Mediatore culturale: una professione non riconosciuta a livello nazionale. E gran parte degli operatori lavora senza tutele. Nell’articolo pubblicato su L’Essenziale (settimanale nato da Internazionale) da Jada Bai, docente di lingua e cultura cinese e mediatrice culturale, potete leggere dell’importanza di questo ruolo nato per facilitare i rapporti tra le istituzioni e le persone di origine straniera.
La mediazione linguistico-culturale è presente nelle scuole italiane da più di vent’anni e ha aiutato molti bambini di diverse origini. Opera inoltre in tutti i rapporti tra gli enti pubblici e gli utenti stranieri. Ma, scrive l’autrice, “non esiste ancora una normativa nazionale che definisca le qualifiche, le mansioni e l’inquadramento contrattuale della professione. La situazione varia da regione a regione, a volte anche da comune a comune, e la maggior parte dei mediatori si ritrova a lavorare a chiamata, senza tutele e garanzie”.
I mediatori lavorano anche nel settore socio-sanitario e in ambito giuridico-istituzionale. Da vent’anni esiste il corso di laurea in in mediazione linguistica e culturale.
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Qui potete scaricare Orientamenti interculturali. Idee e proposte per l’integrazione di alunni e alunne provenienti da contesti migratori a cura dell’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e l’educazione interculturale del Ministero dell’Istruzione