“Rights Now”: due parole che si rafforzano l’una con l’altra e che diventano il titolo dell’ottava edizione del Festival dei Diritti Umani, la prima organizzata dalla neonata Fondazione dei Diritti Umani, in programma dal 3 al 6 maggio al Memoriale della Shoah di Milano e Cineteca Milano Mic-Museo Interattivo del Cinema (anche online su festivaldirittiumani.stream).

“La guerra, la pandemia, i disastri climatici e le crisi umanitarie alimentano l’insofferenza per la democrazia e provocano un senso di distacco sempre più accentuato tra le persone che guardano ormai con diffidenza alla solidarietà tra persone e popoli. In una fase storica così inquieta – dichiarano gli organizzatori – il Festival dei Diritti Umani ha l’obiettivo di tenere aperti spiragli di confronto, dialogo, denuncia e mobilitazione al fine di porre l’attenzione sull’interconnessione dei diritti umani e combattere l’indifferenza che dilaga nella nostra società di fronte a soprusi e violazioni dei diritti umani e civili”.
 
“Non possiamo chiedere ai civili sotto le bombe in Ucraina o alle ragazze che protestano in Iran di pazientare, non possiamo accusare i working poors che fanno la fila alle mense solidali di non essere abbastanza performanti, dobbiamo reclamare trasparenza sugli algoritmi che determinino le nostre scelte. Questo è un Festival che va in ‘direzione ostinata e contraria’ perché di questi tempi c’è sempre meno rispetto dei diritti e sempre meno umanità. E noi, invece, alziamo lo sguardo con Rights Now, diritti ora. Torniamo dal vivo in un luogo emblematico: il Memoriale della Shoah. Al suo ingresso c’è una scritta incisa sul cemento grigio: indifferenza. E il Festival dei Diritti Umani, fin dai suoi esordi, otto anni fa, si è dato proprio il compito di contrastare l’indifferenza sui diritti calpestati. Quel luogo, il Memoriale della Shoah, dovrebbe ricordare a tutti che togliere diritti ad una minoranza non fa star meglio la maggioranza, neanche quando quella sottrazione avviene con il consenso di molti” spiega Danilo De Biasio, direttore del Festival dei Diritti Umani. 
 
La programmazione sarà divisa in diverse sezioni e si parlerà di diritti umani a diverse fasce di pubblico, a partire delle nuove generazioni, in due location milanesi scelte ad hoc per l’occasione: il Memoriale della Shoah, dove si terranno le sezioni Edu, Talk e Foto e la Cineteca Milano Mic-Museo Interattivo del Cinema, dove sarà possibile partecipare alla sezione Film.

Sezione Edu: matinée pensate per gli studenti e le studentesse delle scuole superiori, con un programma costruito appositamente per loro, dove testimonianze si alternano a materiali audiovisivi, approfondimenti fotografici e alla gamification come forma di interazione. Un format rapido e accattivante condotto da Giada Giorgi, giornalista del quotidiano online Open, Riccardo Lichene, Videogame & Tech Reporter, e Leo Brogioni, fotografo.
Sezione Talk: ogni giorno due appuntamenti, dibattiti sui tre filoni del Festival ma anche corsi di formazione per giornalisti, aperti anche al pubblico, incentrati sulle minacce al diritto d’informazione, contrasto ai pregiudizi razziali e il linguaggio per affrontare la crisi climatica.
Sezione Foto: il Memoriale della Shoah ospiterà dal 3 maggio al 10 giugno una mostra fotografica sulla strage nazi-fascista di Moggiona e nei giorni del Festival incontri con autori e autrici di calibro internazionale.
Sezione Film: pellicole selezionate dalle principali rassegne internazionali, corredati da interventi di approfondimento e interviste ai registi e alle registe.
Sezione Spotlight (solo online), interviste sulla contemporaneità che aiutano a comprendere una tematica, che svelano nessi, che approfondiscono e propongono letture critiche.
 
Attivisti, giornalisti, professori, psicologi e non solo si alterneranno nel corso delle quattro giornate del Festival dei Diritti Umani. Si apre mercoledì 3 maggio con Fatima Haidari che racconta della sua fuga dall’Afghanistan e il suo arrivo in Italia, dove sta provando a ricostruirsi la vita. I talebani che riconquistano Kabul, le difficoltà ad arrivare in aeroporto, gli spari, le urla e il sangue dei civili: è lo scenario di violenza estrema che Fatima ricorda. “Ora qui sono più consapevole, sono libera, sento che nessuno può fermarmi”, dice, ma guarda all’Afghanistan come un’immensa prigione per le donne e spera che arrivi presto il tempo della libertà anche per loro.

Gli appuntamenti proseguono giovedì 4 maggio con la presenza di numerosi ospiti. La sezione Talk delle 14.30, improntata come ogni giorno sotto forma di corso di formazione per i giornalisti, sarà dedicata all’analisi degli stereotipi sul colore della pelle e sulla diversa cultura di provenienza. Con Paola Barretta, portavoce Carta di Roma, Roberto Natale, direttore Rai per la Sostenibilità, Susanna Owusu Twumwah, Diaspora & Migration Expert, Kim Valerie Vilale, podcaster. Giovedì, gli incontri al Memoriale della Shoah si concludono con Pegah Moshir Pour, attivista dei diritti umani e digitali, Rula Jebreal, giornalista e scrittrice e Sofia Subottina, attivista russa, con il talk Rivolta: sostantivo femminile. Dialogo su un mondo inquieto, un dibattito incentrato sul ruolo chiave delle donne durante le crisi umanitarie come motore effettivo del cambiamento. 

Venerdì 5 maggio, protagonista della sezione Spotlight del pomeriggio è Rayhane Tabrizi, attivista iraniana e presidente dell’associazione Maana’. Nata a Teheran, manager di una multinazionale, dall’uccisione di Mahsa Amini, Rayhane diventa una delle attiviste per la libertà in in Iran. Alle 18,30 seguirà un incontro dedicato all’intelligenza artificiale. La realtà si sta avvicinando alla fantascienza? Senza cedere alle distopie occorre chiedere eticità e trasparenza, perché l’intelligenza artificiale già condiziona la nostra vita. Ne discuteranno Luna Bianchi, advocacy & lobby Privacy Network, Oreste Pollicino, professore ordinario di Diritto Costituzionale e co-founder DigitalMediaLaws e l’attore Antonello Taurino, che già anni fa l’aveva fatta diventare oggetto di uno spettacolo teatrale. 
 
I film di questa edizione sono uno sguardo lucido ed appassionato sulle tante violazioni dei diritti umani e sui tentativi di riconquistarli: la società patriarcale in Iran, le proteste ambientali, la repressione della comunità Lgbtq, l’eredità della guerra. L’ultima giornata del festival è dedicata alla proiezione delle ultime quattro pellicole in programma. Presso la Cineteca Milano MIC-Museo Interattivo del Cinema saranno proiettati Eami di Paz Encina, This rain will never stop di Alina Gorlova, Sonne di Kurdwin Ayub e L’Énticelle di Valeria Mazzucchi e Antoine Harari.

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