Uno sconfortante rapporto pubblicato lunedì da Un Women e dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine rivela che nel 2023 140 donne e ragazze sono morte ogni giorno per mano del loro partner o di un parente stretto, il che significa una donna uccisa ogni 10 minuti. Pubblicato in occasione del 25° anniversario della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il rapporto fa luce sulla crisi globale del femminicidio e chiede un’azione urgente.
“L’epidemia di violenza contro le donne e le ragazze fa vergognare l’umanità – ha dichiarato il segretario generale António Guterres nel suo discorso per la giornata – Il mondo deve rispondere a questo appello. Abbiamo bisogno di un’azione urgente per la giustizia e la responsabilità, e di sostegno per l’advocacy”.
Il femminicidio trascende i confini, gli status socioeconomici e le culture, ma la sua gravità varia a livello regionale. Secondo il rapporto, l’Africa ha registrato i tassi più alti di femminicidi legati al partner e alla famiglia, con 21.700 donne uccise nel 2023, seguita dalle Americhe e dall’Oceania.
In Europa e nelle Americhe, la maggior parte delle vittime è stata uccisa dal partner, rispettivamente nel 64 e nel 58 per cento dei casi. In Africa e in Asia, invece, le donne hanno avuto più probabilità di essere uccise da familiari che da partner, a testimonianza delle diverse dinamiche culturali e sociali responsabili di questa discriminazione.
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Un terzo delle donne nell’Unione europea ha subito violenza a casa, al lavoro o in pubblico. Le giovani donne dichiarano di aver subito livelli più elevati di molestie sessuali sul lavoro e altre forme di violenza rispetto alle donne più anziane. Tuttavia, la violenza contro le donne rimane spesso invisibile poiché solo una donna su quattro denuncia gli incidenti alle autorità (polizia, servizi sociali, sanitari o di supporto). Questi sono alcuni dei risultati dell’indagine Ue sulla violenza di genere condotta dal 2020 al 2024 da Eurostat (l’ufficio statistico dell’Ue), dall’Agenzia dell’Ue per i diritti fondamentali e dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere.
In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, l’Unicef ricorda che nel mondo 650 milioni di ragazze e donne (1 su 5) oggi in vita hanno subito violenza sessuale da bambine, di cui oltre 370 milioni (1 su 8) hanno subito stupri o aggressioni sessuali; in contesti fragili, le ragazze corrono un rischio ancora maggiore, con una percentuale di stupri e aggressioni sessuali durante l’infanzia di poco superiore a 1 su 4. Quasi 50 milioni di ragazze adolescenti tra i 15 e i 19 anni (1 su 6) sono state vittime di violenza fisica o sessuale da parte del marito o del partner nell’ultimo anno. Circa 550 milioni di bambini (circa 1 su 4) vivono con madri vittime di violenza compiuta dai loro partner.
Oltre 230 milioni di bambine e donne in vita oggi hanno subito mutilazioni genitali femminili. Le stime globali aggiornate mostrano un incremento del 15 per cento del numero totale di sopravvissute alla pratica, ovvero 30 milioni in più di ragazze e donne, rispetto ai dati rilasciati otto anni fa. I dati più elevati si riscontrano nei paesi africani, con 144 milioni di casi.
“La violenza contro le bambine, le ragazze e le donne si verifica nelle case, nelle scuole, nelle comunità e online. Coloro che subiscono violenza portano per la vita conseguenze gravi: ferite, infezioni sessualmente trasmissibili, problemi di salute mentale come ansia e depressione e morte – ha dichiarato Carmela Pace, presidente dell’Unicef Italia – Come Unicef crediamo che sia necessario investire nella prevenzione, nell’educazione e nei servizi di supporto, perché solo in questo modo possiamo spezzare il ciclo della violenza e costruire un mondo in cui le bambine, le ragazze e le donne siano al sicuro“.