Nel 2023 i lavoratori domestici con contributi all’Inps sono stati 833.874, in flessione per il secondo anno consecutivo (-7,6 per cento rispetto al 2022) dopo i consistenti incrementi del biennio 2020-21 dovuti a una spontanea regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown e all’entrata in vigore della norma che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari.

Il trend decrescente del numero complessivo dei lavoratori domestici è simile tra maschi e femmine, anche se la composizione per genere evidenzia una netta prevalenza di donne, il cui peso sul totale ha ripreso ad aumentare già dal 2022 raggiungendo nel 2023 il valore massimo degli ultimi sei anni, pari all’88,6 per cento. Nel 2023 i maschi scendono sotto le 96 mila unità evidenziando che il fenomeno della regolarizzazione ha interessato maggiormente i lavoratori di sesso maschile, molti dei quali dopo essere entrati nel mercato del lavoro come lavoratori domestici, hanno successivamente trovato occupazione in altri ambiti lavorativi.

La composizione dei lavoratori per nazionalità evidenzia una forte prevalenza di lavoratori stranieri (68,9 per cento del totale) anche se si conferma una tendenza decrescente già iniziata nel 2022. La maggior parte dei lavoratori domestici proviene dall’Europa dell’Est, con 297.373 lavoratori, pari al 35,7 per cento del totale; seguono i 259.689 lavoratori di cittadinanza italiana (31,1 per cento), quelli provenienti dal Sud America (8,1 per cento) e quelli dall’Asia Orientale (5,8 per cento).

Sulla tipologia di lavoro la quota di badanti (49,6 per cento) ha ormai quasi raggiunto la quota di colf (50,4 per cento). Il lavoro di colf è prevalente tra i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri, ad eccezione di quelli provenienti dall’Europa dell’Est, dall’Asia Medio Orientale, dal Nord America e dall’America Centrale, in cui prevale la tipologia della badante.

L’analisi dei dati sulle retribuzioni nel 2023 evidenzia che, contrariamente a quanto accade per altre categorie di lavoro, le lavoratrici domestiche in media hanno una retribuzione più alta rispetto agli uomini: il 31,2 per cento delle lavoratrici domestiche ha una retribuzione di oltre 10 mila euro, tale percentuale si ferma al 27,7 per cento per gli uomini.