Sono di origine siriana quasi tutte le 51 persone arrivate venerdì 22 marzo in Italia accolte grazie ai corridoi umanitari realizzati da Chiese protestanti e Comunità di Sant’Egidio. Cinquantuno persone, di cui 19 minori, provenienti da vari campi profughi del Libano e da diversi centri (Beirut, Homs e altri territori del Paese da dove sono giunti, negli scorsi mesi ed anni, per fuggire dal conflitto in Siria) saranno accolte da Chiese, famiglie, Comunità di Sant’Egidio, Operazione Colomba e dalla Diaconia valdese in varie regioni e città d’Italia, tra le quali Firenze, Torino, Torre Pellice (To), Campobasso, Padova, Roma.
Il loro ingresso in Italia è reso possibile grazie ai corridoi umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e Tavola valdese, in accordo coi Ministeri dell’Interno e degli Esteri, che dal febbraio 2016 hanno portato nel nostro Paese, dal Libano, oltre 2.800 persone.
Sono profughi che fuggono dalla guerra e dalle sue devastanti conseguenze. Il 15 marzo 2011 iniziava infatti in
un conflitto che ha causato milioni di profughi, migliaia di scomparsi e un numero imprecisato di morti, forse 500 mila, distruzione e sofferenze per tutta la popolazione, in particolare per i più vulnerabili, come i bambini, le donne e le persone anziane. Dopo 13 anni, il conflitto purtroppo prosegue e la crisi umanitaria continua a peggiorare. Il terremoto del 6 febbraio 2023 ha ulteriormente aggravato la situazione.
“I corridoi umanitari, interamente autofinanziati, sono un’iniziativa della società civile che coniuga la salvezza dai viaggi in mare con accoglienza e integrazione. Una best practice riconosciuta a livello internazionale che può diventare un modello per tutta l’Unione Europea” dicono dalla Comunità di Sant’Egidio. Complessivamente in Europa con i corridoi umanitari sono arrivati oltre 6.800 rifugiati.