In occasione della Giornata internazionale delle persone migranti, è stato presentato a Torino il XIII Rapporto dell’associazione Carta di Roma, Notizie senza volto, un’analisi dei media italiani dall1° gennaio al 31 ottobre 2025 realizzata in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia, con il sostegno del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti e dell’Otto per mille della Chiesa Valdese.
Il Rapporto 2025 rileva evoluzioni positive sull’uso delle parole, ma non sulle cornici narrative. Se da un lato termini come clandestino stanno diminuendo, dall’altro l‘immigrazione viene ancora raccontata quasi solo come un’emergenza di sicurezza o un problema di flussi. Ed è un racconto senza i protagonisti: la politica parla nel 24 per cento dei servizi, i migranti solo nel 7 per cento.
La parola simbolo del 2025 è Gaza, in relazione al conflitto tra Israele e Hamas che ha provocando ingenti quantità di sfollati e rifugiati dalla Striscia di Gaza. La cornice è quella di una crisi umanitaria catastrofica con, secondo le Nazioni Unite, sfollamenti di massa, carestia, crisi sanitaria, blocco agli aiuti e collasso di servizi essenziali, quali l’acqua potabile.
“Il Rapporto di Carta di Roma analizza come i mezzi di informazione del nostro Paese si occupino delle migrazioni. Il titolo che abbiamo scelto per questa edizione, Notizie senza volto, è emblematico di come la tematica migratoria spesso venga ridotta solo ad una questione di numeri, continuando a dimenticare le persone. Nell’anno in cui guerre e crisi umanitarie hanno riscritto l’agenda globale, anche in Italia il racconto mediatico delle migrazioni resta ancorato a schemi preconfezionati. Come se quelle persone esistessero in forza dei numeri, non dei loro volti” ha dichiarato Nello Scavo, giornalista e presidente dell’associazione Carta di Roma.
Nel rapporto si ritrovano alcuni elementi di continuità del 2025 rispetto agli anni passati. I migranti non sono protagonisti: solo il 7 per cento dei servizi dei telegiornali include la voce diretta dei protagonisti delle migrazioni, confermando un trend consolidato negli anni recenti I media continuano a rappresentare le migrazioni come una “crisi permanente“, con un linguaggio allarmistico che registra una presenza relativamente costante di parole come “emergenza”, “crisi”, “allarme” e “invasione” (5.925 occorrenze) nel periodo 2013-2025, con un lieve aumento nell’ultimo anno.
La migrazione è principalmente presentata come questione politica, con toni polarizzanti e un lessico rigido che enfatizza i contrasti. Ruolo centrale della politica nel racconto mediatico del fenomeno migratorio: il 24% delle notizie sulle migrazioni contiene almeno una dichiarazione di un esponente politico.
La prima voce tematica delle notizie dei tg sulle migrazioni è sempre quella sui “flussi migratori”, seguita da “criminalità e sicurezza”, mentre rimangono bassi i valori della voce di “accoglienza”. Debole la correlazione tra il numero di arrivi via mare e la produzione di titoli dal 2013 al 2025, suggerendo che i media trattano il tema in base a logiche specifiche che trascendono l’effettiva pressione migratoria.
Tra gli elementi di discontinuità, distintivi del 2025 rispetto al 2024, l’aumento dell’attenzione mediatica verso la questione migratoria (+10 per cento sulle prime pagine di sei quotidiani, +14 per cento su tutti i titoli della stampa, +24 per cento sui tg prime time). Nel 2025, c’è un’emersione della dimensione globale, trainata da guerre e crisi internazionali (Gaza), e una riduzione dell’attenzione sugli “sbarchi”. Nel contempo, si registra nel 2025 una riemersione del binomio immigrazione-criminalità, con particolare enfasi su episodi di violenza urbana, femminicidi e intolleranza religiosa.
I temi simbolici della copertura dell’anno sono il protocollo Italia-Albania (7 per cento delle notizie sulle migrazioni), il caso Almasri (13 per cento delle notizie), l’evoluzione dell’inchiesta sulla morte di Ramy. A differenza del 2024, nel 2025 la voce Economia e Lavoro (1,5 per cento) torna marginale, mentre cresce la voce di Società e cultura (21,1 per cento), con servizi su razzismo, antisemitismo, cittadinanza e convivenza culturale.
Qui potete scaricare il report Notizie senza volto






