolazione residente nel corso degli ultimi venti anni vede aumentare progressivamente la componente straniera. Rispetto al 2004, quando erano 4026 in totale, il numero di abitanti con altra cittadinanza nel 2009 raddoppia (9346), nel 2014 triplica (12.367) e nel 2024 quasi quadruplica (15.146).
Dal 2018 al 2022 l’occupazione della popolazione alessandrina aumenta dall’85,5 al 91,1 per cento e anche per la popolazione straniera della città si registra un aumento consistente , passando dal 69,2 all’81,9 per cento.
Per quanto riguarda le persone che si rivolgono a Caritas, si è osservato che le persone straniere sono in netto aumento. Se nei primi anni Duemila a rivolgersi ai servizi erano prevalentemente famiglie italiane in difficoltà, oggi si registra un aumento consistente della presenza di giovani stranieri, spesso soli sul territorio e privi di una rete familiare di supporto. La maggioranza delle richieste proviene da uomini, ma non mancano donne sole, talvolta con figli a carico. Si evidenzia inoltre una forte presenza di famiglie straniere con bambini, mentre tra gli utenti italiani prevalgono persone anziane, sole o individui che nel tempo sono rimasti legati al sistema di accoglienza.
Nel quadro delle criticità legate al mondo del lavoro, una delle problematiche maggiormente rilevate da Caritas riguarda l’utenza straniera. Questo segmento della popolazione, infatti, si confronta frequentemente con la necessità di regolarizzare la propria posizione amministrativa, in particolare per quanto concerne i documenti di soggiorno, al fine di poter accedere a un’occupazione regolare e tutelata.
Il report mette inoltre in evidenza l’inserimento di volontari stranieri, una forma di partecipazione attiva e inclusiva, contrastando l’idea dell’immigrato come soggetto solo “bisognoso” o “assistito”. Al contrario, permette di riconoscere e valorizzare le competenze, le esperienze e la volontà di contribuire al bene comune da parte di persone spesso escluse dai circuiti tradizionali della cittadinanza attiva. In questo senso, il volontariato diventa anche un ponte per l’integrazione sociale e civile, e un modo per promuovere la coesione all’interno delle comunità locali.
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