Vi proponiamo la lettura di Fuggiti da Kabul e Teheran. «Ma in Italia non c’è posto», il racconto di Francesco Riccardi, pubblicato su Avvenire del 10 gennaio.
Dopo più di tre settimane di viaggio dall’Afghanistan, in bus o in treno, l’ultima parte a piedi, una famiglia di sette persone trova l’aiuto dell’associazione Rete Milano, un’organizzazione di volontariato nata per dare un primo aiuto emergenziale ai profughi in transito nella città. Sono solo una parte dei migranti che arrivano ogni giorno a Milano dopo aver percorso la “rotta balcanica” dalla Turchia e sono sempre più numerose le partenze da Afghanistan e Iran. Coloro che stanno scappando in questo periodo dall’Iran sono soprattutto giovani, minacciati d’arresto per aver manifestato e hanno bisogno di scappare subito. Nessuno di loro ha voluto fermarsi a Milano. Il 90% vuole andare in Germania, qualcuno in Belgio o in Olanda.
Come spiega l’autore dell’articolo, queste persone in viaggio, ribattezzate “transitanti”, non vogliono farsi registrare per non essere costrette, secondo quanto prevedono le norme del Regolamento di Dublino, a presentare domanda di asilo politico nel nostro Paese e rimanere bloccate qui fino alla definizione della loro posizione, senza poter raggiungere le mete desiderate dove possono contare su reti parentali e amicali per trovare accoglienza e opportunità di lavoro.
Qui potete leggere l’articolo completo (sito di Avvenire)