Marco Ciani, segretario generale della Cisl Alessandria-Asti
Edilizia, agricoltura e assistenza agli anziani sono i settori in cui è impegnata la maggior parte dei lavoratori stranieri in provincia di Alessandria. Ne abbiamo parlato con Marco Ciani, segretario generale della Cisl Alessandria-Asti. “Le comunità sono diverse: in agricoltura sono impiegati soprattutto indiani, nell’edilizia prevalgono i lavoratori di origine albanese mentre le badanti provengono in gran parte da Romania e Moldavia” precisa Ciani.
Il boom dell’edilizia, conseguenza del superbonus del 110 per cento per interventi di efficienza energetica, consolidamento statico e riduzione del rischio sismico degli edifici, ha provocato un’impennata del numero delle imprese nel settore ma, come spiega il sindacalista, “spesso sono dipendenti a cui viene chiesto di aprire la partita Iva. C’è anche il problema del lavoro nero o grigio, ovvero dipendenti messi solo parzialmente in regola. Ai lavoratori stranieri talvolta viene fatta una formazione sulla sicurezza tramite corsi on line, ma molte di queste persone capiscono poco l’italiano”.
In agricoltura permane il rischio del caporalato. “È un fenomeno difficile da far emergere, il sindacato non può entrare in aree private e i lavoratori sono molto restii a denunciare le situazioni di sfruttamento, a volte perché non sono in regola con i documenti, a volte perché sono minacciati” spiega il segretario Cisl.
La diminuzione delle persone in età da lavoro pone rischi molto seri sull’economia e sul sistema delle pensioni e del welfare. Si prevede che nel 2040 in Italia ci saranno sei milioni di lavori in meno rispetto a oggi, “Lo squilibrio tra popolazione attiva e pensionati richiederebbe un afflusso di immigrati molto consistente. Anche con politiche familiari efficaci, che potrebbero portare ad un aumento del numero medio di figli per ogni famiglia, ci vorrebbero 25-30 anni perché i nuovi nati diventino attivi nel mondo del lavoro”.
Su questo tema interviene anche Mario Scotti, presidente di Anolf Alessandria (Associazione Nazionale Oltre Le Frontiere, un’associazione di immigrati di varie etnie a carattere volontario). “È difficile quantificare il numero di stranieri irregolari ma sappiamo che negli ultimi tempi sono in aumento perché i canali per entrare in modo regolare sono praticamente inesistenti. L’unico è il decreto flussi, ma è molto complicato nell’utilizzo e i numeri sono assolutamente insufficienti anche per la provincia di Alessandria. Ne servirebbero quattro volte tanto. La legge di riferimento, la Bossi-Fini, andrebbe radicalmente cambiata. I clandestini non si possono regolarizzare, anche se hanno un lavoro”.
“L’ultima sanatoria, avvenuta tre anni fa, ha funzionato per il 90 per cento per colf e badanti anche se era nata per i lavoratori in agricoltura. Servirebbero una politica di accoglienza diversa e provvedimenti sui flussi anche per settori oggi non previsti come appunto quello dell’assistenza familiare” spiega Scotti.
Anolf fornisce servizi essenziali di sportello per la regolarizzazione e i ricongiungimenti di familiari ancora all’estero, per favorire la migliore integrazione possibile sul territorio. “I problemi nell’Alessandrino riguardano soprattutto la casa: a volte non si affitta a uno straniero anche se è in regola con i permessi di soggiorno. Il nostro ruolo è quello di svolgere una mediazione culturale tramite le associazioni dei proprietari immobiliari” dice il presidente Anolf.
“La Prefettura di Alessandria è molto attenta ai temi dell’immigrazione e dell’integrazione. È molto utile il Consiglio territoriale per l’immigrazione. La Questura ha istruito una linea diretta con gli enti che si occupano degli immigrati. La sinergia tra gli enti è fondamentale per i problemi che riguardano l’immigrazione” concludono Ciani e Scotti.